A cura di M.C.T.
Circa i fatti relativi alla maestra della scuola elementare “Bombicci” di Bologna che ha tolto il crocefisso dalla parete dicendo “Non me ne faccio nulla”, sono dell’idea che perderemo la nostra identità religiosa e storica.
Non comprendo, infatti, quale sia il motivo per cui un’ educatrice debba staccare dalla parete il crocefisso che è simbolo della nostra cultura. Se lei non lo voleva non poteva però decidere anche per gli altri: i bambini sicuramente frequentano il catechismo ed hanno a casa educatori che possono dichiararsi religiosi o meno, ma questa è una libertà che l’insegnante non doveva permettersi di prendere, perché equivale ad una mancanza di rispetto altrui oltre ogni limite.
Se lei infatti “non se ne faceva nulla” del crocefisso questa è una condizione che coinvolge solo la sua persona e le vicende della sua esistenza.
Un educatore dovrebbe avere una propria cognizione che esula dai fatti personali e dalle problematiche con il divino. Dovrebbe comprendere che ha un ruolo importantissimo per la formazione dei piccoli e quindi possedere dei regolamenti “standard” che vadano al di là di certi propri convincimenti.
Ciò che è accaduto è gravissimo poiché la stessa maestra, possibilmente, avrebbe rispettato un’alunna di diversa religione (cosa più che giusta) mentre si è permessa, col suo gesto ineducativo, di fare violenza su delle coscienze che chissà se a casa hanno già ricevuto un’educazione cattolico-cristiana.
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