Recensioni ed Eventi/Musica
A cura di Maria Cristina Torrisi
Per tre lunghi mesi, a causa del lockdown, la musica è stata confinata ad un ascolto individuale all’interno delle proprie abitazioni, ma il desiderio di vivere in socialità questa straordinaria modalità di comunicazione innata nella natura dell’uomo rimane troppo forte, ed appena è stato possibile, nei limiti dell’osservanza delle restrizioni governative, è ritornata la musica dal vivo.
In questo contesto, a Partinico, nel ciclo di eventi promossi dal caffè letterario di Piazza Municipio, il gruppo palermitano dei Selvana Doc ha presentato, in anteprima, i brani inediti.
I Selvana Doc nascono in ambito sanitario, da una costola dei Baidans, altro gruppo già noto e attivo in eventi benefici legati alle attività ospedaliere. Le canzoni del medico Salvatore La Carrubba e della studentessa di Medicina Virginia Manco, entrambi polistrumentisti, seguono la scia del cantautorato italiano, e trovano arricchimento negli arrangiamenti di Fulvio Caruana, studente magistrale di Psicologia clinica, anche lui polistrumentista; la formazione è stata completata recentemente dal percussionista Giulio Benedetti.
Davanti ad un pubblico selezionato, i Selvana Doc hanno presentato i loro brani in una bella serata estiva nella piazza di Partinico.
I brani hanno seguito una loro logica descrittiva, iniziando da “Il biglietto di ritorno” di Virginia, che, attraverso una ritmica frizzante ed apparentemente leggera, ha affrontato un tema quanto mai attuale sugli aspetti drammatici dell’emigrazione; a seguire “La corrente degli eventi” di Salvatore, che ha introdotto la prima sequenza di brani riassunti nel tema dei “percorsi senza maschere”.
La sequenza dei brani ha permesso di entrare nel cuore delle tematiche piu’ care ai Selvana Doc, e cioè il desiderio di esprimere la propria personalità fuori dagli schemi (“Non saro’ mai quello che vogliono”, “Alice ama la Regina di cuori “ di Virginia ) e dalle maschere con riferimenti anche pirandelliani (“Togli quella maschera”, “Penna Corre”, “Turbolenze”). A seguire un momento autobiografico di Virginia che, dopo avere eseguito l’unica cover della serata (Swallow), ha presentato “Piena di perché” ed “Eri ora e basta”. I brani hanno mostrato un crescendo musicale arricchiti dall’intensità del Sax e del clarinetto di Fulvio e dai ritmi di Giulio.
L’intermezzo, solo strumentale, con l’assolo di Fulvio al Sax su una rivisitazione di Alleluia di Leonard Cohen molto originale, e l’esecuzione de “ il Tempo “ , brano già pubblicato con I Baidans in una nuova versione interpretata da Salvatore, è stato seguito dalla chiamata a sorpresa sul palco di Vincenzo Verderosa, infermiere professionale e storico co-fondatore dei Baidans, con una nuova rivisitazione del brano “Vulcano Blu”, ormai diventato un classico del gruppo palermitano, già presente anche sul web con un videoclip.
La serata si è indirizzata verso l’ultima parte, definita “la mancanza e la rinascita” , in cui gli autori hanno presentato i loro brani probabilmente piu’ intimistici , quali “Cenere”, “Non è certo colpa tua”, “Isolabella”, “Gira sole”, e la struggente testimonianza di un evento tragico in “Scala dei turchi” , che idealmente si ricollega al brano introduttivo.
Il gran finale ha coinvolto il pubblico che ha partecipato attivamente sulle note della canzone in siciliano “Mari Sirenu”, seguita dall’immancabile bis , con l’unico brano in inglese “No misread” di Virginia, che ha visto ritornare sul palco nuovamente Vincenzo come percussionista.
Alla fine, rimane la sensazione di aver passato una serata tra amici, ascoltando musica inedita, con canzoni che hanno affrontato tematiche profonde senza perdere leggerezza.
I musicisti hanno salutato annunciando l’uscita di questi brani in una versione discografica in studio.
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