Recensioni ed Eventi/Unicum 2021
A cura di Redazione Bohémien
VIDEO COPERTINE
La Rivista Nuove Edizioni Bohémien anche quest’anno ha rinnovato l’atteso appuntamento riguardante la pubblicazione dell’Unicum 2021, l’Edizione Speciale di Natale online presentata ieri, 8 dicembre, nella sala Pinella Musumeci della Villa Belvedere di Acireale.
L’evento, condiviso dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Acireale, rappresentato dall’Assessore al ramo e vicesindaco dott.ssa Palmina Fraschilla, sempre sensibile alle tematiche sociali e culturali, ha visto inoltre la presenza dell’Assessore alla Cultura, dott. Fabio Manciagli, che ha applaudito all’iniziativa.
Momenti di emozione hanno unito la redazione di questa Rivista che, nata nel 2004 in versione cartacea, annovera firme di liberi professionisti che scrivono per diletto, per rendere manifesto l’amore per Arte e Cultura, così come ricordato dall’Editore e Direttore del periodico, la giornalista e scrittrice Maria Cristina Torrisi.
Moltissimi articoli inediti tra le pagine colorate e pregne dei decori natalizi hanno inoltre animato un video che ha riportato le copertine degli interventi proposti. Diversi gli argomenti all’interno delle rubriche e tanti nuovi ingressi ad appoggiare questa realtà molto seguita.
Interventi molto sentiti sono stati quelli del caporedattore prof. Antonino Leotta, che si è soffermato a parlare dell’operato dei “Bohémiens” come mezzo di espressione; del componente di redazione Enzo Coniglio, il quale ha parlare di questa realtà che “unisce”, e della prof.ssa Graziano, che ha dato testimonianza dei suoi articoli nella rubrica Memorie.
Arte, Cultura, Attualità, Memorie, Collezionismo e Libera Informazione. Questi i temi trattati nella Rivista, all’interno della quale il Premio di poesia Bohémien “Ricordando Alberto”.
Ancora grande emozione quando la mamma di Alberto Rapisarda, Teresa Maccarrone, ha ricordato il figlio, amato da tutti, e quando il poeta Giovanni Grasso ha declamato una sua poesia in vernacolo per ricordare la figura di Alberto.
In seno all’evento, legato alla presentazione dell’Unicum, sono stati premiati i tre classificati dalla giuria composta (in ordine alfabetico) da Sara D’Angelo, Caterina La Rosa La Rocca, Antonino Leotta (caporedattore del periodico), Teresa Maccarrone (mamma di Alberto) e Alba Maria Massimino (direzione artistica).
Riguardo alla classifica:
POESIA PRIMA CLASSIFICATA: “Oltre” di Daniela Trovato
POESIA SECONDA CLASSIFICATA: “Su quel porticciolo” di Graziella Torrisi
POESIA TERZA CLASSIFICATA: “Angoscia” di Maria Bella Calabretta.
Agli autori è stata consegnata una pergamena ricordo.
LE POESIE
Oltre
di Daniela Trovato
Non cercarmi
durante le sere del gelido inverno,
non cercarmi
nel chiassoso mercato tra aromi e colori.
Non cercarmi
seguendo l’intenso profumo di zagare in fiore
e di ginestre, nelle laviche terre.
Non cercarmi
nell’alba che timida riflette le sue tinte rosate.
E non farlo
mentre il cielo si tinge di fuoco all’imbrunire
e si immerge giocoso nell’amplesso col mare.
Non mi troverai.
Son distante dal mondo che gira
sono etereo vapore, nebbia fumosa
che tutto nasconde e distorce.
Sono lì, oltre la siepe spinosa,
oltre quello steccato tarlato e cadente.
Ho lasciato sepolti i miei sogni
dentro i cassetti di un vecchio comò,
tra candidi lini
di ricami adornati e orli frangiati,
tra avite ricchezze e silenziosi diari.
Ho lasciato spaiate le scarpe
e polvere sul mio pianoforte
cumulata tra i tasti pigiati ogni giorno.
Non cercarmi
non farlo
non devi.
È lento quel tempo che scorre,
e di me nel ricordo
un sorriso sarà.
Motivazione
A cura di Antonino Leotta
Non c’è più una persona nella propria vita.
E’ angosciante constatare che ha lasciato una traccia indelebile nei ricordi “sepolti nei cassetti di un vecchio comò”. Nelle “scarpe spaiate”. E persino nella polvere sui tasti di un pianoforte “pigiati ogni giorno”.
Perciò l’invito, certamente amaro, ma deciso e inoppugnabile: “Non cercarmi”. Né all’alba, né a sera. O in qualsiasi luogo frequentato insieme.
“Non mi troverai”. Sono andato oltre la siepe, oltre lo steccato.
