A cura di Salvo Cavallaro
“L’eco delle sue parole risuona ancora per le vie della Sicilia.”
Giuseppe Impastato detto Peppino, nasceva a Cinisi il 9 gennaio 1948, fu un giovane siciliano comunista, rivoluzionario e un antimafioso. Ma più di tutto fu un sognatore.
Peppino sognava una Sicilia libera dal giogo della mafia, che potesse sollevarsi orgogliosa sciogliendo i legami tra poteri che troppo spesso l’hanno tenuta ingabbiata.
Sognava Peppino, come tutti i giovani voleva un mondo più pulito, più onesto e più vero.
“Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!” queste erano le sue parole, e per esse è andato prima via di casa, si è messo contro la sua famiglia, ha fatto nomi e cognomi di mafiosi e collusi. Per le sue parole e per le sue idee Peppino è morto a Cinisi a soli 30 anni.
Però l’eco delle sue parole risuona ancora per le vie della Sicilia. I giovani di oggi, di ogni colore politico, lo hanno eletto a modello. Le sue parole risuonano da Portella della Ginestra a Capaci, da via D’Amelio a Carini, passando per strade , viali, vicoli e mulattiere, ovunque la mafia possa annidarsi e operare. Ancora una volta echeggia un grido “La mafia è una montagna di merda”.
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