A cura di don Carmelo La Rosa
Mi fa molto pensare e riflettere la porta che divide il povero Lazzaro dall’uomo ricco senza nome.
Io mi immagino un cancello, come quelli delle grandi ville, una barriera invalicabile che tuttavia, impedendo l’accesso non impedisce la reciproca visione.
Anche se fosse solo una porta, ciò che divide i due è un confine invalicabile, demarcazione netta di proprietà, separazione tra persone che se questa non ci fosse, si scoprirebbero fratelli.
C’è invece un’ incomunicabilità assoluta perché all’esterno non arrivano neanche le briciole di quella mensa.
Forse vi arrivano soltanto le grida e le voci dei commensali ormai ubriachi che hanno perso il controllo di sé e della situazione.
Mi richiama alla mente la descrizione che fa il Manzoni ,de...
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