Salute e Benessere
A cura di Federica Zanca
“Il viso è capace di mentire e dire la verità e spesso fa entrambe le cose contemporaneamente.
Contiene allora due messaggi: ciò che il bugiardo vuol nascondere e ciò che vuole mostrare”.
P. Ekman “I volti della menzogna”.
Da sempre l’uomo deve essersi posto il problema di riuscire a scoprire chi mente. Riuscire a capirlo poteva essere molto importante, ad esempio, con i capi delle popolazioni vicine quando promettevano un patto di non belligeranza.
Può essere utile anche oggi nei rapporti con il nostro partner, con i figli o con il nostro datore di lavoro, prima di puntare il dito ingiustamente o di riprendere senza motivo!
Usando metodi di diverso tipo, più o meno empirici e fantasiosi, si è sempre cercato di trovare un modo per capire se un individuo mentiva, magari facendogli infilare la mano nella bocca della
verità. Ai nostri giorni si può ricorrere al poligrafo, macchina della verità che registra i cambiamenti fisiologici che avvengono nel corpo di un individuo sottoposto ad una serie di domande; si assiste all’alterazione de battito cardiaco, della pressione sanguigna, alla modificazione del suo respiro, ala
variazione della sua sudorazione.
Si narra che, anticamente, in Cina si ricorresse ad un metodo più semplice: prima di sottoporlo ad interrogatorio gli si metteva in bocca una manciata di riso. Dato che la paura riduce fisiologicamente la produzione di saliva, se il riso fatto poi sputare non fosse stato inumidito,
significava che il personaggio in questione era colpevole.
Fin da piccoli ci viene insegnato che certe facce non sono da fare, che certe parole non si dicono e che a certe persone occorre sorridere anche se non ci piacciono; impariamo, così, presto ad
indossare maschere che coprano le vere emozioni che proviamo in quel momento.
Bisognerebbe adottare il metodo inglese “Tu non fare domande e io non ti dirò bugie”.
Le espressioni del volto possono spesso essere mascherate da regole culturali e sociali che ci impongono di ritenere, ad esempio, che non è da uomo mostrarsi tristi o commossi, non è da manager in carriera mostrarsi deluso o amareggiato e scoraggiato, non è educato mostrarsi
indifferenti in una triste ricorrenza, ma occorre mostrare il viso di circostanza.
Quando decidiamo di nascondere la nostra soddisfazione o la nostra rabbia, mentre pronunciamo parole che abbiamo deciso di dire, cerchiamo di mantenere il viso impassibile per non mostrare emozione alcuna oppure lo atteggiamo con l’espressione che decidiamo di mostrare agli altri, ma la
mimica facciale è difficile da controllare spontaneamente e questo gli attori lo sanno benissimo.
Il nostro volto è a diretto contatto con le emozioni che in vari modi si mostrano a nostra insaputa e quando meno ce lo aspettiamo! In questo modo veniamo smascherati!
Le micro-espressioni del volto, il tono della voce, il colorito della pelle che cambia, le incongruenze tra ciò che diciamo e il linguaggio non verbale sono tutti segnali chiari evidenzianti che la persona davanti a noi non è così limpida e trasparente.
Ovviamente ognuno di tali segnali è un indizio di una possibile bugia che il soggetto potrebbe stare per dire, ma non assicura che stia sicuramente mentendo; mette in guardia.
Poi se oltre al primo segnale, si rivelano contemporaneamente anche gli altri, allora sì, abbiamo di fronte uno che sta mentendo.
Chi alza il tono di voce, mentre sta parlando, alla fine della frase, come se ci fosse un punto interrogativo, sta nascondendo qualcosa, se invece, non crede a ciò che dice, il tono si abbasserà a
fine frase, come se il respiro impedisse la fuoriuscita della bugia.
Un improvviso rossore cutaneo magari associato ad un aumento della sudorazione, indica imbarazzo, vergogna; se poi il volto impallidisce pure, la persona prova una gran paura, è in panico…forse ha paura di essere scoperta?
Se la pelle del viso perde la sua tonicità, tanto da sembrare flaccida e cadente forse l’individuo nasconde tristezza e rassegnazione.
L’incongruenza tra ciò che dice e i suoi gesti è indicativa di qualcosa che non è sincero; meglio osservare l’espressione del volto che è spontanea, non artefatta e veritiera. La persona sicura di sé non fa pause mentre parla a differenza di quella timida e introversa, ma se le pause sono lunghe e la persona mostra esitazione nel rispondere significa che sta cercando delle scuse.
Questi citati sono alcuni tra gli esempi che dimostrano come occorre osservare con attenzione certi particolari del nostro interlocutore quando non siamo certi della veridicità delle sue affermazioni.
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