Le Odi di Ludovico Anastasi. “Rifiuto il processo”

Labirinto

LE ODI

A  cura di Ludovico Anastasi

Labirinto

Polifonico dibattito per sentenziare sul mio conto. È un fatto notturno, privato. Rifiuto il processo. Da kafkiano convinto non so perché vengo tratto in arresto. È tutto un laboratorio interno a me stesso. Il solito lavorio sul chi appartengo. Se apparteniamo tutti a Dio allora sono una anomalia in questo grande creato. Se su molte cose divergo è perché, mai colto in eccesso, nel mai più dire ti amo sta il sentenziato.

2 ottobre 2024

Mi ritrovo a brucare nel letto l’ erba voglio. Siamo in autunno e di notte fa’ fresco. Chi più chi meno tutti siamo ferini, tutti desideriamo un amplesso. Facciamo il gioco del fuoco. Io non ci scherzo. Già bruciato, rallento il passo nel dirle ti amo. Pigro è il passaggio nel territorio del saggio. Mi quieto, almeno ci provo. Se al cielo stellato rivolgo lo sguardo è perché il giuramento non venga violato. Voglio un campo d’ erba vicino con il cielo riflesso. In quel campo delle gemme foglianti il trionfo. Ma siamo nel primo autunno e tra poco cadranno le foglie. Atmosfera da intrigo. Intrigato la vesto.

3 ottobre 2024

Girando su me stesso stavo cadendo come succede in un ballo insano. È la fase del vortice che trascina il corpo all’ oblio. È l’ ora del ronfo del vicino di casa. È saturo il porta pazienza e volentieri lo manderei a fanculo. Ma poi mi ricordo che è un brav’uomo e che della notte nel sonno annega il folle delirio. Vorrei percorrere la strada delle puttane ma dicono che in questa città non ve ne sono. Vorrei guardarle negli occhi, così, tanto per sfizio. Per dire io non vi pago. Ma poi mi ricordo che sono tre volte più buone di Dio. Ci precederanno nel regno dei cieli, parola di Nazareno. Lasciamo le prostitute e andiamo al sodo. Di preghiera o di insulto è l’ ora di andare a letto.

3 ottobre 2024

Entriamo pure nei dettagli. Nei sentieri lapidei di ottobre non cumuliamo speranze insondabili. C’è chi si attrezza per non morire. La sopravvivenza è il culto di tanti. Lo è sempre stato ed è questo il lento morire.

3 ottobre 2024

Avrei voluto un corpo a parte, cittadino del niente. Non ho nulla da ostentare oltre il banale dire anch’io ci sono. Mi chiedo però sotto quale specie. Nell’ azzardo della notte svesto i panni dell’ ominide. Quindi non guardatemi. Sono evanescenza indistinguibile. Del cielo la voce galante narra di somiglianza a sua immagine. La mia parvenza si fa triste. Neanche le stelle riescono a segnarmi. Adesso basta!!! Stanotte non ricevo. Non sono mica la baldracca che dà la fica a tutti.

4 ottobre 2024

Faccio un passo indietro dentro l’ anima mia notturna. All’ aurea medietà mi affido. Spazzo via l’ eccesso e il sobrio fine a sé stesso. Prendo la via di fuga ché additato dalla luna di strali divento bersaglio. Se di me lei fosse innamorata andrei nella sua piazza per un pasto di fortuna. Meglio dentro la tana del convivio. Mi accorgo di essere spaesato da stelle comete senza un preciso luogo di riferimento. Sono un miscredente e per questo pago il dazio.

5 ottobre 2024

Oggi sono parco di parole. Riempio uno zaino di tristi abitudini. Eludo il significato di questi. In me malcresciuti hanno rigettato le buone speranze. Apro e chiudo parentesi.

5 ottobre 2024

Al cumulare delle ingenue ombre sglego parole ispirate dagli alberi. Se avessi altri occhi legherei al palazzo di fronte intimi desideri da me sempre esiliati. Vi sta affacciata la ragazza dai sorrisi educati.

