LE ODI, RICORDI SPARSI DI LUDOVICO ANASTASI

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LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

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NUOVO GIORNO

Non profanarmi il da venire accadimento con la solita mestizia, la meraviglia fiorita nella sicumera di quel qualcosa che altro di me insinua, questa gemma apparsa nei giorni quando si mormora dell’assurdo cogliere nuova rosa.
13 Gennaio 2013

PRIMAVERA

E non e’ piu’ tempo di utopie audaci. L’effluvio di profumi mi induce a rarefarmi per risparmiare al cuore gerarchie di amori andati: esplosione di emozioni nella polveriera di rivoluzioni mai realizzate. Adesso voglio solo cogliere un fiore.
25 Aprile 2014

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DEL MIO NATALE

Bianco, nero. D’abitare il grigio mi giunge consiglio, di compromesso nobile spazio. Figliol prodigo da ogni luogo sbaracco, ovunque fuori posto, a lungo fuori esercizio.
25 Dicembre 2013

DOPO LETTURA DI UN QUOTIDIANO

Ci vorrebbe una casa antica dalle spesse mura con i tetti a volta per cacciare la nera noia che guardinga avanza. E non bastano le campane della chiesa, scoccando mezzogiorno, a girar la frittata, per tutti i santi giorni l’alfa e l’omega.
Gennaio 2013

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MINIMALE

Ah questa voglia di volare alto, oltre al tetto, fino al cielo. Ascendere a mezz’aria non fa traguardo, semmai delitto. (il cielo era nuvolo e tirava vento). Febbraio 2013