A cura di Graziella Graziano
“Ricordiamo Sinfonia in sol minore per le onoranze funebri al Pacini, in occasione della morte del musicista catanese Giovanni Pacini e la Messa da Requiem per la morte di Rossini, scritta in collaborazione con diversi musicisti tra i quali Giuseppe Verdi”.
Spulciando alcuni anni della “Cronaca” si nota come nell’800 a Catania, con iniziative personali o con interventi delle Autorità, si cercasse di aiutare i giovani artisti catanesi a perfezionare le loro doti naturali, seguendoli nella difficile via dell’affermazione con risultati spesso più che soddisfacenti.
Per esempio, mi viene da citare Pietro Platania, nato a Catania nel 1828 che, ventunenne, nel 1850 ottenne dal Comune una borsa di studio per poter seguire gli insegnamenti del maestro Pietro Raimondi presso il Real Conservatorio musicale di Palermo. Fu uno scolaro diligente tanto che nel 1863 sostituì il suo maestro nella Direzione del Conservatorio. In seguito nel 1881 ebbe l’incarico di dirigere la Cappella del Duomo di Milano ed, alla morte di Mercadante, nel 1885 il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.
Ricca fu la sua attività musicale, compose Sinfonie, Quartetti da camera ed Arie per piano e canto, Opere liriche, Trattati didattici e Messe da requiem. Per quanto riguarda queste ultime, ricordiamo Sinfonia in sol minore per le onoranze funebri al Pacini, in occasione della morte del musicista catanese Giovanni Pacini e la Messa da Requiem per la morte di Rossini, scritta in collaborazione con diversi musicisti tra i quali Giuseppe Verdi, che però per vari motivi sarà eseguita solo durante le celebrazioni per il 120° anniversario della morte di Rossini, ovvero nel 1988.
Spulciando tra le pagine della Cronaca, molte notizie riguardano il suo lavoro più importante, la tragedia lirica “Spartaco” musicata dal maestro su libretto di Ghislanzoni e rappresentata al Teatro San Carlo di Napoli, per la Stagione Carnevale-Quaresima 1890-91, il 29 marzo del 1891.
Ecco cosa scrive Cristoadoro riportando il telegramma spedito al Corriere di Catania da Napoli “Ieri sera prima rappresentazione Spartaco. Successo trionfale entusiastico, completo. Trentasei chiamate al proscenio. Cinque pezzi bissati. Fine opera tutta platea, orchestra in piedi acclamando. Artisti la Cataneo, la Novelli, il Marconi, il Dufriche che cantarono con la coscienza d’artisti cui è affidata una grande responsabilità, il maestro Platania ne restò soddisfatto”.
Questo successo innescò uno scambio di telegrammi tra il sindaco “Questa rappresentanza comunale interprete generale sentimento cittadinanza, manda S.V. Ill.ma vive congratulazioni, nome Patria , per trionfo riportato occasione rappresentazione suo Spartaco, degno d’orgoglio nazionale” ed il maestro “Fortemente commosso sentimento affettuoso miei diletti concittadini, ringrazio col cuore S.V. Ill.ma rappresentanza comunale, cittadinanza intera catanese, cui son fiero appartenere. Platania”
Poiché Platania era stato per ben venti anni a Palermo una commissione della città il 6 maggio si recò a Napoli per omaggiare l’artista di pergamene ed altro per la grande riuscita dell’opera.
Ma non finisce qui. Il circolo artistico Catanese, del quale parleremo un’altra volta, lo à proclamato socio onorario, con deliberazione del 3 luglio volgente, mentre il 7 agosto il Sindaco scrive una lettera al musicista, informandolo dietro la deliberazione unanime del Consiglio Comunale ( 13 giugno scorso) per avere chiamato la via Caprai col nome di Platania, come quella dei sommi Bellini, Pacini, Coppola.
A fine agosto il maestro Platania ritornò in Sicilia, rimanendo qualche giorno a Palermo, dove fu accolto da numeroso stuolo di amici e cittadini, Palermo offrì splendida serenata al maestro Platania. Dimostrazione imponente, vera festa artistica. Maestro commosso dovette scendere in strada per ringraziare.
Il 14 settembre arrivò a Catania. Alle 7 di sera le musiche Bellini, Pacini, del Convitto e Cittadina si portarono nel Viale Margherita presso alla Villa, poco dopo da lì una dimostrazione con fiaccole circa 200 palloncini mosse per via Etnea, via Garibaldi sino ad arrivare in via Plebiscito e nei pressi della chiesa Salette, detta via Platania già Caprai, dove alla cantonata entrando per la citata via si è apposta una miserabile lapide di marmo appuntata con chiodi di rame e leggesi – Via Pietro Platania – in fondo di essa vi sta una modesta casa nuova, proprietà di lui, ove ha preso alloggio; intanto la gente …. e per la strettezza della via …. appena potè entrare la sola musica Bellini, … un comitato di giovani civili salì in casa del maestro, al quale espresse soddisfazione della cittadinanza per lo splendido successo ottenuto nell’opera Spartaco, Platania ringraziò e poi venne al balcone di centro … e come mostrossi sventolò il faccioletto, si prolungarono battimano, … .
Il maestro commosso dalla dimostrazione di affetto dei suoi concittadini, il 19 settembre pubblica sul Corriere di Catania n. 256 una lettera di ringraziamento che si conclude auguro infine tutto il bene possibile di splendore e progresso a questa classica e tradizionale nostra Catania. P. Platania.
Ma il Cristoadoro non è contento dell’accoglienza riservata al musicista e così scrive domenica 11 Ottobre 1891: Il maestro Pietro Platania nostro concittadino è partito per Napoli suo domicilio, nella breve dimora in questa non ebbe fatta un’accoglienza come si conveniva ad un sì celebre compositore della Spartaco, se non la sola dimostrazione della sera 14 Settembre scorso, verificandosi le parole delle sacre carte, che nessuno è profeta nella sua Patria.
Il musicista continuò ancora per qualche anno la sua attività presso il Conservatorio e la sua produzione artistica. Morirà a Napoli nel 1907.
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