5 ottobre 2024

Quell’ intreccio intrigante di stelle stanotte mi ispira. Ho tanto materiale di versi da filare con esso un saldo legame. Un patto tra nobili. Lo stabilito del cielo nel cuore. Nell’ anima le progettate visioni.

6 ottobre 2024

Non voglio infierire sugli odierni mendaci. C’è troppo fetore di morte per poterli impiccare. Lasciamoli appesi alle loro coscienze. Lo stellato di notte mi suggerisce imprese più nobili. Anche se non fanno per te le estese preghiere, stai calmo, stai in pace. Questo lo stellato mi dice.

6 ottobre 2024

Terrore di notte nelle dirette seriali. Imbestialiscono le ombre oscure macchiate di perfido buio nella notte calante. Fuochi e macerie nei campi dei profughi. Così come fu ora, laggiù, deve essere nel presente. Noi sul divano strateghi nell’ occidentale menzogna acconciamo le anime. Magari abusiamo di sesso nei letti gocciolanti di umori. Poi annaspiamo sui nostri corpi dormienti. Ma io che fui e sono ribelle contro te alito il mio fiato suprematista dio degli eletti. Tu che mai ti sazi di capre ed agnelli, tu comandante in capo nei genocidi, tu raffinato goditore di donne e bambini innocenti ( svegliati Giosué che al filo di spada io li ho vocati ), tu sappi che ti sarò uguale e contrario nel finale scontro dei nostri eserciti.

6 ottobre 2024

Sono stanchi i miei occhi puntati sui segreti della sera riuniti a conclave per eleggere di me qualcosa a me stesso inconosciuta. Oh grande apertura di poesia perplessa. E perplesso rimango alla ringhiera della memoria ancora ben salda. Forse, di ricordi, sarebbe stata meglio la svendita.

6 ottobre 2024

C’è un ostacolo per gli innamorati di stelle stanotte. Sono io, perfido e subdolo. Invidio chiunque sia innamorato. Un velo nero lascio cadere sui volti sclanciati verso il cielo. Ritengo che non solo per me deve essere buio. Io so di tutto questo, anch’io sono stato innamorato.

7 ottobre 2024

Sia benedetto il ludico film che mi regalo. Sia anche misericordioso. È l’ esatto profilo del desiderio espanso nel cielo. Sotto le stelle fare l’ amore non è roba da poco. Ci vuole impegno fino allo sfinimento. Sia urlante l’ orgasmo. Ieri mattina al bar del Duomo in forma bruna una Venere di Botticelli stava seduta. Glorioso sorriso di una dea. Le ho messo in testa il mio cappello estivo per una foto di intesa. Ora in piena notte la sento, la abito. Da lei abitato nella carne è il supplizio. E non sono mica quel Francesco che tra le spine inventò il suo roseto.

7 ottobre 2024

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In quali archivi della memoria sono occultati gli annunciati progetti? Per come e per quando devo riesumare i processi anticamente subiti? Non mi hanno lasciato scampo e nel cuore stanno impresse le profonde ferite. Improvvidamente nei tempi remoti ebbi slanci d’ amore verso i grandi. Fecero tabula rasa degli ingenui sogni.

7 ottobre 2024

Dove eravamo rimasti? Ah all’ anno zero. Al primo sfoglio di margherita in quel campo fiorito di domande poste alla vita. Quello che chiedi è molto indiscreto. Così mi fu risposto. Il m’ ama non m’ ama subito interrotto.

7 ottobre 2024

[7/10/2024, 11:36] Ludovico Anastasi: Della crocifissione il ciclo redentore. A forza l’ ascesa dell’ ipotesi. Tanti i crocifissi per poter credere. Bisognerebbe far la conta delle piaghe. Purulenta stamane è quella del quartiere. È già passato l’ ambulante carico di merce. Al balcone di fronte la ragazza appende i panni. L’ educato scambio dei saluti e la sua solita alzata di spalle.

7 ottobre 2024

Anticipo una dolcezza tutta mia destinata ad una piazza. Colei che vi abita è l’ ampolla della vita. Dolcemente l’ accoglierà nello spazio di una speranza mai perduta. No, non sono davvero all’ ultima spiaggia per anelare a tanto. Mi basta sognare l’ innesto della perla rara alle mie labbra. Breve, dolce utopia.

