“Ai cittadini il compito di valutare ora, dalla conoscenza dei fatti, quali possono essere le singole posizioni e le responsabilità individuali”
Si è svolto lo scorso sabato 13 aprile, presso la sala conferenze della “Casa del Vendemmiatore”, in presenza di un folto pubblico, un incontro dal titolo Acqua e Dissesto “Atti ed Attori” organizzato dall’Amministrazione Comunale di S. Venerina.
L’incontro voluto fortemente dal Sindaco Pappalardo, ha messo in luce le varie fasi amministrative che hanno portato alla conclusione del contratto di gestione del servizio di potabilizzazione delle acque (rectius trattamento delle acque ad uso umano), sulle vicende giudiziarie trascorse ed ancora in corso e sulle conseguenze della mancata sospensione dell’esecutività del Lodo arbitrale, culminate con la inevitabile dichiarazione di dissesto economico dell’Ente.
Il programma ha previsto dapprima la proiezione di un filmato relativo alla ricostruzione cronologica di tutti gli atti amministrativi e le vicende succedutesi dal 2002 sino al lodo arbitrale.
Dopo il primo filmato è intervenuto l’Avv. Prof. Sergio Marullo di Condojanni , difensore dell’Ente nel procedimento ancora in corso presso la Corte d’Appello di Roma, il quale ha relazionato sulle vicende relative all’impugnativa, mostrando un equilibrato ma ragionevole ottimismo sulla possibilità di vedere in positivo le sorti finali del contenzioso.
A seguire c’è stata la proiezione di un secondo filmato, relativo agli effetti del dissesto sull’Ente e sulle famiglie, con il quale si è messa in comparazione la pressione tributaria tra i comuni non dissestati e quelli dissestati e, nel quale è emerso come, a causa della contingenza economica nazionale e dei mancati trasferimenti statali e regionali dal 2003 ad oggi (per il Comune di Santa Venerina tagli per € 1.107.000/annui), si sia già alla soglia del massimo di pressione fiscale per i cittadini.
A S. Venerina il dato di aumento più rilevante, con il passaggio in regime di dissesto finanziario, sarà l’IMU sulla prima casa che approssimativamente, passerà dal 4 al 6/1000 e da una prima sommaria valutazione inciderà per circa € 100 – € 150 a famiglia.
Il Sindaco poi ha chiuso la serata precisando che “l’appuntamento non vuole essere un momento di condanna nei confronti di nessuno ma un doveroso racconto dettagliato dei fatti, così come sono andati, dovuto ai cittadini”. Ha aggiunto ancora “saranno i cittadini a valutare ora, dalla conoscenza dei fatti, quali possono essere le singole posizioni e le responsabilità individuali. Io per primo non mi sottraggo alle mie responsabilità morali e politiche, perché Sindaco in quel 2002, anche se ero estraneo alla trattazione ed alla votazione, e poi all’immediato evolversi degli atti, essendo impegnato fisicamente, come ricordano tutti, nei primi soccorsi al paese ed ai cittadini in difficoltà per i danni del sisma 2002 registratesi solo qualche ora prima”.
Il Sindaco Pappalardo ha fatto emergere con determinazione anche l’impegno successivo al suo secondo mandato, chiusosi nel maggio 2003, per risolvere la questione, e cioè da quando in qualità di Vicepresidente dell’ATO Acque, si fece promotore affinché l’intera gestione dell’acquedotto passasse all’ATO stesso (sollevando quindi il Comune), e poi, una volta rieletto sindaco, dal 2008 ad oggi, contrastando in ogni sede ed in ogni modo l’oneroso contratto per la gestione del trattamento delle acque .
Nella serata sono stati chiariti altri nodi centrali della materia che trasmessi sino ad oggi in maniera equivoca hanno ingenerato confusione nei cittadini:
– prima fra tutte la questione relativa alla impraticabile accordo transattivo firmato nel febbraio 2008 tra il sindaco Ferlito e la società concessionaria, presentato per l’approvazione in Consiglio comunale, che prevedeva l’accensione di un mutuo per € 2.990.000, per la chiusura dell’accordo stesso , il quale, giustamente e motivatamente, non fu mai approvato. L’accordo transattivo era, difatti, privo dei visti necessari per la sua regolare approvazione ed inoltre, ora come allora, non era possibile accendere mutui per pagamento di servizi ma solo per l’acquisto degli impianti, pena lo sforamento del Patto di stabilità;
– In secondo luogo, la questione della “condanna in contumacia” e la “mancata procura all’avvocato” inerenti il lodo arbitrale, enfatizzate dalle opposizioni, risultata essere tra i motivi del ricorso alla Corte di Appello di Roma poiché, come chiarito in termini normativi e giurisprudenziali, non esiste la condanna in contumacia ne la necessità della procura a rappresentare le parti nella procedura arbitrale del lodo.
Dopo la chiusura diversi gruppi si sono attardati commentando i contenuti della conferenza. L’argomento rappresenterà certamente la centralità della imminente campagna elettorale comunale anche perché la materia, nella sua complessità e nell’arco temporale in cui si è sviluppata, ha visto il concorso di parecchi esponenti della politica locale ora presenti a vario titolo in tutti e quattro gli schieramenti elettorali che si profilano impegnati nella competizione di giugno.
Orazio Giovanni Vecchio
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