PRESENTATO A CATANIA IL LIBRO DI MARIA ATTANASIO

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A cura di Laura Maiorana

Foto di L.M.

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Pubblicato da Sellerio – nella collana “il Contesto”- il nuovo libro di Maria Attanasio “ Il Condominio di via della Notte”, è stato presentato a Catania, lo scorso 20 maggio, presso la sala lettura del Palazzo di San Giuliano. Relatori Il Prof. Dario Stazzone, Dottore in Italianistica (Università di Catania) e il Vice Presidente Vicario della Società Dante Alighieri, comitato di Catania, Prof.ssa Rosalba Galvagno. Il Prof. Stazzone, a proposito del testo, discute di cronache municipali, in cui ravvisa l’abilità dell’autrice di aver metabolizzato il proprio villaggio. La Attanasio è siciliana per eccellenza, si lascia guidare dagli insegnamenti di Consolo, Bonaviri, Sciascia e molti altri illustri. La pregiata scrittura nostrana è solitamente caratterizzata da una connotazione storico geografica, che sceglie l’isola come paesaggio del racconto. Il nuovo romanzo dell’autrice, metaforico, è distopico, preferisce un’ambientazione differente: una città qualsiasi, “Nordia” luogo in cui esistono le coordinate sociali e architettoniche del mondo, fatto di disparità, separazione e controllo. Nordia appartiene ad un futuro presente, ha una pianta circolare, costituita da cerchi concentrici che coagulano sino ad arrivare ad un asfittico condominio sito, in “ via della Notte”. La protagonista, Rita Massa, vi giunge dopo un periodo tragico e opaco della sua vita. E’ giornalista, ricca delle esperienze del ’68, conosce la lotta e la conquista ma, sino al trasferimento in quell’appartamento, si trova come in uno stato di torpore che cede, per quieto vivere alle logiche di potere : il suo è un atteggiamento accondiscendente verso i soprusi sulle minoranze, umiliate da una società che emargina il non omologato e straniero. Poi un giorno, la straniera diviene proprio lei, in questo condominio, di questa città, il cui nome incarna il punto di vista di chi violenta il diverso, in modo insolente. Il personaggio principale, vessato dall’antagonista politologo, Attilio Craverio- inquisitore- solo attraverso la persecuzione personale, si renderà conto della crudeltà che lo circonda e allora reagirà. La scrittura è l’arma della protagonista così come per l’autrice. Rita decide di porre su carta la propria vita, dando testimonianza di ciò che tende ad espellerla brutalmente, mettendo a repentaglio la propria sicurezza. In questo consiste la libertà della parola: la tensione interiore trova uno strumento espressivo privo di condizionamento, in una prosa libera e liberata. Così anche per la Attanasio, lo scrittore ha un contatto privilegiato con la lingua: la libertà consiste nel pronunciare NO . “No allo stordimento mediatico ad un’informazione parziale, no ad un mondo che viola la privacy per controllare, sapere e acquisire potere.” Lo scrittore schietto sceglie di scrivere ciò che vede, senza edulcoranti, rendendo possibile al lettore una presa di coscienza. Il linguaggio riveste un ruolo fondamentale anche nella narrazione : un plurilinguismo – come predisposto dal” General Management Ministerial Area”, per un idioma privo di caratterizzazione territoriale e ricolmo di ossimori che tradiscono un’intenzione manipolatoria-. Si parla- in questa “neolingua nordiana”, come nella contemporaneità- di “guerra umanitaria” “democrazia interattiva”, sicurezza partecipata”. La scrittrice infatti, crea questo interessante romanzo, perché indignata a causa dello stato di cose odierno al quale ritiene sia un dovere reagire. “Non avrebbe mai immaginato- da giovane donna di resistenza e lotta, promotrice di giustizia sociale e tensione morale dell’individuo”- di vivere in questo mondo da ella stessa definito una “dittatura dell’economia” che declina ogni sentimento e la condizione umana stessa.< Due secoli di lotta sociale sono stati frustrati dalla violazione sistematica dei diritti a tutela dei lavoratori e degli esseri umani in genere>.

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Il valore positivo dell’ integrazione sociale è scomparso in nome di un mondo omologato che respinge la forma pensiero diversa e la forma fisica straniera. La storia è passato ma, anche presente e futuro. Sin da subito è possibile rintracciare indizi di ciò che sarà, in questo globo, dove si assiste alla “cosificazione” degli esseri umani, adesso “risorse” e “l’umanizzazione” dei mercati finanziari, descritti come esseri senzienti in grado di allarmarsi o piangere. Ecco prender vita- nel libro forse come nella realtà- una società disciplinare che punisce coloro che “sgarrano” attraverso “l’internamento nel centro fuoriluogo Reformer”. E’ una struttura panottica, dove tutto è sotto controllo e dove impera l’ossessione per la norma. Lo scenario narrato, raccoglie gli echi di Orwell e risente dell’influenza di Foucault. Il potere osserva gli individui reprimendone le potenzialità sovversive dell’ordine costituito, mentre sondaggi alimentano paure e incertezze, in una ortopedia sociale in cui l’ ignoranza è forza. Nordia è una visione razzista dove l’alterità è rifiutata ed etichettata come negativa. In astratto tutto il mondo potrebbe esserlo. Del resto il potere non ammette uguaglianza. Questo libro si configura come avviso ai naviganti e monito: la deriva è già in atto ma una soluzione esiste…