7 ottobre 2024

È tutto un caos cosmico. Il casino dello spirito santo. Il nulla sorpasserà l’ eterno. Intanto nella notte di ottobre si schierano le ombre per far paura al cane e agli amanti. Dunque a che serve sopravvivere al corpo? Fuori di questo alle orecchie si può sussurrare ti amo? Sarebbe uno sterile ascolto. Qui, in terra, in questo luogo, l’ amore pretende il suo gaudio.

8 ottobre 2024

Si attrezza alla tenerezza la notte già tarda. Un refolo di vento avverto nella mia stanza. Forse è un ritardato brivido di ansia per ciò che scrivo. Se la tenerezza e il suo slancio così tanto mi stringono allora è il culmine raddoppiato dell’ amo. Preferisco rientrare dentro le righe prima che si faccia più tardi. Prima che saltino le giuste concordate misure.

8 ottobre 2024

Inizio con la coda tra le gambe questa giornata. Voglio pensare a qualcosa di utile. Il che fare di leniniana memoria. Ma nel quartiere nessuno bazzica la storia. Non si tratta solo di periferia. Allora dedicherei una poesia alla ragazza dietro al banco del bar più vicino. Cornetto alla crema bianca e cappuccino. Ecco, questa è la cosa più seria.

8 ottobre 2024

Ascolterei volentieri parole più alte, altre dai miei soliti luoghi comuni. Però se alzo le attese più flagellanti saran le cadute. Né cumulo tante tant’è che fanno abitudini. Fuori furoreggia un caldo splendido sole. Con i suoi angeli custodi gira la gente per le vie del quartiere.

8 ottobre 2024

Ascolterei volentieri parole più alte, altre dai miei soliti luoghi comuni. Però se alzo le attese più flagellanti saran le cadute. Ne cumulo tante tant’è che fanno abitudini. Fuori furoreggia un caldo splendido sole. Con dietro gli angeli custodi affrettata gira la gente per le vie del quartiere.

8 ottobre 2024

Mediatizzo. Mediatizzo ciò che scrivo e rimpiango l’ inchiostro. Ricordi, diletta amica, che ad ogni poesia ben fatta il caffè e la sigaretta? Di ciò mi accontentavo. E quanti caffè e sigarette al giorno fino all’ infarto. Se ci fosse un inferno dai poeti ispirato io ne sarei membro. Ora saltello tra consonanti e vocali mandandole in video. Ora che dovrei stare contento quel tempo rimpiango. Caffè, sigaretta e cartaceo.

8 ottobre 2024

Presiedo il giorno. Se dalla poesia non stacco chiamo a raccolta i custodi del cielo. Chiamo la poesia per non cedere al sonno. L’ arguto fine del mezzogiorno.

9 ottobre 2024

E in questo sgomento di cadenzati passi nelle stanze di notte tiro fuori dallo sgabuzzino dei ricordi proprio i più stupidi e banali, quelli che non fanno storia di vita, quelli dalla coda di paglia.

10 ottobre 2024

Sono meno di una virgola sbagliata dentro la storia. Privilegiato dalla tregua tra una guerra e l’ altra sempre dentro me sto in battaglia. Non sono nato nella storia giusta.

10 ottobre 2024

Da te inizio quando scrivo. Dalla parte giusta del cuore, del miracolo atteso. Il controcanto del contratto pattuito. Straparlo. Libera Mente libero l’ anima dal canto imposto. Della sera il fluido magico.

10 ottobre 2024

Sottilmente gode la notte dei miei sbalzi d’ umore. Lussuriosa sorride sotto i baffi. Antropologa studia i miei fatti passati. Guardona ho paura che scruti i miei segreti presenti.

11 ottobre 2024

E secondo me le parole, le parvenze, i sottintesi, cioè tutto quel che viene a galla in queste stupide giornate ha in serbo il nulla, il niente, dopo la morte. È mezzogiorno, fuori gareggia il sole.

