Un artista simbolo di riscatto: Nino D’Angelo

IMG_4908

RECENSIONI

A cura di Giuseppe Lubrino

Gaetano D’Angelo, in arte Nino, nato nel 1957 a San Pietro a Patierno, un quartiere periferico di Napoli, esordisce come cantautore nel 1976 con l’album “’A storia mia”, di genere melodico napoletano. Negli anni ’80, rivoluziona la canzone partenopea, rendendola pop, e si impone all’attenzione nazionale. Scrive “Nu jeans e na maglietta” nel 1982, brano che lo consacra, con il plauso o il disappunto di molti critici, come il cantante del momento.

IMG_4911

Prosegue su questa linea, scrivendo con Casaburi “Sott’ e stelle”, “Maledetto treno”, “Vedrai”, “Forza campione”, siamo nel 1983. Nello stesso periodo debutta come attore, ottenendo un grande successo con il film “Nu jeans e na maglietta”, arrivato secondo a “Flashdance”, un’icona cinematografica di quegli anni. Nel 1984, Nino vola a New York per girare “Uno scugnizzo a New York” e incide l’album “Le due facce. Nino D’Angelo”, oggi noto come “Popcorn e patatine”. Questo album vede la collaborazione di Vincenzo D’Agostino, autore del recente successo “Rossetto e caffè” per Sal Da Vinci.

A livello nazionale, Nino si afferma anche come attore, partecipando a film di “serie B” che riscuotono incassi notevoli al botteghino, collaborando con attori come Enzo Cannavale, Sebastiano Somma e Bombolo. Nel 1985incide “Eccomi qua”, un album che include successi come “Nun tengo ‘o coraggio”, firmata da Enrico Ammendola. Nel 1986, sale sul palco dell’Ariston con la celebre “Vai” e incide l’album “Cantautore”, che contiene la nota “Fotoromanzo”.

Nino D’Angelo, ormai figura consolidata nel panorama musicale napoletano, ha raggiunto l’apice della sua carriera nel 1987. In quell’anno, l’artista ha calcato palcoscenici internazionali di prestigio, esibendosi all’Olympia di Parigi e al Wembley di Londra, ottenendo riconoscimenti e  consensi anche all’estero.

IMG_4908

Contemporaneamente, ha prodotto e inciso l’album “Cose di cuore” con la BMG, sotto la supervisione del maestro Vince Tempera, noto per le sue collaborazioni con artisti italiani di spicco.

Questo periodo ha segnato una svolta significativa nella sua produzione musicale. D’Angelo ha esplorato nuove sonorità con album come “Il cammino dell’amore”, che ha visto la collaborazione di Gigi D’Alessio, e “Le canzoni che cantava mamma”, un omaggio ai grandi Modugno e Carosone. In concomitanza con questi cambiamenti musicali, l’artista ha modificato anche il suo aspetto, abbandonando il suo iconico caschetto biondo.

Il 1989 ha visto l’uscita di “Inseparabili” e “Amo l’estate”, quest’ultimo contenente “Ormai sì ‘a mia”, un brano destinato a diventare un classico della musica napoletana. Tuttavia, questo periodo è stato segnato da un profondo dolore personale. Nel giro di soli 11 mesi, D’Angelo ha subito la perdita di entrambi i genitori, un evento che lo ha colpito profondamente, soprattutto la scomparsa della madre, a cui era particolarmente legato. Proveniente da una famiglia umile, con origini nel mestiere di calzolai, D’Angelo ha affrontato anche un periodo di depressione, mettendo in discussione la sua stessa carriera musicale. Sposato con Annamaria e padre di due figli, Antonio (regista) e Vincenzo (giornalista sportivo), l’artista si è trovato a lottare con la sofferenza e la perdita. Dopo un periodo di “pausa”, Nino riprenderà a scrivere canzoni, ma cambiando nuovamente genere: “E la vita continua”, album in cui Nino scrive l’ormai classica napoletana: “Mente-cuore”, “Nun te pozzo perdere”. Quest’album, nonostante il successo e l’elevato numero di copie vendute, non riceve la risonanza che meritava – a mio modesto parere – poiché in questo album Nino ha il piacere, e direi l’onore, di ospitare come musicista il celebre artista statunitense Billy Preston, definito da molti il V dei The Beatles. Notizia che all’epoca non fece scalpore come lo avrebbe fatto – ad esempio – in un album di Jovanotti. Questo aspetto – ma anche molti altri – fanno rilevare che la carriera di quest’artista, venuto fuori dal “nulla”, che ha avuto il coraggio di evolversi sia dal punto di vista artistico che personale, è contrassegnata dal pregiudizio portato avanti da una certa corrente di pensiero che mira a massificare, ideologizzare e politicizzare tutto. Nino D’Angelo, fin dagli anni ’80, è stato vittima di razzismo musicale! Nel 1993, aiutato da alcuni critici che lo “riabilitano”, tra cui Goffredo Fofi, l’attore Lino Banfi e Baudo, Nino incide un album autobiografico: “Tiempo”, che contiene un altro classico napoletano interpretato anche da Raiz, “Ciucculatina da Ferrovia”. Nel 1997, Nino D’Angelo collabora con Roberta Torre, scrivendo le musiche per il film “Tano da morire”, ottenendo il David di Donatello come miglior musicista.

