Recensioni ed Eventi – Nuove Edizioni Bohémien – Maggio 2014
A cura di Simona Ippolito
Foto di S.I.
Lo scorso 11 Maggio 2014, presso la Biblioteca R. Livatino di Catania, è stato presentato il libro intitolato “Io cane, di nome Socrate, randagio fortunato” di Maurizio Catania.
L’incontro ha avuto ad oggetto la fortuna, la quale non colpisce soltanto l’essere umano ma anche il mondo canino. Promosso dal Rotary Club Catania Duomo 150, service che si impegna nel perseguire obiettivi di importanza sociale, dopo i dovuti ringraziamenti, sono stati trasferiti alcuni interessanti messaggi sull’importanza dell’animale domestico ed il suo comprovato scopo terapeutico e su come si stia cercando di dare sempre più valore a questa forma d’amicizia promuovendo l’aiuto economico alle famiglie che per tali motivi posseggono un animale.
L’autore ha letto alcune pagine del suo lavoro, che, come egli stesso sostiene è stato realizzato a sei zampe. E’ lo stesso ex randagio a raccontare la sua storia, ricca di vicissitudini ma anche di tanto affetto familiare, una storia di animali vagabondi e di animalismo che comincia con la presentazione della sua famiglia e si dipana in argomenti tra i più vari proponendone il suo punto di vista. La lettura è intercalata da alcuni video, che mostrano come gli animali, spesso, siano sottovalutati, vengono mostrati esempi che mettono all’attenzione dei partecipanti le doti cognitive e le potenzialità degli stessi.
Socrate è definito una pietra angolare per la sua famiglia con forte riferimento ai suoi “genitori” quasi ad un grado di parentela reale creato dall’affetto che supera ogni pregiudizio e concezione.
La fortuna un giorno lo ha incontrato e così attraverso la voce del suo autore, lo stesso Socrate, esprime la gratitudine verso quegli uomini che lo hanno salvato dalla strada permettendogli di tornare protagonista della sua stessa vita e di diventarlo per quella di suo padre e sua madre “umani”.
Il cane, in veste di filosofo, sensibilizza sul materialismo che colpisce l’uomo e che egli stesso ha vissuto prima di trovare una casa, si esprime su tematiche familiari viste dal suo punto di vista che emerge da quella vita parallela vissuta in simbiosi con i suoi cari. Ci si sofferma su aspetti spirituali e con chiaro riferimento al Buddismo ed alla sua idea di reincarnazione.
Catania legge la poesia rivolta a colui che ha preceduto Socrate presso la famiglia e che quasi ha deciso di immolarsi egli stesso per la salvezza terrena del suo padrone.
Si è trattato il tema della comunicazione animale e fatto riferimento ai molti filosofi che hanno parlato di questo mondo, con particolare riferimento a Schopenhauer il quale disse: “Chi non ha mai posseduto un cane non sa cosa vuol dire essere amato”. Un elogio alla sensibilità umana verso il mondo animale di cui noi stessi facciamo parte ed un approfondimento su come, soprattutto i cani, siano utili a molte funzioni umane, dall’aiuto ai disabili, ai cani poliziotto, alla ricerca dei dispersi nelle aree montane, funzioni che fin dall’antica Roma sono state ricoperte da questi animali. Un barboncino dall’arguta fantasia, a cui piace pensare che il suo nome venga dai barboni e non dai Borboni classificandosi tra coloro che lui ritiene moralmente più puri. L’incontro si è chiuso con la presentazione di molte iniziative che il comune di Catania sta mettendo in cantiere per la semplificazione della vita degli animali domestici e dei suoi padroni e con la divulgazione di informazioni sugli uffici di competenza esistenti nel territorio.
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