RICORDANDO DON ANDREA GALLO, IL PRETE SCOMODO TANTO AMATO

 A cura di Laura Pugliatti

“La libertà, il problema della droga, la lotta al capitalismo selvaggio, l’immigrazione: questi i temi per cui si è battuto…”

Don Andrea Gallo

Don Andrea Gallo

Quando muore un uomo come don Andrea Gallo l’unica cosa che possiamo fare è raccogliere tutto ciò che ha lasciato con la sua vita e i suoi insegnamenti, accogliere tutto come preziosa eredità e trarne frutto per vivere una vita autenticamente cristiana. Il prete degli ultimi, sempre attento ai più deboli, alle persone carcerate a chi dalla società veniva emarginato. Dava ascolto a chi non aveva parola e aiutava a riabilitarsi nella società chi ne veniva escluso perché “diverso”, costruendo legami basati sulla fiducia e la libertà.

Una testimonianza autentica e battagliera, contro tutti i luoghi comuni, contro il falso moralismo. Testimonianza e predicazione che vengono a volte scambiati all’interno della stessa chiesa come messaggi dal contenuto politico. Un prete “scomodo”. Dopo essere stato allontanato nel 1970 dalla Chiesa del Carmine, decide di fondare a Genova la comunità di San Benedetto al Porto. don-gallo

Ha lasciato numerosi scritti da cui possiamo trarre il suo pensiero, dove affronta le tematiche a lui più care: la libertà, il problema della droga, la lotta al capitalismo selvaggio, l’immigrazione.

Un “prete da marciapiede”, ha accolto nella sua comunità ex ladri, ex prostitute, drogati, transessuali. Don Gallo è stato in “cammino con gli ultimi” e questo suo messaggio di solidarietà totalmente cristiano l’ha reso appunto un uomo controcorrente e rivoluzionario.