11 ottobre 2024

Sottilmente gode la notte dei miei sbalzi d’ umore. Lussuriosa sorride sotto i baffi. Antropologa studia i miei fatti passati. Guardona, ho paura che scruti nei miei segreti.

11 ottobre 2024

E secondo me le parole, le parvenze, i sottintesi, cioè tutto quel che viene a galla in queste stupide giornate ha in serbo il nulla, il niente, dopo la morte. È mezzogiorno, fuori gareggia il sole.

11 ottobre 2024

E secondo me le parole, le parvenze, i sottintesi, cioè tutto ciò che viene a galla in queste stupide giornate ha in serbo il nulla, il niente, dopo la morte. È mezzogiorno, con le nubi fuori gareggia il sole.

11 ottobre 2024

E secondo me le parole, le parvenze, i sottintesi, cioè tutto ciò che viene a galla in queste stupide giornate ha in serbo il nulla, il niente dopo la morte. È mezzogiorno, con le nubi il sole fuori gareggia.

11 ottobre 2024

Ci fu un tempo di terrore per le lucertole distese al sole al mio passare. Non volevo loro tranciare la coda per mia colpa, mia colpa mia astutissima colpa. La coda ha una esistenza a parte per diversi minuti. Poi a fatica rinasce. Io come un aedo volevo solo parlare con loro. Nella città di Miracolandia volevo istruirle. Ma chi sarà mai questo balordo intontito dal sole? Questo dicevano di me le lucertole quando erravo per le chiazzette.

12 ottobre 2024

Sei la sterminatrice dell’ anima o del cuore, si fa per dire. Attenta ad ogni emozione la stessa distruggi. Una volta dicesti che mai mi avresti preso sul serio mentre parlavo d’amore. Ora straparlo, esco di nuovo fuori le righe. Perdonami, sai che non riesco a mentire.

12 ottobre 2024

Tra qualche istante passerà il rancore per l’ offesa subita. C’è che noi umani parliamo oramai in differita. Non capiamo se la gratitudine sia cosa vera.

12 ottobre 2024

Immacolati e saldi nella lettura della bibbia le ramificate radici ci portano a tempi lontani quando i nonni ci portavano a messa a educazione dell’ anima e della carne già castigata.

12 ottobre 2024

Molto oggi ho concesso al sonno, agli spazi indomabili del depresso. Mi chiedo fin dove vuole arrivare il mostro di dentro. Con sorpresa mi accorgo che di tanto è scesa la sera. Tra poco sarà ora di cena e mi scoccia il ricomincio daccapo.

12 ottobre 2024

E diamola vinta al bicchiere mezzo pieno ché quello mezzo vuoto non fa’ positivo, non fa’ bilancio da presentare al popolo del sabato spumeggiante e glorioso nei nidi d’ abbaglio.

12 ottobre 2024

Umani. E come in una basilare partita di calcio dell’ arbitro si aspetta il fischio finale.

12 ottobre 2024

Mostra la notte i suoi muscoli nell’ aver capito il mio stare meglio dopo la cena frugale che a sostentamento del corpo a tarda sera mi sono concesso.

13 ottobre 2024

E poi il resto incomincia da sé a presentarsi così com’ è a quest’ altra notte di ottobre preservando da me tutti i peccati del mondo.

13 ottobre 2024

Facciamo quattro chiacchiere: mai ti trovi dove dovrei esserci anch’io. E se ti parlassi di vento affranto? Per tua norma e regola stanotte neanche un refolo. E poi non mi sembra poetico. Torniamo al discorso: perché non sei mai dove mi trovo? Ti sembro etereo? Allora fammi rinascere in anima e corpo, anche se vecchio.

13 ottobre 2024

E se faccio parte dell’ eterno ieri significa in sintesi che nell’ eterno oggi non esisto e quindi non rompetemi il cazzo se a vigliacchi vi addito se nel vostro letame vi vango tanto a parlare e agire non sono io ma lo spettro del mio passato. Se oggi fossi veramente vivo può darsi che come voi sarei potente gran leccaculo.

13 ottobre 2024

Se caddi a terra e perché ci fu il contatto dispotico e violento. In certe partite accade questo per livore del nemico. Certe partite non dovrebbero mai avere inizio. Ma non ci fu nessuno a silenziare l’ arbitro.

