LO SPECIALE “LE ODI DI LUDOVICO ANASTASI”. VADO SOLITARIO

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SPECIALE LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

odi

Ho morso una pesca ed ecco il danno. Regia di Louis Malle. Stravisto. È che i dolori addominali non passano. Entrerei in altro personaggio per non più sentirli. Magari in un nuovo Adamo. Noooooo per una pesca un nuovo pomo. Domani chiamo il medico. Un po’ di pastina e una purga. Il purgatorio. Neanche nell’ Ade più profondo mi accoglieranno: stanotte puzzo di vecchio.
1 agosto 2024

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Il vespertino suffragare in un voto. Non sono efficace a farlo. Mi defilo. Il mio desiderare sta in un lunghissimo viaggio via mare. Testimoni le onde. E anche il vento, il sole e poi le stelle e la luna. Vado solitario? Nell’ assenza un’ anima dentro mi porto.
2 agosto 2024

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Vorrei un frinire di cicale per prendermi tutte le coccole del mondo. Ma nella zona dove abito mancano ulivi e pini. Potrei attendarmi in altro luogo o in una piazza precisa: la tua. E certo sentirei il tuo respiro nel sonno. O del sogno il sospiro. Per svegliarti alla tua finestra lancerei un sasso e tu a me cosa? Il poggiar delle dita alle tue labbra e con la bocca il soffio di un bacio.
3 agosto 2024

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Non dormo. Sono già le quattro del mattino, ora legale. Ti penso. Altro non posso prima che cali il sonno. No, non sono pazzo. È normale quel che vivo, direi semplicemente umano. Tu sai di questo, tu sai che t’ amo. Conosco l’ età che porto. Per te ciò non sarebbe ostacolo se mi amassi. Mi vuoi bene e tanto. L’ immenso affetto. In due siamo un’ anima sola. Ma il tuo cuore và interrogato.
3 agosto 2024

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Oggi non sono poeta, sono il silenzio del già scritto, memoria corta che fu di transito in qualche cuore candido ma non dimentico quel rapido contatto, quel tocco imbarazzato nato col marchio dello struggimento.
3 agosto 2024

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Dormono gli dei stanotte. Anch’ essi sono stanchi di vegliare sugli amori perduti ritrovati o mai corrisposti. Un dedalo di vie disegna tante vite. Sono i destini le sorti la nebbia dentro i cuori. Oh questo relativo esistere quando disperati si brama l’ assoluto. Questo ingordo desiderio del continuo desiderare. Mai si finisce mai si muore nessuno muore mai fino all’ ultimo sommovimento dei muscoli. Poi la condanna del tutto tace.
4 agosto 2024

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Strade stracolme di sabbia nera dell’ Etna. Presto stamani sono uscito con il mio più caro amico che chiamo Virgilio, colui che accompagna il poeta a prendere la granita mandorla caffè macchiata. Scherziamo tanto per indifesa ironia. Sempre indosso il cappello estivo e in tanti mi guardano: sembro un turista chissà da dove spuntato. Lo spunto per qualche chiacchiera. Così scorre il tempo, la vita. Voglio cambiare il mondo? Povero idiota! Quando riesci continua pure a danzare su consonanti e vocali: l’ unica cosa.
4 agosto 2024

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L’ ho sentito alla radio. Sarò retrocesso. Dentro bolla di sapone il nuovo transito. A mezz’aria sospeso. I bambini vi giocavano un tempo. A volte anche io dandoci dentro col soffio. E poi lo scoppio e poi ancora un’ altro di seguito. Breve durata come di facciata un innamoramento. Nella bolla con te vorrei l’ assoluto. E già ansimo, sospiro. Non avertene. Il legittimo illegittimo invoco.
4 agosto 2024

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L’ amletico incerto cammino. Per quali vie traverse traversie. Inizio di ripensamento. Duole il ripensare. Terribile morso. L’ apostasia del chi amo merita il rogo. Se vado e vago è il mio recondito nel cuore racchiuso. Il sogno. In te sto fermo, ben saldo. Il desiderio sovrano, l’ acceso riporto sul calendario. Da sempre è il tutto scritto. Il temerario confesso.
4 agosto 2024

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La mia personale notturna apocalisse. Quando ero piccolo dicevano che ero bello. Così tanto che attirai il lupo. Inutile girarci attorno, così è stato. Amen. La bestia di dentro ancora grida lo strazio. Fuori tempo massimo il perdono. Calato nel buio il mostro lo perdonai subito. Allora non compresi l’ abisso. Ma altri no! Mai perdona l’ angelo caduto. Ed io caddi nel profondo del loro pozzo intrappolato. La trappola tesa e la ragnatela. Di fuliggine intriso. Il crimine psicologico su me deciso, appetibile bambino. Questa raggiunta età mi basta e m’avanza. Non voglio diventare vecchio. Qualche mese fa al telefono mi dicesti che sono rigido. Ne ho ben donde amore mio, chiedilo all’ Olimpo. Su te mai cadrà la mia notturna personale apocalisse. L’ apocalisse sei tu srotolata nel mio sogno.
5 agosto 2024

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Che paesaggio oscuro. La sabbia nera e il caldo. Sembra la firma su tutto ciò che scrivo. Opera di un presentimento. Di tanti lungo il cammino. Gaudium et spes. La felice formula. Ma io ci ho sempre azzeccato in negativo. Che ne dite? La danza di un sensitivo che mai ha danzato. E dire che di entità ne ho viste. Ci stanno accanto attaccate al mondo. Mi sto incensando? Fate voi, in verità io scrivo.
5 agosto 2024

