Settimana di incontri formativi e testimonianze su giornalismo ed educazione promossa dall’Istituto Comprensivo di Santa Venerina

A cura di Nhora Caggegi

4<<Rimettere nel cuore un pensiero è sinonimo di ricordare, non bisogna mai dimenticare le voci scomode che spesso hanno pagato con la vita  il loro impegno  e ci  dimostrano che noi possiamo cambiare il mondo cambiando noi stessi>>

Dal 6 all’11 maggio, per iniziativa dell’Istituto Comprensivo di Santa Venerina e con il patrocinio del Comune di S. Venerina, dell’Ordine dei Giornalisti, della Fondazione Cutuli, dell’Unicef, dell’associazione Sto.Cu.Svi.T. e tanti altri enti privati e aziende del territorio, nell’aula magna dell’Istituto ha avuto luogo un ciclo di conferenze  su “Storie di impegno civile: giornalismo ed educazione” a cominciare dalla testimonianza di  Maria Grazia Cutuli, originaria di S. Venerina, uccisa in un agguato in Afganistan il 19 novembre 2001.  La prima giornata incentrata sull’impegno civile della Cutuli, è stata riservata in due turni distinti agli alunni della V classe della scuola primaria e a quelli della prima media; la seconda, distintamente, agli alunni della seconda  e  terza media; gli incontri sono stati tenuti da due docenti e giornalisti pubblicisti locali, Giovanni Vecchio e  Salvatore Musumeci, i quali si sono avvalsi anche di  un interessante video sulla Cutuli dal titolo “Una storia ancora da raccontare” realizzato dalla scuola di giornalismo “Ilaria Alpi” dell’Università di  Bologna con il quale è stato ripercorso l’itinerario professionale di Maria Grazia Cutuli dall’esordio come collaboratrice del quotidiano La Sicilia e dell’emittente televisiva Telecolor di Catania,  fino al trasferimento a Milano, dove lavorò  per diversi periodici e per Epoca; a metà degli anni novanta iniziò ad operare per il Corriere della Sera e a svolgere la sua attività di inviato nelle aree più a rischio del mondo per dare voce agli ultimi e raccontare con i suoi articoli la verità al di fuori delle veline ufficiali. Nel 2001, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 di New York, si recò in Afghanistan. Il 19 novembre dello stesso anno, mentre si trovava nei pressi di Sarobi, sulla strada che porta a Kabul, venne assassinata insieme all’inviato del quotidiano “El Mundo” Julio Fuentes e a due corrispondenti dell’Agenzia Reuters, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari. 1Quello stesso giorno, uscì sul Corriere della Sera il suo articolo “Un deposito di gas nervino nella base di Osama”, l’ultima sua scoperta prima dell’assassinio.  Durante gli incontri sono state mostrate le immagini della prima edizione del Premio Internazionale di Giornalismo “Maria Grazia Cutuli”, svoltasi a S. Venerina, per iniziativa del Comune e del Corriere della Sera, di cui si occupò attivamente lo stesso Musumeci, il quale ha ricordato che qualche giorno dopo l’uccisione di Maria Grazia, da presidente vicario del Consiglio Comunale, fece approvare la delibera per intitolare alla giornalista uccisa la sala consiliare del Comune. << Maria Grazia soffriva dietro una scrivania, voleva a tutti i costi raccontare ciò che tutti non vedevano, voleva dar voce a chi soffriva (soprattutto donne e bambini), a esseri umani diversissimi da noi, da sé, ma le cui storie umane meritavano di essere condivise. Ella viaggiava per conoscere e raccontare storie di vita, ma anche per ritrovare se stessa>>. Queste le parole del preside Vecchio nel presentare la giovane giornalista. A sua volta il prof. Musumeci ha aggiunto che <<rimettere nel cuore un pensiero è sinonimo di ricordare, non bisogna mai dimenticare le voci scomode che spesso hanno pagato con la vita  il loro impegno  e ci  dimostrano che noi possiamo cambiare il mondo cambiando noi stessi>> ed ha riportato le cifre dei giornalisti uccisi solo nel 2012 nell’adempimento del loro dovere di cronisti. Nell’incontro con gli studenti di terza media è intervenuto pure il giornalista professionista locale dott. Orazio Vecchio, il quale fu uno dei vincitori della prima edizione del Premio Cutuli e svolse uno stage di giornalismo nel Libano. Egli si è soffermato sulla professione di giornalista in generale ed ha sottolineato come  per essere bravi giornalisti non è necessario recarsi nei posti a rischio del mondo; anche nel nostro ambiente di vita si possono raccontare storie e denunciare le ingiustizie, perché spesso la notizia è dietro l’angolo. Il burqa, i bambini-soldato, le donne afgane: su questi argomenti  i docenti hanno letto estratti di  articoli della Cutuli mentre alcune alunne hanno declamato dei pensieri sulla donna di Shakespeare e della Fallaci. La dirigente scolastica  prof.ssa Mariangiola Garaffo, nel rimarcare il valore formativo dell’iniziativa, ha detto che <<la vera notizia non sta sui social network, o in tv… , ma nei fatti che i giornalisti ci descrivono  interpretando il loro ruolo con coscienza>> ed ha aggiunto che <<il senso della professione dei giornalisti non è fare questo lavoro per denaro, ma per passione, quella stessa passione che spesso li dirige verso il pericolo>>. 3

