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LE ODI

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Le Odi

A cura di Ludovico Anastasi

 

L’ESILIO

 

E se volessi poetare di arcobaleni, di fiori, di mari, di romantiche lune, dentro l’anima dovrei scavare mille e piu’ pozzi per trovare placide acque dove specchiarmi.

 

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INCONTRI

 

E colsi un fiore dallo sguardo narciso, l’io esisto anima e corpo nel contenzioso col mondo. Negli occhi il fiore cerca un raggio piu’ caldo, al giaciglio del desiderio diretto. Eppure, a nascondiglio di noi, indossiamo l’usbergo.

 

Ci vorrebbero esatte istruzioni d’uso per baciare la mano al bimbo dormiente attraccando la nave al suo porto dopo le tempeste al largo affrontate, nel mare lontano degli anni con approdato liberatorio pianto a dirotto.

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LE ODI

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LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi

 

 

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Alla sorgente dell’anima, arrampicati ci parliamo a singhiozzo. Tassello dopo tassello della tua bellezza ho allestito il mosaico. S’apre improvviso lo sguardo sul mare aperto, immenso. Fulmineo e’ il tuffo nuotando da pazzo verso lo specchio d’acqua che di noi faccia un tutt’uno e tutto d’un fiato prima che il mare ingrossi, mi renda cieco.

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LE ODI: AMURI

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Le Odi

Mi chiedo spesso se è vero che un tempo si riusciva ad essere più distesi. E più sereni. C’era come un punto di ancoraggio che ci infondeva una certa sicurezza interiore. Anni fa eravamo più attenti a cogliere le voci e i volti della natura. Pare che ci danzassero attorno. Trasformando i nostri sentimenti in soavi sguardi di contemplazione. Ed anche in slanci di amore. Vorrei tanto che questi versi, scritti in una notte d’estate dei miei anni “giovanili”, ci riportassero a rivivere un sogno lontano:

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Amuri, amuri, amuri, amuri, amuri è comu a terra mia arsa di focu: ccu suli ch’accarìzza e poi t’avvampa e l’ùnni ca ti vòlunu abbrazzàri

e u celu azzurru, lìmpidu, sirénu e i pàmmini d’alìu gemmi ‘ntricciàti e i préuli su chini di pinnénti e sciàuru di must...

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LE ODI

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LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi

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LO SPECCHIO

Mi ritorna una immagine straniera: le fiato sopra, faccio una x per cancellarla. Lei, caparbia, resta: piu’ annoiata, immusonita, quasi offesa dal mio far finta di non conoscerla. Apro l’acqua calda per appannarla: il vapore condensa e cola, fa lacrime in riga dritta. Cosi’ riappare la mia faccia: segno una virgola…e’ gia’ cancellata.

UN AMORE

Ti porterei nel cuore di un malinteso perche’ mai si chiami caso, fortuito incontro, ma richiamo, distesa eco dalle grotte dell’universo piu’ remoto. Col consenso degli Dei, un bacio sigillato dal mistero.

DI NOSTRA FINE

Avra’ pure un suo felice peso, leggero, senza tornaconto, qualcosa di umano, anche per difetto, in senso buono, come lo stizzito viso di un bambino per un gioco perso: nulla di ...

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Per non dimenticare: Alda Merini

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Per non dimenticare…
A cura di Sara D’Angelo

Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.

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Forse è la sua preghiera.
A dieci anni dalla morte della poetessa Alda Merini numerosi sono stati gli eventi per celebrare la sua memoria. Poetessa dei Navigli, guerriera di una guerra senza tregua, prigioniera di un ingarbugliato viaggio destinazione sè stessa.
Alda Giuseppina Angela Merini nasce a Milano il primo novembre 1931. Cresciuta in una famiglia benestante, il padre era un assicuratore e la madre donna di superiore cultura, pur non avendo avuto particolare propensione allo studio...

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