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LE ODI

LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi

NEVE

Ti portero’ con me sull’Olimpo a chiedere agli dei un innesto per possedere il tuo candore.

NUOVA INSONNIA

Timoniere al largo di inaccessibile porto di quiete mi trovo. Tra qualche ora tirar su kg 80 di massa corporea, del nuovo giorno abbozzato schema, fa fatica, fa bestia da soma.

FIGLIUOL PRODICO

SCHIZZI

Sto senza specchio dalla parete staccato. Buon per me, cosi’ non guardo piu’ la mia faccia da eterno immusonito.

SCHIZZI

Vengo da spazio lontano e da un antico tempo. Per amore credo mi stia trattenendo oltre il dovuto mentre il cuore ritorna al remoto, quando di Dio ero solo un pensiero.

SCHIZZI

Per fame o per amore il rocambolesco cadere.

SCHIZZI

Incastonato al centro di un fiore reciso il perduto aleggiare piango.

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LUDOVICO ANASTASI E LA POESIA

RECENSIONI/INTERVISTE E REPORTAGE

A cura di Maria Cristina Torrisi

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LE ODI

LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi

 

VENTO

Da tre giorni e tre notti vesti leggera brezza senza scatenare in me tempesta alcuna. La bonaccia mi rattrista, raduna ricordi come armata in avanzante ascesa dal fu di ieri all’oggi triste piu’ di allora. Dicono vestiro’ la fronda con tumulti a schiera dentro l’anima e il cuore a battere fino a sera, a tarda ora.

 

odi

 

IL CAPPELLO A FALDE LARGHE

Non necessario al gentile inverno isolano mi modella i capelli a suo piacimento cosi’ che con la mano li sistemo allo specchio piu’ del dovuto, vezzo di compiacimento nel lento ragguaglio di cosa sono stato durante il giorno.

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ALFREDO BRUNI E LA POESIA

RECENSIONI/INTERVISTE E REPORTAGE

A cura di Maria Cristina Torrisi

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LE ODI

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LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi

 

Ho smesso il mio mieloso pregare, c’e’ un grande via vai nel mondo. In tempi lontani scrissi che sulle ginocchia di Dio avrei voluto giocare. Afflitto dal peso mi sono perso e al lumicino sono ridotte le speranze del gioco. Meglio fossi nato gatto o uccellino.

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I RIMPROVERI

 

Sconsolate le altitudini mi cercano mentre girovago sull’orlo dell’abisso, io, effimero carezzato dall’Eterno affinche’ non smarrissi mai il giudizio ora, smarrito, in questo inizio d’inverno, gravi giudizi attendo.

 

 

 

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