IMG_4907

Il suo genere musicale, in costante evoluzione, si consolida come classico napoletano moderno con influenze etniche. L’album “‘A un passo da città” contiene canzoni iconiche come “Chesta sera” e “E io te credo”. Affronta temi sociali, come l’emarginazione giovanile e i problemi del Sud, anticipando tematiche poi riprese da altri. Incide “Senza giacca e cravatta” (1999), partecipando a Sanremo e vincendo discograficamente. Nel 2001 pubblica “Terranera”, affrontando temi ambientali. Nel 2002, festeggia i 25 anni di carriera con l’album “La festa” e partecipa a Sanremo con “Mari” brano ritmico e che ricorda le tipiche serenate della tradizione napoletana. Nel 2003, presenta “‘O schiavo e o rre” e partecipa a Sanremo con “‘A storia e niscune”. Brano che tratta temi di redenzione e coscienza. Tale brano nel 2005 lo ha cantato anche in coppia con il grande Massimo Ranieri che poi lo ha successivamente inciso in un suo album in cui raccoglie brani dell’antologia partenopea. Nello stesso album vi è anche il brano “ Dopp’e mura” che tratta dei giovani reclusi nei carceri minorili.

Nel 2005, Nino D’Angelo pubblica “Ragù con la Guerra” in cui racconta la faida di Scampia, “Brava gente”, e propone anche alcune sue considerazioni sulla guerra in Iraq, “Odio e lacrime”. “L’eroe” è dedicata ai caduti a Nassiriya. Nino canta l’amore per Napoli, la sua terra che vede martoriata e mortificata ogni giorno: “Bella”.

Nel 2008, Nino pubblica un album in omaggio al noto Sergio Bruni, e questo lo porterà al Teatro San Carlo di Napoli, dove, con il compianto maestro Roberto De Simone, terrà uno spettacolo in onore alla “voce di Napoli” Sergio Bruni: “Memento: Momento per Sergio Bruni”.

Nel 2010 parteciperà nuovamente al Festival di Sanremo con “Jammo ja”. Poi, nel 2012, incide “Tra terra e stelle” e nel 2019 “6.0”, in cui ospita come arrangiatore nel brano “Ultrà”, dedicato a una vittima della violenza sugli stadi, il celebre e compianto Franco Battiato.

IMG_4909

Nel 2021 esce il suo ultimo album inedito, “Il Poeta che non sa parlare”. In tale album, Nino ospita Tony Servillo nel brano “Pane e canzone”, James Senese nel brano “Vivere è muri” e Rocco Hunt nel brano dedicato all’inclusione dei migranti: “Chillo è comm’a tte”.

Nino D’Angelo è simbolo e paradigma di “riscatto” sociale. È un artista a trecentosessanta gradi ed è uno dei migliori cantautori italiani. Tuttavia, a causa di una certa “casta musicale”, è poco valorizzato nel nostro paese. Nino vanta, tra l’altro, un’amicizia trentennale con il compianto Pino Daniele, che negli anni 2000 lo ha definito un grande artista, un intellettuale di strada, e ha invitato i giovani a scoprirlo. Ha conosciuto Diego Armando Maradona e Massimo Troisi, ed è amato e apprezzato da Sophia Loren e da Giancarlo Giannini. Nino D’Angelo è un esempio concreto di resilienza ed è la prova tangibile che il talento, unito al sacrificio, presto o tardi ripaga sempre.