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L’ apparente calma di notte. Questa, la presente e mendace. Da dietro le quinte mi osserva curiosa. Quale commedia porterò in scena? La pièce nervosa. Il post scriptum della serata andata piena di dubbi. I sempiterni. Ci sarà mai un esclusivo battito di cuori? Ho già impostato il ritmo degli interrogativi. Il tam tam dei furori. Se bazzichi attorno al mio cuore il tuo su di me lascialo cadere. Le anime sono già assolte.
6 agosto 2024

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Per personalissimi fatti privati attendo un sms dal cielo oggi un po’ scialbo mentre continua il caldo. Il meteo prevede temperature a quarantatre gradi al sud. Salute! Ci vorrebbe la stanza dello scirocco. Di un sms dicevo. Il gergo corrente presente nel mondo. Zombie giriamo, la faccia abbassata sul piccolo schermo. Cincischio su insalata di tonno. Poca ché col cuore non si scherza. La dittatura del sobrio. E ancora aspetto l’ sms dal cielo.
6 agosto 2024

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Ecco, io riandrei a giocare nell’ antico centro storico acese perché il me che sono non diventi vano. Questo anelito fa parte di un ricordo incardinato nei meandri della mia mente. Quando zia Sara esalò l’ ultimo respiro con lei il tutto è terminato. Quante le parole vane di un dio che dimentico di sé stesso scordò quel sigillo che di lui non rivelasse il vero.
anno 2010

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Il gettito d’oro. Continuo tastare il sogno di mari di laghi di fiumi di luoghi perlacei. Dal buonismo redento stasera con te sono stato brutale. Ora è già notte di pentimento. Negli occhi del cane di fronte il giusto rimprovero. Non sono stato mai umile mai veramente buono. Così mi condanno alla solitudine. Da altri scacciato resterò solo. Ermeneutico interpreto a soggetto. Ormai lungamente ripetitivo. Non voglio più fare il ripasso. Mi stanco. Eppure scelgo me stesso di fronte all’ ipocrita indifferenza di tanti. Vedi come insisto? Destinato al pasto del lupo. Tra non molto metterò in atto il mio libero arbitrio. Non scomoderò nessuno. Scomparirò nel mio delirio. Ma per questa notte concedimi il tuo perdono.
7 agosto 2024

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Implementare il sacrificio. È implicito in queste giornate di fuoco. Ho la febbre nel cuore. Cresce ad alto ritmo cinguettando. I desiderata svaniscono e non variano. Sempre lei la desiderata. Sempre lei la custodita dentro l’ anima. Ma è il cuore a reclamarla. Forse meglio allora lo stereotipato avanzante gemito del nulla. La sobrietà del sospiro. Come dirti ancora che ti amo?.
7 agosto 2024

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E cascai intra nu puzzu. Ppi nesciri nuddu mi duna aiutu. Sugnu sulu. A chiaria di la luna m’ arrimodda l’ ossa, mi fa nesciri pazzu. Chissa è a nuttata di lu scantu. Lu cori nesci da lu pettu. Vulissi furriari ppi lu munnu. Ci fazzu spaziu. A tutti vulissi cuntari ca è ‘nnamuratu, ma si sta mutu. Idda lu sapi e n’ arrispunni. Lu sapi e nan ci duna sciatu. ‘nda la so chiazza vulissi ca cantassi n’ acidduzzu.
8 agosto 2024

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Tuoni senza lampi e senza pioggia. Agosto veste i suoi panni. Un venticello rinfrescante spira, scuote le lenzuola. Ad intermittenza si rafforza, poi si calma. Ricordo il cortiletto della nonna e la premura di togliere dai fil di ferro i panni esposti ad asciugare. Povera nonna Carmela sempre di nero vestita. I bianchissimi capelli raccolti sulla testa. Le filastrocche sulle tue ginocchia. Ed io ti chiamavo mamma, madre dolcissima.

8 agosto 2024

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Il sortilegio del tempo. Ora è rabbuiato, ora tutto è ombra. Quasi come l’ uragano dopo l’ ultimo respiro esalato dal Cristo sul Monte Calvario. Ed io non ti ero vicino all’ esalare del tuo, altra dolce madre mia. Eppure mi venisti nel sogno zia. Eppure mi avvisasti che eri già morta. Ed io ti lasciai sola, abbandonata per terra. Giorni e notti da sola. Né un conforto né una carezza. Avevo capito della tua sorte nel sogno e non volli venire. Ora chissà dove sei, dolce altra madre mia. Ovunque tu sia ancora ti ferisco nel cuore.
8 agosto 2024

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E si ricomincia con la prigionia del sonno. La nanna dell’ uomo adulto. Vesto il silenzio. Vesto il rigido soppesare il mondo. Non l’ ho capito. Il sussultare dello sbaglio, dell’ equivoco in corso. Il sobbalzo alla finestra nel contemplo delle luci. C’è un fronte caldo. In tutti i sensi. E l’ algido accolgo. Il ripetersi degli eventi, del dire non accolto. In questo interstizio fra palazzi non si vede il cielo. Saltato l’ invito di ammirarlo assieme tu ed io lontani l’ una dall’ altro. Confessione di un poeta ripetitivo. Che voglia di calare il sipario amore mio.
10 agosto 2024