LE ODI A cura di Ludovico Anastasi
O stupenda amica di empatia tu vivi. Questo è forse il tuo vulnus. Sacerdotessa dell’ arte tu ami. Penetri nelle scaturigini dei sentimenti. Dei poeti comprendi i desideri, i dettagli del cuore. Che vecchiaia non ti colga, che tu possa restare bella come quando ti ho amata. So che nel conto degli anni resterai come sei ora. Non sei stata di inganno a nessuno e nell’ amarti non ti ho ingannata. Si, ho immaginato qualcosa di grande tra noi, l’ assalto al cielo. Lo vedi? Sono ancora utopico, in me coltivo ancora l’ utopia del rivoluzionario. Di conseguenza abbiamo pattuito un distacco senza malanimo. Viaggiare su un parallelo binario. Resisti alla bruma del viaggio ti prego. Che nessun avvenimento possa rugare il tuo volto. In quei tempi futuri io sarò molto lontano. In te, per me, un dolce ricordo.
23 settembre 2024
Cielo grigio in mezzogiorno di primo autunno. Dietro i vetri della finestra ti penso, amica. Nel pensarti sono stato sempre ben saldo nell’ anima. Mai avaro. Di te il cuore ho nutrito, e non è stato vano. Nessun calcolo, nessun matematico piano atto all’ inganno. Da poeta forse ho esaltato l’ equivoco. Tra noi hai stabilito un saldo equilibrio, l’ equivalente del t’ amo non detto. Ora sono un po’ triste. Fuori è ancora nuvolo.
23 settembre 2024
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Al calare delle prime ombre pioviggina. Una ragazza del palazzo di fronte i panni ritira. Per poco non ci diamo la mano, così stretta è la strada. Scambiamo un cenno, un saluto, per cortese attenzione tra vicini di casa. È straniera: poco importa, anzi nulla. Tra noi l’ intesa del vecchio e di lei la leggiadra bellezza. Cara ragazza che futuro ti spetta? In fondo la mia è una generazione privilegiata: la tregua della maledizione fino alla settima. Ora tuona. Ritirati dolce ragazza e chiudi la porta. Forse per te domani sarà un’ altra vita. Per me un’ altro mattone nella conta che pesa
23 settembre 2024
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Non so a che ora uscii vivo dal seno di mia madre con parto cesareo. Dopo tre giorni venne l’ Oscena a farla sua. Ma l’ osceno fu dei medici l’ orribile sbaglio. Ne sentivo parlare di tanto in tanto dai grandi. Appena cresciuto si andava ogni giorno al cimitero. Una volta mi addormentai dentro un sacco vanamente cercato come un disperso. Funsi da grande sgomento. E forse la madre mia se la rideva per il monello che ero. Per cinque anni vissi in uno stato d’ ebbrezza nell’ antica casa materna. Poi il rapimento, lo strappo del velo come nel tempio. L’ orologio a cucù segnò poi il resto del tempo.
24 settembre 2024
Non mi interessa, non mi scomoda il pensarti anche stanotte mia dolce amica. Da anni amata cosa vuoi che sia il tuo inghippo per un’ altra ora, per tante altre ancora? Sei stata forse una licenza poetica e con essa il grande equivoco? Il salto nel buio, lo sbattere testardo contro il muro? Ricordi? Avevo fabbricato per te una barca a sette vele. Ma, chissà perché, venne a mancare la prua. Non averne paura. In fondo nell’ anima ti ho vissuta e questo non basta. È mancato il tuo cuore nella lettura.
24 settembre 2024
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E se la morte non avesse un piano eterno di lei non avrei paura. Lode al Sacro Annullamento, al Totale Annichilito. La punizione l’ho già subita. Ma so anche che la bagascia è tutta un’ altra cosa. L’ho vista burattinare le entità angosciate. L’ ho vista e ne son testimone. Oh maledetta sensitività che l’ anima mia ghermisci. Nella associazione di reati non puoi punirmi ancora. Sai che non sarò mai l’ adoratore del subdolo e beffardo dio della bibbia. Sensitivo so che vi è uno molto più sopra. Il Vero Alto che tutto lenisce, tutto consola. Colui che, prima o poi, fa che Tutto scompaia.
24 settembre 2024
Non ho fatto niente di edificante durante la giornata. Ora tu notte mi sarai amica? Con me dividerai la pazienza del sopportare ciò che nel riscatto fa fatica? Quante domande mi pongo notte cara. Sto tra il mare e l’ Etna che vorrei innevata. Ad ottobre forse solo la cima. Che non mi si faccia spasmodica l’ attesa di un evento diventato raro. Adesso regalami un lembo di cielo ed una stella notte giacente sulla mia anima. Siami quiete o notte di calma.
25 settembre 2024
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Mi sono imbattuto in un video pruriginoso. La prurigine porta allo sbaraglio. Calma e gesso gente, passo al cartaceo. Ma prima vorrei andare al bar più vicino per un cornetto alla crema e un cappuccino. C’è una ragazza dietro al banco. Ecco l’ anziano che la bellezza contempla. La bellezza e il suo inganno. Il sorriso è dovuto. Stanotte nel sogno stavo in una grande e lontana città con galleria di passaggio verso altro mondo. Speculazione sull’ ulteriore passo della marcia verso lo già stabilito.
25 settembre 2024
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Il fluido delle parole non mi và più a genio. È uno sgarbo a me stesso. In fondo l’ anima anela anche ad altro, più alto di quello che scrivo. Non sono un aedo. La cronaca del giorno mi è di tormento. Adesso lascio, smetto. Non so a quando il ricomincio.
25 settembre 2024
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