 Nella giornata di venerdì 10 e sabato 11 maggio gli alunni della scuola secondaria di 1° grado hanno incontrato il giornalista di Rai News 24  Salah Metnani e Alessio Genovese, ambedue vincitori del Premio Cutuli del 2012, i quali hanno presentato la loro esperienza in zone a rischio o in luoghi di cui i mass media non parlano in modo veritiero, documentando il loro discorso con servizi filmati da loro realizzati. Genovese, giornalista e inviato di successo, trapanese di origine, ha  scoperto che nell’edificio dietro casa (centro espulsione immigrati), si torturavano gli immigrati rinchiusi, spesso senza ragione. Uomini, padri di famiglia, i quali non meritavano di essere incarcerati. Tra loro qualcuno, lì da 26 anni, aspettava solo il permesso di soggiorno rinnovato. Un alunno ha chiesto come sia stato possibile girare all’interno con una videocamera, mettendo in dubbio la legalità di quest’atto. Il giornalista ha però spiegato che quell’istituto non è una galera, non è una comunità, e il vero atto illegale sta nei soprusi che in esso avvengono, conciliando la descrizione cruda dei fatti con una comunicazione capace di attirare l’attenzione di ragazzi e ragazze  in età preadolescenziale, invitando lo stesso alunno  a porre direttamente le domande ai suoi compagni, immettendo nell’incontro quel pizzico di allegria che non guasta durante la trattazione di argomenti tanto freddi e spesso crudeli. Presente dunque a questo incontro anche l’altro vincitore del premio, Salah Methnani, nato in Tunisia, dove si è laureato in Lingue e letterature straniere. Vive in Italia dal 1988 e lavora a Roma come traduttore di libri arabi e corrispondente dai Paesi arabi per Rai News 24. Il suo intervento si è proprio basato sul senso dell’ ”impegno civile, manifestato  – ha detto – dagli stessi docenti che hanno accettato di far partecipare gli alunni al ciclo di conferenze.”. Egli come inviato in questi ultimi anni ha raccontato con parole e immagini gli avvenimenti della cosiddetta primavera araba del 2011 e ultimamente ha documentato le condizioni dei profughi della Siria.  Poco si racconta per esempio in tv su questo argomento, poco si sa, è per questo che egli ha deciso di documentare ogni cosa, per renderla nota e per dar voce a chi non ha voce, per denunciare i soprusi e le condizioni di vita impossibili tra massacri e bombardamenti. Interessante anche il servizio realizzato dalla mediatrice culturale Maria Francesca Zappalà, che ha posto diverse domande ad extracomunitari che si trovano in Italia , i quali hanno parlato della loro condizione e delle loro aspettative.

2

Il pomeriggio di venerdì 10 maggio, nei locali della “Casa del Vendemmiatore, si è svolta una tavola rotonda rivolta alle famiglie e al pubblico adulto, coordinata da Anselmo Roveda, giornalista-scrittore, condirettore redazionale del mensile Andersen, sul tema “Impegno civile, giornalismo ed educazione”. Vi hanno preso parte Genovese, Metnani e la mediatrice culturale Zappalà. I saluti introduttivi sono stati rivolti dalla dirigente scolastica Garraffo, dal sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi Giuseppe Murabito e dall’assessore alla Cultura dello stesso Consiglio Salvo Casella. Con l’ausilio di filmati e con la sollecitazione delle domande di Roveda, gli ospiti hanno affrontato le tematiche più scottanti relative alla professione giornalistica, specialmente degli inviati. Sono intervenuti per sottolineare molteplici aspetti dell’impegno civile dei giornalisti l’assessore alla Cultura e P.I. del Comune di Santa Venerina avv. Orazio Giovanni Vecchio, in rappresentanza del sindaco, il vicesegretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Luigi Ronsisvalle, in rappresentanza della Fondazione Cutuli, il giornalista Giuseppe Vecchio, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, il giornalista dott. Orazio Vecchio, Vincenzo Lorefice, presidente Unicef Catania, il preside Giovanni Vecchio, presidente onorario dell’associazione “Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale”, mentre il prof. Salvatore Musumeci ha curato la presentazione dei contributi musicali del percussionista Ninni Simonelli, della mini-cantante Marika Tomarchio e del Coro della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo “Santa Venerina Pueri” diretto dal M° Giuseppe Musumeci, che è stato molto gradito dal pubblico.