“L’Uomo che venne dal mare. S. Cataldo in Italia e nel Mondo”. Il libro di Enzo Farinella

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Recensioni

L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI

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“L’Uomo che venne dal mare. S. Cataldo in Italia e nel Mondo”. È il titolo dell’ultima fatica letteraria di Enzo Farinella, giornalista e collaboratore di Nuove Edizioni Bohémien.
Ospite nella rubrica della Rivista dedicata alle mie interviste, ho raccolto la sua testimonianza in merito al libro.

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1 Caro Enzo, intanto complimenti per questa tua nuova tappa. In questo tuo libro, vi è la storia di un uomo che migliaia di persone celebrano, malgrado sia vissuto 1,400 anni fa. Di chi si tratta?

– Si tratta di S. Cataldo, nato a Canty in Irlanda, all’inizio del VII secolo, e morto a Taranto dove ha svolto la sua opera missionaria per circa 18 anni.

2 Raccontami della vita e delle sue opere.

– Su di lui non esistono documenti storici, ma la tradizione ci informa della sua nascita in Irlanda, di aver studiato a Lismore, dove insegno’ e venne chiamato “Astro luminoso di Lusmore”, di aver fondato un monastero a Rahan o Shanrahan, di essere andato in Terra Santa e di aver seguito una voce intima che lo invitava “Vade Tarentum”, dove si prese cura dei tarantini per circa 18 anni.

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3 Dove è venerato il Santo?

– Il Santo è venerato in particolare in Italia (oltre in 100 chiese), ma poi anche in Francia, Irlanda, Palestina, Malta e perfino in un Museo di Amsterdam.

4 Una nota affascinante: l’immagine di S. Cathaldus appare in un affresco su una delle colonne nella navata centrale nella Basilica della Natività a Betlemme, che ci riporta al tempo delle Crociate. Parliamone

– Sono stati i crociati e i normanni a diffondere il suo culto. Oltre che nella Basilica di Betlem, mosaici del Santo si trovano nella Cappella Palatina di Palermo e nella Cattedrale di Monreale. Una chiesetta normanna è dedicata a lui a Palermo. La cittadina di S. Cataldo (Caltanissetta) porta il suo nome. Molte città lo hanno come santo protettore.

5 Quando e dove è stato ritrovato il Santo in perfetto stato di conservazione?

– La tradizione vuole che
I resti mortali del Santo siano stati rinvenuti a Taranto, durante i lavori di ricostruzione della cattedrale, distrutta dai saraceni.

6 La valenza sul piano storico- culturale

– La valenza sul piano storico è dubbia, data la mancanza di documenti ufficiali. A favore di quello culturale c’è la fede dei fedeli, che per 1,400 anni lo hanno venerato e implorato per protezione da peste e malanni vari, costruendo per lui chiese e un “cappellone” a Taranto che è la meraviglia di chi visita la Cattedrale.

7 Bisogna riconoscere all’Irlanda il merito di aver introdotto un movimento teologico di rinascita?

– Certamente. L’introduzione della Confessione frequente si deve a S. Colombano, scomparso 2 o 3 generazioni prima di S. Cataldo.
Dall’Irlanda è partito il movimento “Peregrinatio pro Christo” che ha inondato Inghilterra, Francia, Italia, Germania, Austria, Svizzera e le nazioni del Benelux di importanti studiosi irlandesi che troviamo alle origini delle Università di Oxford, Parigi, Pavia, Vienna, Praga e altre, che hanno operato il rinascimento della civiltà europea.