A cura di Maria Pia Basso
Passaggio di consegne dal colonnello Maurizio Sulig al militare di pari grado Marco Avaro, al comando dell’unità italiana, denominata “Military Advisor Team”, che assiste l’esercito afghano affinché possa ad esso conferirsi l’autonomia necessaria per far fronte alle innumerevoli ostilità e portare a compimento l’opera di “trasferimento della responsabilità della sicurezza alle autorità locali”, prevista per il 2014. Il Mat agisce al fine di rinforzare il comparto militare afghano, consentendo un addestramento mirato dei suoi componenti, e suggerendo metodi e tecniche per migliorarne l’efficienza, mediante seminari aventi ad oggetto tematiche attinenti a detti perfezionamenti.
Il colonnello Avaro è nato a Catania e risiede ad Acireale con la moglie e due bimbi. La sua missione è anche la missione di tutta quella parte del mondo che non chiude gli occhi dinnanzi ai mali della terra, ma collabora fattivamente affinché le brutture dell’universo restino solo ad appannaggio di tristi ricordi. E’ motivo di orgoglio per noi conterranei e, soprattutto, per chi, in nome della fratellanza e di un’umanità disagiata, deve fronteggiare non pochi ostacoli e superare non pochi momenti in cui sarebbe facile farsi sopraffare dalla malinconia. Una famiglia nella quale non è possibile vivere una quotidianità costante, ma ci si “ accontenta” di vari sprazzi in cui concentrare l’esternazione di sentimenti ed emozioni che faranno da coperta ai freddi momenti in cui la lontananza e l’impossibilità di comunicare lacereranno i cuori, rallentandone i battiti. E dei bimbi ai quali far comprendere che dovranno fare a meno per lunghi, lunghissimi mesi, del calore incondizionato che prorompe da un genitore di essi innamorato. Un papà lontano che si prodiga per portare aiuti umanitari, assistenza sanitaria e conforto a numerosi piccoli come loro, così lontani ma anche tanto vicini nelle emozioni e nei gesti. Che l’opera di tutti coloro i quali svolgono mandati di tal genere, possa far riflettere su un principio cardine del nostro essere umani, quello della fratellanza e dell’amore verso il prossimo, affinché questi concetti non rimangano solo precetti espressi da grandi pulpiti in occasione di celebrazioni domenicali.
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