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LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi
Parlo di te alla notte stellata o meno, non sto affacciato alla finestra per guardare il cielo. Parlo di te senza aspettare suggerimenti dati a rimuovere i miei dubbi sul tuo cuore. Ti conosco profondamente per attendere un tuo salto da gazzella innamorata. Ed è un salasso di proclami rivolti ai mille rivoli d’amore sfocianti nel tuo ameno campo di rose e spine. E dire che ci vogliono tre passi per poggiarmi sul tuo seno.
23 novembre 2024
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No no no non ci sia caduta nelle poesie ispirate dall’ adorata Musa. Si innalzino i miei versi ad alta quota con discesa ardita sempre più innamorati e colmi di speranza, nonostante la risposta.
23 novembre 2024
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Faccio copia incolla della mia faccia di apolide senza patria. E confrontarla allo specchio della memoria spaventa, fa paura. La porto in giro nascondendo qualche ruga. Roba da pubblica risata. E ancor più temo la paura altra, spaventosa, di una pur lieve sua carezza per compassionevole misericordia.
23 novembre 2024
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Dammi l’ ora di un possibile bacio proibito proiettato nel futuro a garanzia di un sigillo di vita sulle tue labbra fissato. Mi sono oscuri luogo e contesto di un vero azzardato. Tra noi c’è un divisorio fossato di intenti mai colmo al passaggio di sogni inebriati d’azzurro. Lo so, in me tutto è miraggio. Ma in quel giorno e in quell’ ora, stai certa, non sarò avaro nel sussurrarti ti amo.
24 novembre 2024
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Aggiorno la notte di un notiziario tutto mio con cronaca fatua, gioco della mia anima. Già registrato un servizio di levità infinita. Eterea la voce come fosse divina. A volte stentorea si impone perché non si dica che lei non l’ abbia sentita. Notizia all’ amata. Coraggio, si và in onda.
24 novembre 2024
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Libri all’ ammasso nella mia libreria. Non trovo il quaderno di poesie di mio padre lì da tempo posato. Si, siamo liberi di fare quel che vogliamo ma stringe il tempo per chiedere perdono. Degne di lode le ho lette solo una volta. Ricordo la sua faccia scarnita, indifesa, quasi a chiedere a noi figli un estremo dono di vita.
24 novembre 2024
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Non è desiderio capriccioso. Il mio è ardente fervore tumulato dentro il non posso e l’ amore non va’ negoziato. Quello lasciamolo ai faciloni del compromesso. Ciò che offende l’ Olimpo è l’ insipida offerta di un sogno smagato. Nella totalità dell’ ardore offro me stesso.
24 novembre 2024
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E si racconta lo sciabordio di giornate confuse nelle notti già scese e locquaci nel rimestio di ardenti bollori. Si racconta di fate e di gnomi a corte di amori respinti. Ho chiesto e questuo molto più delle affinità elettive. Non mi discolpa l’ amarti.
25 novembre 2024
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La stantia nenia della morte seconda mi destruttura e destabilizza il potenziale uso del libero arbitrio. Confesso i peccati con tanta voglia di stabilirli e rifarli. In fondo in fondo disprezzo e rigetto i dettami del cielo, quindi sarò rigettato dal Regno. E mi starà bene l’essere esposto al ludibrio dei Santi. Che grande risata nel Paradiso, bontà loro. A testa alta riprendo il sentiero mondano con vizi e peccati racchiusi in un sacco.
25 novembre 2024
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Tremo al pensiero dell’ abbandono, amata amica. Tremo perché sono colui che così è sempre stato. Io sono l’ incolmabile vuoto, il mai saziato e di te mai mi sazio. Ascolta… tremo nel dirtelo, un sempre ripetuto ti amo. Vortice del mio cervello. Ma tu già conosci in me la paura dell’ abbandono. Risparmamiela. Risparmia l’ amore che non obbliga. Tre volte buona, Trinitaria Musa, nel tuo seno culla questa mia indomesticabile paura.
25 novembre 2024
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