RECENSIONI ED EVENTI
A cura di Maria Cristina Torrisi
“Il gallo canta alle sei” (Algra Edizioni) è il nuovo romanzo di Caterina La Rosa, presentato ieri pomeriggio nella sala teatro del Liceo Regina Elena di Acireale. Presenti per conversare con l’autrice, oltre al dirigente scolastico Sebastiano Raciti che ha fatto gli onori di casa, Orazio Caruso, Consuelo Consoli e Anna Spinelli. La lettura dei brani è stata affidata all’alunno Sebastiano Grasso.
” E’ un giallo – ha spiegato l’autrice – ma nello stesso tempo ha una grande introspezione psicologica. E’ la storia di un adolescente che viene rapito da un personaggio un po’ particolare con cui instaura quella che viene chiamata la sindrome di Stoccolma. E’ un ragazzo che cerca la figura genitoriale e cerca, nonostante le difficoltà, di aggrapparsi a questo personaggio per trovare qualcosa che gli permetta di sentirsi vivo. Questa esperienza lo trasformerà come trasformerà tutti i personaggi”.
“Io penso che il romanzo di Caterina La Rosa – ha affermato Consuelo Consoli – si presti ad una pluralità di piani di lettura. C’è sicuramente la connotazione psicologica, il giallo che è fortissimo, e si presta inoltre anche ad una analisi del nucleo familiare e sociale. In tal senso mi riferisco “agli invisibili”, a quelle persone che vivono accanto a noi, nei semafori, o altrove, e che finiamo per non vederli più″.
“Il romanzo si presta a tanti spunti di carattere psicologico, in particolare per quanto riguarda il protagonista che ha vissuto in una famiglia che è stata molto penalizzante per lui – ha detto Anna Spinelli – . Tutto ciò si rifletterà in una persona apparentemente molto diversa da lui ma con cui il giovane instaurerà un rapporto dove si evidenzierà la similitudine tra due storie completamente diverse”.
“Riguardo al titolo, “Il gallo canta alle sei” – ha affermato Orazio Caruso – si riferisce al ragazzo rapito, tenuto nascosto in un covo, che ogni mattina sente il gallo che canta. Lui ha perso ormai la cognizione del tempo e l’autrice vuole sottolinearne il senso. Il tempo si arresta all’interno di un rapimento anche se in realtà il ragazzo cresce, a causa della situazione in cui si trova. Per cui il romanzo è anche di formazione.”
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