LE ODI DI LUDOVICO ANASTASI. SPALLA A SPALLA CON L’ALBA

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LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

È tutto un procedere di sospiri in questa penultima notte di settembre. Ti immagino allagata di angustie amica mia. Ti immagino preda delle forze contrarie a te rivali perché predestinata ad alte sfere. Si sfidano per te gli dei. Con foga sfidano le stelle protettrici e tu sei triste per tali corsie di strada intersecate dentro il cuore. Ricorda…io ho l’ anima a te incrociata appena scesa dalla croce.
29 settembre 2024

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E quel “porca puttana” è già pomeriggio ci sta tutto in questa domenica. Mi sembra che a qualcuno stia scomodo un futuro sorpasso che sa di sorpresa. Ma io sto solamente scrivendo senza alcuna pretesa. Non passa da qui la redenzione dell’ anima. Ne sono sicuro. Non posso inventarmi altrimenti di quello che sono. Se qualcuno mi vuole cambiato cambi se stesso. Io a malapena m’ accontento del cambio del giorno.
29 settembre 2024

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C’è un godimento nascosto nel corpo maggiore dell’ anima. In questa scolpisco il mio desiderio. Non provo alcun vincolo. Mai più il senso di vuoto nel guscio dei sensi. Sia espresso di questi il trionfo. Sia decantato agli dei. Siamo sempre a dirimere il corso tra i loro e i nostri piaceri. Sciagura dell’ uomo. Al reietto il suo patimento. Oggi è San Michele. Dell’ Arcangelo festeggiamo l’ equivoco. A Mi-ka-El “Chi Come Dio”, perdoniamo il Prezzo da sempre pagato.
29 settembre 2024

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Non solo distoglie dal Fine Ultimo il peccato di gola, Tommaso. Nuoce anche allo stomaco e pure alla tasca. C’è sempre stata una divisione di classe attorno alla tavola. Io sono un sobrio forzato per prescrizione del medico. Ma nessun eccesso anche in passato. Solo ogni tanto, come succedeva e succede nei refettori dei frati. Per conviviale disegno non consumo il pasto del lupo. Dio ce ne scampi, Tommaso.
29 settembre 2024

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Non vi sono ancora foglie cadute per le strade di notte. C’è un torbidio d’ acque di fogne presente in certe case. Vi sono paludi sconfinati nei cuori. Le anime raccolgono voti da presentare ai celesti. Quasi fosse una petizione a cambiare le vite. Stanotte sono assurde le stelle. Le scarpe lucidate pronte ad esser calzate per un giro attorno al quartiere. Lucide come gli anfibi dei soldati da spedire al fronte. Lucide sempre liberamente fino alla morte.
30 settembre 2024

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Se non ho più niente da dire che mi sia facile il giorno domani. E poi anche il dopo. A stento del prosieguo fecondo l’ ardire. L’ ordito del mondo è il mostruoso aizzare gli uni con gli altri. Non voglio tornare all’ insulto. Piuttosto il lento cadere delle parole. Piuttosto il giacere nel silenzio assoluto. In breve sintesi sono un poeta in affanno: non ho altro da aggiungere.
30 settembre 2024

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Mi sveglio presto stamani, spalla a spalla con l’ alba. Impastato di sonno c’è un lungo rituale da seguire. Inizia dallo specchio che restituisce altro volto. Non ci faccio caso. Il cangiante per un poeta a volte diventa sublime. Poi latte e biscotti e torno a dormire.
30 settembre 2024

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