RECENSIONI ED EVENTI
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L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI
Romanzo giallo dal tocco femminile, raffinato nello stile, affascinante e intrigante nella trama. È ‘Sixty’ (Algra Editore), il quarto lavoro dell’esuberante Caterina La Rosa La Rocca, collaboratrice della redazione di Nuove Edizioni Bohémien.
Il personaggio principe è fortemente carismatico e mi riporta alla scrittrice, oggi mia ospite per la consueta rubrica “L’intervista”.
1 Caterina, sei al tuo quarto romanzo. Un nuovo avvincente giallo. Perché prediligi questo genere più adrenalinico?
– Perché questo genere ? Perché Il giallo mi permette di entrare nell’ animo dei personaggi, in situazioni fuori dal normale, di indagare sulle loro reazioni quando si trovano ad affrontare problemi più grandi di loro. Spesso i miei personaggi scoprono un lato di sé stessi che non immaginavano neanche lontanamente di possedere, sia nel bene che nel male. Non conosciamo mai abbastanza noi stessi ma solo quello che siamo nella nostra quotidianità. Come ci comporteremmo se improvvisamente la nostra vita prendesse un’ altra direzione? Se uscissimo dalla nostra “ comfort zone” per scelta o per un evento improvviso e ci trovassimo a vivere una vita completamente diversa? E’ questo che amo immaginare e scrivere nei miei romanzi.
2 Chi è Victoria e cosa simboleggia?
– Victoria è’ una donna che cerca di uscire dalla gabbia dorata in cui vive un po’ come Nora , la protagonista di Casa di bambola di Ibsen, ma non ne e’ capace . Non riesce a lanciare quel sasso nello stagno che interromperebbe la monotonia della sua esistenza, creando un nuovo dinamismo, una nuova vita. Sarà il destino a cambiare la sua esistenza a metterla in gioco , improvvisamente, nel giorno del suo sessantesimo compleanno.
3 Credi che il messaggio dell’amore debba essere attualizzato? Ossia: si può amare sempre visto che il cuore non invecchia mai?
– L’ amore non ha età, non ha un tempo, è emozione pura e noi, essere umani, ci nutriamo di emozioni. La nostra vita priva di emozioni è solo sopravvivenza. Io interpreto l’ amore come uno scambio, di esperienze, di vita vissuta e di emozioni, a qualunque età e in qualunque modo si manifesti.
4 La tua fonte di ispirazione.
– Agatha Christie mi ha insegnato la suspence e il sospetto, Edgar Alla Poe il mistero e l’ imprevisto, Camus la casualità e l’ imprevedibilità e ancora Conan Doyle autore di Sherlock Holmes e la sua attenzione minuziosa al particolare, Scerbanenco con la sua Milano “nera”mi ha insegnato a giocare con le ombre e poi le infinite storie che leggevo da adolescente nei gialli Mondadori che in casa non mancavano mai.
5 Ti definisco una scrittrice moderna che non solo sa stare a passo con i tempi ma credo li superi.
– Grazie per la definizione. Lo apprezzo molto perché, avendo fatto studi classici e avendo insegnato letteratura straniera per tanti anni nei licei, rischiavo di venire influenzata da un genere di scrittura codificata da certi schemi e da un certo linguaggio. Credo piuttosto che certi temi come l’ amore, la paura dell’ignoto, la solitudine e il cambiamento siano temi universali, presenti in ogni epoca forse oggi ancora più presenti che in passato. Io mi limito a inserirli all’ interno di una storia, nella cornice di un giallo, un rapimento, un crimine, che fa da trama, ma sono i sentimenti i veri protagonisti del romanzo non le vicende nelle quali essi vengono coinvolti, anche se gli eventi hanno un ruolo importante, ma ancora più importante è il modo in cui essi li gestiscono o li subiscono.
6 Ambientazione “tipicamente” americana. Perché la scelta di tali contesti?
– Ho scelto la provincia americana perché essa rappresenta l’ opposto delle grandi metropoli. E’ in quelle piccole cittadine che, dietro una quiete apparente, avvengono dei fatti imprevedibili . La vita tranquilla di Victoria, bibliotecaria sessantenne una donna apparentemente serena e appagata con un marito, un lavoro e una bella casa, cambia drasticamente. Ho voluto contrapporre la monotona tranquillità di una città di provincia americana al caos mentale ed esistenziale che sconvolgerà la vita della protagonista, Victoria Wilson.
7 A chi vuoi dedicare questa tua nuova fatica letteraria?
L’ ho dedicata alle mie figlie, Helena e Sarah e insieme a loro a tutte le donne che affrontano il cambiamento con coraggio e una luce speciale negli occhi, che illumina il mondo.
8 Quanto c’è di Caterina in Victoria e viceversa?
C’ è tanto. Non a caso ho iniziato il libro proprio quando ho compiuto i miei sessant’anni da cui il titolo, Sixty, e ci sono tutte le donne che arrivate ad un’età fanno il bilancio della propria esistenza e hanno il coraggio di rimettersi in gioco, nonostante tutto. Questo è un romanzo diverso rispetto ai precedenti, lo definirei un giallo rosa con dei toni drammatici ma anche ironici, introspettivo ma anche descrittivo, incalzante ma a tratti anche leggero, avvincente e intrigante come deve essere un giallo. Tuttavia credo che stia ai lettori dare una definizione perché ogni lettore vede in un romanzo qualcosa che lo rappresenta, un personaggio in cui si riconosce, che può amare o odiare e una storia che gli crea un’ emozione.
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