PRESENTATO IERI A CATANIA “NOI DUE”, IL PRIMO LAVORO DI MARIA PIA BASSO

Recensioni ed Eventi – Nuove Edizioni Bohèmien – Febbraio 2014

A cura di Laura Maiorana

Foto di Francesco Marano

locandina“Noi Due”. E’ il titolo del primo lavoro letterario di Maria Pia Basso presentato ieri, 15 febbraio 2014, nella libreria Mondadori Diana di Via Umberto a Catania. A dialogare con lei sul palco, vi era Maria Cristina Torrisi che, insieme agli ospiti intervenuti, è riuscita nell’intento di creare l’atmosfera di un salotto letterario: un incontro conviviale con l’autrice che ha messo a disposizione dei presenti le proprie riflessioni. Intimità la parola chiave del libro e della presentazione.

Il titolo è un richiamo ad un rapporto tra due parti che si confrontano intimamente per poi riscoprirsi unica anima e unica coscienza. L’opera è un percorso introspettivo che, nella forma di diario, fiorendo in un inno alla vita – ha affermato la giornalista Torrisi – dà l’occasione all’autrice di scoprire sé stessa attraverso due immagini di donna, le quali, riflettendosi sulla superficie dell’interiorità, finiscono col combaciare.

La prima delle due protagoniste è concreta, ha una forma e un ruolo nella società: è una giornalista affermata che deve fare i conti con la quotidianità, si trova ad un bivio che necessita lo sconvolgimento di tutti i suoi equilibri. La seconda, è autrice di una misteriosa e-mail e si erge ad Anonima Coscienza” spingendo chi la legge al coraggio nel cambiamento e rappresentando una guida spirituale; nel momento del dolore consente alla giornalista di contattare la propria interiorità costituita anche da quella parte di coscienza che abbiamo paura si riveli a noi.

Da sinistra a destra: Maria Cristina Torrisi e Maria Pia Basso

Da sinistra a destra: Maria Cristina Torrisi e Maria Pia Basso

Maria Pia Basso, laureata in Giurisprudenza e studiosa di psicologia, da sempre attenta al mondo dell’infanzia e ai metodi di apprendimento e di ascolto dei bambini, intreccia i suoi interessi, in questo profondo racconto, sino a trasformarli in strumenti per l’evoluzione interiore del personaggio principale. Adottando una scrittura consapevole, l’autrice comunica, con acuta fermezza, un messaggio di speranza: “non c’è inverno che non generi primavera “- ha letto Maria Cristina Torrisi, citando le parole del testo – . Il diario, da sempre sede di segrete confessioni, diventa patrimonio del lettore, un vademecum di psicologia, dedicato a coloro i quali vogliano attingerne per uscire da percorsi travagliati, risalendo la china. La vita, costituita anche da note cupe, può essere mutata partendo da noi stessi, esplorando nuovi metodi e mondi. “La psiche va nutrita quanto il corpo”, visto come luogo generatore dell’io. E’ un messaggio universale quello comunicato in queste pagine intrise di saggezza. L’autrice utilizza le fiabe come metafore dei concetti profondi contenuti nel testo: il “Grillo Parlante” della favola collodiana – afferma la scrittrice – attende che Pinocchio burattino si trasformi in bambino, con pazienza, simboleggiando la guida e la compagnia fornita nella vita dalla voce interiore; come Dorothy, celebre personaggio del “Mago di Oz”, che giunge oltre l’arcobaleno superando ogni timore, dovremmo rivolgerci al di là dei nostri orizzonti per sperimentare, attraverso le diverse esperienze, quelle parti di noi ancora sopite ed acquisire, così, maggiore consapevolezza . Tra gli ispiratori della rivoluzione interiore del personaggio dai tratti autobiografici, i bambini rivestono un ruolo preminente. Il bambino – afferma la Dott.sa Basso – ascolta e chiede di essere guidato nel rispetto dei suoi tempi di apprendimento volti a creare equilibrio: egli si approccia alla vita con il magico stupore e, osservandolo nel suo lento percorso, l’individuo cresce, diventando adulto e riscoprendo la parte più pura di sé. Attraverso l’ascolto interiore e la purezza di pensiero, l’uomo compie la sua trasformazione scrollandosi dal torpore e prescindendo dalle circostanze.

20140215_191610_resizedDopo aver rivalutato se stessi mediante l’autostima – suggerisce la scrittrice – allora sarà facile aprirsi al mondo in quell’amore che ha il profumo della libertà che si desume nella lettera scritta dalla protagonista al padre – letta durante l’incontro – in cui il personaggio, desideroso del sostegno paterno chiede di essere ancora una volta sorretto per guardare l’orizzonte. La scrittura diviene così strumento di catarsi. Tutto ciò che è accaduto serve a costituire quel libro che sarà della nostra esistenza. Ecco allora affiorare il valore strumentale di quelle pagine tristi del nostro percorso, prodromiche alla rinascita. Perché nel libro scritto da Maria Pia Basso, come nella realtà, la vita è la più grande maestra se la si vive sapendo di poter da essa sempre imparare.

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