14 ottobre 2024

E questa notte di lussuria non aspetti il giorno prima dell’ impasto nell’ argilla che mi accomodò dentro il seno, culla addolorata nell’ avvio della vita.

14 ottobre 2024

Ho preparato gli occhi al contemplo del mezzogiorno di sole e di caldo in ottobre inoltrato. Non amo l’ andirivieni della natura, questa terra ha tanto bisogno di pioggia. Chiudiamo con una parentesi questa fase di arsura? La sete dell’ anima non ha mai fatto storia.

14 ottobre 2024

Sei la soglia più accessibile della mia anima. Se ingenuamente ancora mi illudo è perché a me tieni socchiusa la porta. L’ entro o non entro cozza col tuo bilancio della giornata. E ti sogno allegra, svolazzante, leggera, quasi a dirmi: dai entra! ché il peccato non fa’ mai storia bruta se iniziato da timidi sclanci e ricerche di labbra. Poi il restante consegnato liberamente alla passione che arriva col suo dono che ci dispensa da ogni colpa presunta. Vedi mia cara, in questa notte di ottobre in me dilaga ogni cosa che mai sia stata creata. Sei dolce e lontana. Tra di noi qualche via e la solita piazza.

15 ottobre 2024

Mi sono svegliato molto presto stamani, un po’ prima dell’ alba. Già sento il bisogno di far cronaca. Stanotte ho sognato vecchi compagni di scuola. Gli uni agli altri facevamo sorpresa. In realtà non li vedo da anni e poco so della loro esistenza. Uno, ai tempi, a vent’anni, cancellò la propria. C’è che la vita scorre vestendo panni diversi, da autrice sclerotica imponendo diversi destini.

15 ottobre 2024E

non è certo questa l’ occasione perduta per ansimante smania di tenerezza, rivelata tendenza fino ai dettagli. La tenerezza disvela lirici sfoghi sensuali e notturni. La tenerezza si pregia di essere tenera nelle carezze anelate. Dolcezza candidata a spirito santo nell’ incontro di amanti.

16 ottobre 2024

Non è certo il silenzio crescente della notte a disperarmi. Credimi. È semmai la fase calante degli entusiasmi all’ apice delle illusioni. Di questi soffro lo stacco dai vertici. Tra noi non c’è sovrapposizione di anime semmai cortecce di cuori sospettose di stolte cadute. Ma all’ universo è di meraviglia la notte quando trova un anziano bambino che ancora si illude.

16 ottobre 2024

E questa taumaturgica voglia di salvare il salvabile nel seminterrato dell’ appartenenza imposta da esseri estranei mi sfibra, mi incazza, mi perfora fin dentro l’ anima. La dignitosa parvenza di esserci ancora educato nello scambio di pace, nel ricambiare il saluto, nel nascondere prurigine e voglia. Pace e bene fratelli, andate in chiesa.

16 ottobre 2024

Dicono che qualcuno mi abbia quotato in borsa. Gentile pensiero. Di quanti miliardi di euro dovrò riempirla? Domanda sgradita per un poeta da nulla. Come ogni notte il cane di fronte indifferente mi guarda. Al mio fischiettargli neanche la coda scodinzola. Un cane da niente, un poeta da nulla.

17 ottobre 2024

albatro-utlatore

E per te ho una apertura alare di grande estensione. Mi libro così in aria nel cielo buio della notte per orientare i tuoi sogni. Chissà da quali meandri oscuri del tuo cuore provengono, chissà dove si recano. Devo fermarli prima che vadano troppo lontano, prima che i miei sogni scavalchino.

17 ottobre 2024

Avevo troppa voglia di vivere, per questo feci un patto col diavolo. Del ghiaccio sovrastantemi dovevo spezzare l’ involucro. Come un cubetto su di me l’ avevano ghiacciato a misura. Ne presi, poi, di cantonate. Rompere il ghiaccio non è poi così facile. Non posso farne una sintesi in questo mezzogiorno di pallido sole.

17 ottobre 2024