Scorono i versi del ricordo tra aromi e colori, tra profumi di zagare e ginestre, mentre il cielo consuma il suo amplesso col mare.
Rimane solo un ricordo nel lento scorrere del tempo.
Una stupenda certezza: sarà sempre presente la persona assai cara con la perennità del suo sorriso.
I versi di Daniela Trovato usano poetiche librazioni, convincenti ambientazioni e sguardi soavi su oggettistica che esprime sentimenti.
La pennellata conclusiva e risolutiva riempie il ricordo di una speranza che si fa certezza: un sorriso che mai sparirà.
Su quel porticciolo
A cura di Graziella Torrisi
Su quel porticciolo,
si affacciano i gerani
tra le viuzze odoranti di brezza
e, timidi, stanno lì,
a guardare l’immensità.
Quanta gioia vi è intorno
a quel pescatore
che ritorna dal mare!
E saluta, saluta, senza stanchezza,
la Madonna del Faraglione!
Si muove la Vita su quel porticciolo,
si assopiscono gli innamorati
fra scogli assolati
e, quando cala la sera,
luccicano i fari
sulle colline di Trezza
mentre la nostra “Muntagna”,
dall’imbrunire incupita,
veglia sui sognatori
evocando travagli e amori
di ninfe, ciclopi e pastori.
“Oh, Galatea,
sono madre di quella pietra
che il Ciclope scagliò. Aci, Aci!
Più non si destò,
dopo i baci
al chiaror di luna.
Pietoso, degli Dei, il cuore!
Per il tuo amore,
il pastorello trasformò
in piccolo fiume.
Quante lacrime scorrevano
con le sue acque,
le tue lacrime! Galatea,|
donando tanta forza,
fino alla foce nel mare di Trezza.”
E su quel porticciolo,
fra l’echeggiar dei Miti,
ritornano sempre gli innamorati
a contemplare la spuma di quel mare
e credere ancora nell’eterno Amore!
Motivazione
A cura di Antonino Leotta
Tra il mito e la realtà quotidiana passano le ore e i giorni su quel porticciolo e tra le vie di Trezza.
Come i gerani anche l’autrice si ferma a osservare momenti di vita: dal pescatore che torna dal mare agli innamorati che si attardano sulla scogliera, dalla Madonnina sul faraglione alla collina di Trezza.
Su tutto domina l’immensità.
Poi, lo sguardo si stende su ninfe, ciclopi e pastori. Ed emerge la triste storia di Aci e Galatea. Di quell’amore drammaticamente spezzato. Le lacrime della Ninfa si uniscono alle fresche acque del fiume che è un dono del cuore degli Dei a quella creatura disperata.
L’autrice, col suo volo poetico, ci conduce a leggere la vicenda, tramandata da secoli, con gli occhi che contemplano ancora la spuma del mare che si forma ai bordi di quel porticciolo. E con il cuore che continua a credere nell’amore che si immerge nell’eternità.
ANGOSCIA
A cura di Maria Bella Calabretta
Notte insonne a vegliarti,
le preghiere strazianti
salgono a Dio
e scuotono le porte
del Paradiso!
Le ore passano scandite
dai tuoi lamenti!
Fuori impazza la festa,
inizia un nuovo anno…
sento spari, botti e
urla di gioia!
Vorrei urlare anch’io
ma di dolore,
mi trattengo e trasformo
la mia rabbia in preghiera!
<< Oh Dio, aiutami a capire
cosa posso fare per salvarlo,
oh Dio, ti offro la mia vita per la sua,
oh Dio, ho tanta fiducia in Te,
non è la prima volta che
mi regali mio figlio!>>
È l’alba,
sono ancora sulla sedia
tutta rattrappita,
sento una mano fredda e
bagnata che mi tocca…
<< Mamma, perché sei ancora
qui, vai a riposare!
Sto bene, perché non hai dormito?>>
Io non rispondo e
scappo via piangendo
ad inginocchiarmi
innanzi al Crocifisso…!
Motivazione
A cura di Caterina La Rosa
“Per il pathos che i versi comunicano in un drammatico crescendo di angoscia e disperazione. Per il riuscito contrasto tra la chiassosa baldoria del Capodanno, che impazza per le strade, e il tragico silenzio della casa, interrotto dall’ accorata preghiera della madre. Per il lento evolversi dell’ azione descritta, dal dramma al lieto fine. Il testo poetico si presenta come un breve racconto in versi, uno spaccato di dolore ma anche di fede, l’ attesa palpitante di un miracolo, raccontato con un linguaggio semplice ed essenziale ma dal forte impatto emotivo.”
Chiamati a declamare le poesie sono stati: Antonino Leotta, Alfio Trovato e Caterina La Rosa.
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