“PIETRE SANTE”, ROMANZO DI MARCELLO PROIETTO: UN OMAGGIO ALLA TERRA NATÌA

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RECENSIONI ED EVENTI
L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI
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1. Marcello, questo è il tuo primo romanzo. L’ispirazione.
– Il romanzo nasce nel 2020, durante il periodo della pandemia. Per tenermi impegnato, oltre al lavoro, iniziai a scrivere le prime pagine riportando alla memoria le storie che mi raccontavano mia nonna materna, Maria, e mia madre, Agata.
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2. In copertina una chiesa. Quale impatto desideri che abbia il lettore?
– La chiesa illustrata in copertina -con l’occasione vorrei ringraziare la mia amica, Silvia Sponza, che ha realizzato la fantastica copertina- è quella della Madonna del Carmelo di Bongiardo, luogo in cui si svolgono le vicende del romanzo. Il paese, arroccato alle pendici dell’Etna, mi è caro perché vi abitava la famiglia di mia mamma, Belfiore. Ricordo che alla mia amica Silvia feci immediatamente una raccomandazione, far risaltare nell’immagine i colori della Sicilia, il giallo l’arancione e l’azzurro. Sul sagrato abbiamo aggiunto tre donne ammantate di nero: le protagoniste della storia.
3. Perché “Pietre sante”?
– Il lettore capirà fin dalle prime pagine perché con l’editore abbiamo scelto questo titolo. Le tre donne seguono scrupolosamente i precetti cristiani, ma diversi accadimenti irrompono nelle loro vite offuscandone la loro “santità”.
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                 Marcello Proietto
4. Chi sono le figlie dell’Etna?
– Sono le Pietre sante, le tre donne già citate. La muntagna è madre per i figli e le figlie che vi abitano attorno. Una madre benigna e, a volte, maligna, per i problemi che un vulcano provoca.
5. Quanto attaccamento, attraverso questa tua fatica letteraria, alla tua terra natia?
– Il romanzo è in primis un omaggio a mia mamma, scomparsa a febbraio di quest’anno, che non è riuscita, pur condividendo l’iter di avanzamento del romanzo, a godere della pubblicazione del volume; è anche un omaggio alla mia terra d’origine, la Sicilia, che mi ha reso l’uomo che sono oggi.
6. Come definiresti il genere di questo romanzo?
– E’ un intreccio tra romanzo storico, perché è ambientato negli anni ’30 con evidenti rimandi alla situazione politica di quegli anni, e romanzo giallo per una serie di accadimenti che si susseguono.
7. Parlami dei protagonisti. Quali le principali caratteristiche dei personaggi?
– Come ho detto poc’anzi, le protagoniste sono tre sorelle, che per carattere e temperamento sono diverse l’una dall’altra: Maritta, la primogenita, timida e introversa; Enna, la mezzana, furba e intelligente; Carmelina, la bonacciona, ingenua e servizievole. Il padre, don Cirino, dal carattere irascibile e scontroso con tutti e tutte, è un uomo che non passa inosservato nel romanzo, anzi ha una parte rilevante nel contesto familiare.
8. Il messaggio ultimo dello scrittore.
– Le tematiche affrontate nel romanzo sono tante: dalle ombre della famiglia patriarcale agli atteggiamenti malavitosi per conquistare potere e prestigio nel contesto sociale di un piccolo paese; dal ruolo centrale dell’occhio sociale, fino alla passione, il tradimento e la vendetta d’amore. Ma il messaggio più importante che vorrei donare al lettore è l’antica sicilianità insita nei personaggi e nelle cose: gli usi, i costumi, le credenze, la religiosità e la superstizione, le tradizioni popolari.
9. Non sei nuovo in fatto di pubblicazioni. Ma quanta emozione dinanzi al tuo primo romanzo?
– Ad oggi mi sono occupato e mi occupo ancora di pubblicazioni scientifiche sulla ricerca storica, archivistica e biblioteconomia, le mie passioni trasmesse per fortuna nel mio lavoro. Nel romanzo, credo che uno scrittore metta a nudo la sua personalità, sforzandosi a racchiuderla in una sequenza sintattica di parole. Il compito non è stato per nulla facile, ma lungo il cammino di scrittura le dita picchiettavano sui tasti del pc all’unisono coi cari ricordi.