RIFLETTENDO SUL REFERENDUM “TRIVELLE”

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Attualità

A cura di Enzo Coniglio

Come era da prevedere, il referendum non ha raggiunto il 50% +1 e quindi non bloccherà le trivelle allo scadere naturale: una autentica anomalia giuridica perché ogni autorizzazione allo sfruttamento di un bene pubblico, deve avere una scadenza e non può essere a tempo illimitato.

 

Dico: come era da prevedere perché nessuna consultazione recente ha superato su base nazionale il 50%. E quindi il 32,15% dei votanti per un quesito per molti versi secondario, rappresenta un numero elevato di elettori, pari a 15.806.788 di cui l’85,4% ha votato SÌ. Si tratta di 13.500.000 di elettori, una poderosa forza elettorale che non è certo disposta a sottoscrivere la politica del governo in materia di energia petrolifera e che certamente chiede un cambiamento di rotta. Per avere una idea di grandezza, ricordiamo con il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che si tratta di una forza elettorale simile a quella del PD alle scorse elezioni europee!

 

Un segnale politico forte anche in vista del prossimo referendum sulla riforma costituzionale senza quorum in cui Renzi mette in gioco se stesso. Un giochetto puerile perché la vera politica non si gioca sulla testa delle persone ma sulle idee ed i programmi. È ora di smetterla con il partito dei Renzi o dei Salvini, o dei Berlusconi o di altri politici. A noi cittadini interessa assicurare una buona qualità di vita a noi stessi e ai nostri figli. Che Renzi si tolga di mezzo se non è in grado di assicurare questo obiettivo, è quanto mai auspicabile.

 

Nè tanto meno può essere accettata una caduta di stile come quella che utilizza dati discutibili e sbandierati come assolutamente veri. Ci si riferisce alla affermazione secondo cui con la vittoria del NO, si sono salvati migliaia di posti di lavoro; o quando si accusa qualcuno (Michele Emiliano?) di aver voluto il referendum per finalità personali. Come dire che 15 milioni di elettori attivi si lasciano manipolare da una persona (!). Sono affermazioni che offendono il buon senso.

 

Una cosa è certa: i risultati del referendum obbligheranno i governativi e la opposizione a rivedere la strategia operativa in vista del prossimo autunno e la democrazia nel nostro Paese potrebbe vivere una stagione esaltante. È il momento di noi cittadini, della democrazia diretta. Delle autonomie regionali. Non sciupiamolo!