LE ODI, RICORDI SPARSI
A cura di Ludovico Anastasi
E vi sono fili d’erba che durano attimi come gli scatti di un gatto all’abbaiar del cane. Io sapevo delle mie ali e non le ho usate sciupando ore di voli. La noia non serba frutti buoni. Lo sguardo orizzontale mi ha fatto amare i bestemmiatori, le vite precarie, la fronte alta nello sputare insulti. Un certo amico mi disse: cosi’ ti perdi! Lui prega per i suoi morti tra cui la moglie. Onore ai sofferenti. A me il bestiale travaglio di capire dove risiedono gli ipocriti.
DI MISERIE UMANE
E gia’ al mattino quei ripetuti gesti a difesa da eventi strani, dall’ignoto che cerca e scava il cuore per colpi di scena strappando applausi da parassiti spettatori. Drammaturgia da quattro soldi risparmiati per fare accumulo, capitale. Povere commedie raccontate a casa con sorrisi malcelati e nervosa alzata di spalle tanto per dire a moglie e figlie: ho rivisto gratis la sequenza dei rassegnati.
15 Gennaio 2015
LA PARTITA INFINITA
Ma come si fa a scattare in contropiede quando in difesa ci si arrocca per un pari che sappia di vittoria ed e’ invece chimera, fugace preghiera per scansare la sconfitta mentre l’angelo oscuro della vita ti dribbla sottoporta?
Gennaio 2013
STRATEGIE
E non si creda ch’io aderisca allo sconquasso, al si salvi chi puo’ quotidiano. Io sto a spasso per le mie stanze al chiuso, e mi attraverso, e mi pungo la mano per punitivo sfizio, attizzo le orecchie al passaggio di Dio che non vedo. Prendo la biro e baro.
2 Febbraio 2015
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