Attualità
A cura di Nino Leotta
In terzo liceo ho avuto un insegnante di Italiano che era anche un cultore della “lingua” siciliana. In quell’anno scolastico Mons. Francesco Pelluzza volle assegnarci un compito scritto dal titolo: “Pàrra, quantu ti vìu” (parla, esprimiti, così avrò modo di “vederti”). Il “vìdiri” (vedere) siciliano è cogliere la pienezza della manifestazione di una persona. Quando, in qualche modo, lascia trasparire il suo animo, i suoi pensieri, le sue impressioni, i suoi sentimenti ecc… E’ il “cognoscere” latino che va oltre la semplice conoscenza fisica, oltre l’apparire. Avviando una analisi introspettiva che punta alla scoperta dell’essenza della persona. La parola, dunque, la parola che tu pronunci non è solo uno strumento che mi trasmette il suono, il timbro della tua voce. Come pure la parola che tu scrivi non mi rivela solamente il tuo stile di scrittura o un semplice tuo pensiero. La tua parola parlata o scritta, attraverso la sua forza espressiva, mi può rivelare quello che porti dentro. Quello che tu veramente sei. Fermiamoci allo scritto che sta diventando -attraverso l’uso dei social- lo strumento oggi più usato tra le persone nel campo della comunicazione. Un tempo si soleva dire “uccide più la lingua che la spada”. Oggi l’assioma aggiornato potrebbe tradursi in “ammazza più un tipo di parola scritta che una scarica di 500 magnum”. Un tempo il giusto suggeriva: “prima di parlare pensaci sette volte”. Oggi il buon senso consiglia: prima di scrivere sui social indirizza a te stesso le parole che intendi usare. Per soppesarne i contenuti. Perché, talvolta, ci si imbatte in una inquitante violenza verbale. Capita, infatti, di constatare come, in alcuni casi, si sia trovato il modo per scaricare la propria rabbia. Usando un linguaggio, a dir poco, aggressivo ma, spesso, irrispettoso e, talvolta, offensivo. In ogni caso, inopportuno. Evidentemente il mio professore voleva farci scoprire che, alla base del proprio modo di esprimersi, c’è l’insieme della tua mentalità, la misura della propria formazione personale, il bagaglio educativo accumulato nel tempo, la valenza riservata al rispetto dell’altro. E’ proprio il caso di intuire che anche scrivendo sui social riveliamo ciò che siamo.
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