Recensioni ed Eventi
A cura di Rosario Russo
Mi piace iniziare questa recensione citando Alain Nadaud:
“In un libro vedo un nido di insetti e, sotto la forma di minuscoli caratteri tipografici, la vita che brulica all’interno”.
Nel romanzo di Cristina Torrisi, c’è tanta vita che brulica all’interno delle pagine. Pagine portatrici di riscatto e inneggianti a una nuova rinascita. Uomini e donne, da sempre, si sforzano di condividere le esperienze che li hanno segnati nel profondo, ma non tutti, però, riescono nell’intento; l’esperimento letterario della Torrisi invece è davvero ben riuscito. Il suo Ada e Incubus diventa strumento di vita, la narrazione trasferisce il lettore in una temporalità nuova.
Ada, la protagonista, è una donna tradita: le sue ferite stentano a cicatrizzarsi. Ada aveva dato amore, un amore però non corrisposto fino in fondo. Ben presto dovrà fare i conti con Vlad, un orrido vampiro il cui intento è quello di succhiare l’amore, linfa vitale che alimenta lo spirito umano. Vlad è Incubus. Vlad è il riflesso allo specchio di Ada, colui che incarna le sue debolezze e le sue fragilità. Sarà una sfida, quella tra Ada e Incubus che durerà una notte, nella quale la ragazza intraprenderà un viaggio attraverso i profondi e oscuri meandri dell’animo umano in cui amore e odio si contrappongono nell’eterna lotta. Eros e Thanatos. Siamo davanti a una storia di redenzione, con un epilogo evidente: Omnia vincit amor. Ho apprezzato particolarmente il romanzo, dalla prosa raffinata, asciutta e limpida. Le atmosfere gotiche, con l’insistenza sull’oscurità e sugli scenari notturni, caricano l’atmosfera di mistero e diventano strumenti per raccontare in modo sublime i conflitti interiori di Ada. Quel che forse ho apprezzato di più è stato il coraggio dell’autrice nell’aprirsi al lettore palesando la sua parte più intima. Cristina ci dimostra brillantemente la potenza salvifica della scrittura, che in questo caso diviene catartica, terapeutica e liberatoria. Un romanzo da assaporare fino in fondo.
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