Formazione e Società
A cura di Enzo Coniglio
“L’affabulazione è la sapiente sistemazione di un soggetto in forma narrativa – ed estende il suo significato alla stessa vicenda narrata. L’affabulatore non è semplicemente chi narra una storia, una favola: l’affabulatore è colui che sviluppa una narrazione magnetica sulla base di fatti, in tutto o in parte, infondati. Il problema è che l’affabulatore, il più delle volte, non è un drammaturgo o un attore che dichiaratamente inventa o racconta favole: le sue fascinose storie appartengono invece a contesti commerciali, o politici, e pretendono di passar per vere. Questo rende l’affabulatore un soggetto piuttosto pericoloso”.
Assumiamo questa felice sintesi dal sito: “unaparolaalgiorno.it“, per riflettere su una costante del comportamento politico di Matteo Renzi, primo ministro non eletto ma che regna sovrano su un intero Paese di 60 milioni di abitanti quale “uomo della provvidenza” chiamato a cambiare l’Italia a dispetto dei “Gufi” che osteggiano la sua quotidiana “narrazione” dell’uomo deciso, forte e virtuoso che finalmente sta cambiando il Paese dopo anni di oscurantismo e in particolare, la Costituzione che ne aveva retto le sorti per 70 anni.
Se Matteo Renzi fosse uno scrittore di fantascienza o un poeta dello Stivale reinventato, non potremmo che complimentarci. La tragedia è invece che si tratta di un politico in carne e in ossa che incide sulla vita nostra e dei nostri figli, abituato a sostituire sistematicamente i dati certi e accertati deludenti con la sua narrazione esaltante di una Italia che non c’è, declamata costantemente grazie alla presenza in tutti i media, a dispetto dei talk-show che vorrebbero rovinargli la narrazione.
Che l’ex sindaco toscano ce la metta tutta, non c’è alcun dubbio: è giovane, orgoglioso e pieno di sè come pochi altri. Vorremmo potergli dare ragione ma i dati ce lo impediscono. Volere non è sempre potere.
Alcune riflessioni ci aiutano a capire.
Nella politica strategica del nuovo grande guru, è completamente assente il Sud, come dire il 50% della popolazione dell’Italia che, tra l’altro è quella che avrebbe più bisogno e dal cui sviluppo dipende l’intero sviluppo del Paese. Il PIL della Sicilia, ad esempio, ha raggiunto il non invidiabile primato di essere la metà di quello del nord. Sarebbe più corretto affermare che non ha elaborato alcuna seria politica per il Sud. In cambio, ha dimostrato di essere di gran lunga più furbo e perspicace dei siciliani, rappresentati dall’inqualificabile Rosario Crocetta, convincendoli a barattare 4 miliardi dovuti in seguito alla perdita di un contenzioso nazionale con 500 milioni di Euro!
Un altro problema non meno grave irrisolto, è la disoccupazione giovanile italiana che a più riprese ha fatto gridare allo scandalo sia Mario Draghi che la Christine Lagarde perchè si tratta di una intera generazione perduta. A questi ritmi di crescita, occorreranno 60 anni per recuperare la disoccupazione giovanile attuale. Renzi voleva convincerci che con la riforma del Jobs Act, la situazione della disoccupazione sarebbe stata radicalmente rivoluzionata e invece scopriamo ogni giorno che i modesti incrementi si devono soltanto ai generosi contributi offerti a chi assume e che tra l’altro sono una sparuta minoranza.
Un terzo problema riguarda le pensioni da fame per i pensionati attuali e soprattutto per le generazioni future che rischiano di lavorare fino a 75 anni peer poi avere una modestissima somma insufficiente per sopravvivere. Intanto il debito pubblico è cresciuto o, nel migliore dei casi, non sta decrescendo, caricato sulle spalle impotenti delle nuove generazioni.Di fronte alle profonde incertezze del presente e peggio ancora della mancanza di prospettive per il futuro, le sagge formichine degli Italiani, riducono le spese e condannano l’Italia alla deflazione che peggiora la già difficile situazione
Il quarto ma in realtà il primo problema è la crescita costante della povertà di interi strati della popolazione, soprattutto del Sud, la crescente diseguaglianza dei redditi e la proletarizzazione della classe media ai quali si accompagna la crescita costante della evasione fiscale, della illegalità e della corruzione.
E’ uno spettacolo assolutamente deprimente, lontano anni luce dalla affabulazione quotidiana che ci viene propinata da Matteo Renzi.
Sia chiaro. la terribile situazione attuale non è responsabilità primaria di Matteo Renzi. Viene da lontano ma questa considerazione non giustifica il suo gravissimo peccato di affabulazione, facendo dimenticare lo strumento primario del riscatto: la salvezza di un intero Paese non dipende certo da un affabulatore di nobili tradizioni letterarie toscane, ma da un impegno duro e costante di tutti i 60 milioni di Italiani che realizzino una solida politica autonomista che valorizzi le risorse locali nel nuovo contesto nazionale ed internazionale.
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