Isabel è la protagonista, ma è anche colei che tiene le fila delle “altre vicende” e l’autore “si serve” proprio di lei per far ruotare attorno a questa bella figura i destini di altri personaggi, costruirne la storia e intrecciarla di umane vicende e temi quanto mai attuali.
A cura di Maria Cristina Torrisi
Come il bianco e il nero, come la luce e il buio. Il romanzo di Lorenzo Marotta “Le ombre del male” (Zona contemporanea 2013) sembra possedere una duplice identità: da un lato la freschezza ed il sogno, dall’altro la cruda realtà. E così che il lettore, prima trasportato in una storia romanzata, si trova poi catapultato in una vicenda che racconta di una realtà terrificante, di cui il Marotta denuncia ogni finzione e malignità della nostra società.
La capacità dell’autore è quindi quella di far incontrare questi due elementi, farli convivere con una tale naturalezza da immergere interamente il lettore nel racconto, con una sorta di “continuità” tale da spingerlo a scoprire le pagine del libro “tutto d’un fiato”.
Isabel è la protagonista, ma è anche colei che tiene le fila delle “altre vicende” e l’autore “si serve” proprio di lei per far ruotare attorno a questa bella figura i destini di altri personaggi, costruirne la storia e intrecciarla di umane vicende e temi quanto mai attuali.
Lo stile narrane è fresco e descrittivo nei particolari. E tra le pagine di questo bel romanzo, l’autore svela se stesso, l’animo sensibile che non riesce a rimanere distaccato dalla sua narrazione: in lui, infatti, emerge lo schieramento al bene ed il desiderio di denunciare, attraverso il suo lavoro, la corruttibilità del mondo e la prepotenza di una società che vive all’ombra (la mafia usuraia), nutrendosi del male.
E’ senz’altro il libro “dell’antiviolenza” e “dell’antiomertà”, un libro che percorre un itinerario, fatto di tappe “evolutive”, che insegna a dover fare i conti con se stessi e con la propria coscienza. Sono pagine che insegnano come nella vita non è mai troppo tardi per maturare delle scelte giuste e dedicarsi allo spirito, alla meditazione.
Le pagine sono intrise di sentimenti ma anche di sofferenza, un dolore che coinvolge il lettore proprio per quelle fragilità umane che accomunano tutti e ci rendono sovente vittime di un avverso destino.
Lo scrittore usa la tecnica della “narrazione dentro la narrazione”, in quanto non si chiude dentro la storia con i personaggi principi della vicenda, ma riesce ad aprirsi ad altre realtà (ognuno di noi, del resto, vive la propria quotidianità in maniera differente).
In questo lavoro emerge il senso di appartenenza alla propria terra e il desiderio dell’autore di spaziare su temi ben conosciuti. Inoltre, vi è una profonda delicatezza di comunicazione, una lettura al femminile, da cui si evince una grande capacità di entrare nella mente e nel linguaggio delle donne.
Infine, il modo di comunicare dello scrittore è familiare, caldo, capace di entrare nel cuore di chi legge.
Molti dialoghi sono intrisi di indizi spirituali, quelli stessi che porteranno a far evolvere l’animo di Isabel, musa ispiratrice: con lei si apre e si conclude il romanzo, un capitolo di vita…
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