RIFLETTENDO SUL VANGELO DELLA SETTIMANA: L’ACQUA CHE DISSETA

A cura di Carmela Nicolosi

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«Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».

La Samaritana non ha nome e questo accade per un motivo ben preciso: perché, al posto suo, in quella calda giornata presso quel pozzo sperduto, Gesù chiama personalmente ognuno di noi.
Gesù è stanco e per primo chiede da bere a questa donna che è ben lontana dall’ideale cristiano. E’ una peccatrice, una donna fragile, che ha sempre cercato l’amore e non lo ha mai trovato, nonostante abbia avuto cinque mariti. La donna ha una sete che le provoca una enorme arsura interiore che non si può estinguere se non con quell’acqua della Grazia che solo Dio può dare.
Ma è questo il bello di Dio: è sempre Lui ad amare per primo, è sempre Lui a fare il primo passo e non lo fa mettendo in difficoltà la donna, non la giudica, non le dice che prima deve cambiare vita e solo dopo potrà ricevere quell’acqua che toglie via la sete di amore, non si pone con minacce o rimproveri, ma con l’offerta di un più grande amore, esponendosi con l’umiltà di un povero che tende la mano («ho sete»), di chi crede che può ricevere molto da ogni altro uomo (P. Ermes Ronchi).
Ecco che allora quell’incontro con il Messia provoca un immediato e palese cambiamento di vita: la pubblica peccatrice, la ragazza fragile, la donna facile, che usciva a tarda ora per attingere l’acqua in modo da non essere vista e derisa dagli altri, ora corre dalle persone che fuggiva e il suo limite diventa occasione di annuncio (P. Curtaz).
I samaritani sono straniti: che dice questa poco di buono?
Vanno, e vedono. E credono.
Anche i nostri limiti, quindi, diventano occasione di annuncio! Sta a noi, però, decidere con quale acqua vogliamo dissetarci.