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PILLOLE: IL DIRE E IL FARE

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ATTUALITÀ
di Antonino Leotta

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L’obiettivo ideale è coniugare il dire col fare. Un obiettivo producente. Arricchente per sé e per gli altri. Un obiettivo coerente. Perché concretizza nell’azione i contenuti di una idea espressa. Diciamo che il fare accompagna il dire e diventa il frutto del pensiero.
Capovolgendo l’ordine dei due termini “dire e fare”, l’antica saggezza popolare siciliana si esprimeva nel detto “l’òmu di bona cusciénza, comu òpira accussì pensa”. L’operare che lascia trasparire la rettitudine del pensare. Ma forse si tratta di una deduzione che pone la saggezza del pensiero a fondamento del coerente agire. In ogni caso, si mantiene sempre la relazione tra dire e fare.

In effetti, spesso spendiamo parole che, in una immagine diffusa, si assomigl...

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PILLOLE: SILLOGISMI

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Attualità

A cura di Antonino Letta

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Vale la pena di riscoprire che il nostro modo di parlare e di scrivere può avere o darsi una sorta di struttura.
Direi che l’invenzione aristotelica del sillogismo ha una sua validità.

Dai banchi di scuola ricordiamo che il sillogismo si concretizza in tre affermazioni:
1. Una affermazione maggiore
2. Una affermazione minore
3. Una conseguenza affermativa.
La regola fondamentale è che le due prime affermazioni (la “maggiore” e la “minore”) devono essere vere. Solo in tal caso la conseguenza finale sarà vera. Praticamente, se affermo un falso in partenza, la conseguenza o la conclusione sarà sicuramente falsa.

Applichiamo la teoria con due esempi: il primo esempio rispetta la regola, mentre il secondo esempio afferma un falso e, consegue...

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PILLOLE: L’ARCANA FORZA DELLA LETTURA

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Attualit
L’ARCANA FORZA DELLA LETTURA
A cura di NINO LEOTTA

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La signorina Burrittazza (Grassi-Bertazzi) era una maestra avanti negli anni che insegnava alle alunne delle elementari statali di San Giovanni Nepomuceno. Abitava da sola al secondo piano di un piccolo edificio in Via Romeo. Al primo piano vi alloggiava una mia zia sposata, sorella di mia madre. Le nostre abitazioni erano così vicine che i balconi del lato-cucina, che davano su un vicolo, si distanziavano di pochi centimetri e mi consentivano di spostarmi con facilità da un appartamento all’altro. Avevo modo, così, di seguire anche alcuni movimenti della maestra Burrittazza.
La scaletta di marmo bianco che portava al piano della sua abitazione era stretta e alquanto ripida...

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PILLOLE: IL VALORE DEL LINGUAGGIO

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Attualità

A cura di Nino Leotta

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In terzo liceo ho avuto un insegnante di Italiano che era anche un cultore della “lingua” siciliana. In quell’anno scolastico Mons. Francesco Pelluzza volle assegnarci un compito scritto dal titolo: “Pàrra, quantu ti vìu” (parla, esprimiti, così avrò modo di “vederti”). Il “vìdiri” (vedere) siciliano è cogliere la pienezza della manifestazione di una persona. Quando, in qualche modo, lascia trasparire il suo animo, i suoi pensieri, le sue impressioni, i suoi sentimenti ecc… E’ il “cognoscere” latino che va oltre la semplice conoscenza fisica, oltre l’apparire. Avviando una analisi introspettiva che punta alla scoperta dell’essenza della persona...

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