
LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi
E già mi immergo nella prima notte decembrina. Non si lasci presto ammaliare la mia anima dalla festa natalizia ferma nel ricordo della materna casa. Lì stava la magia. L’ albero, il presepe, la novena e il Rosario di nonna Carmela sempre di nero vestita. Io sulle sue ginocchia. Nel mezzo della stanza una capiente conca. Oh immensa madre mia, estrema mia fiducia, quelli erano giorni di festa. Ora non credo più nonna cara, ma faccio sempre l’ albero dentro casa. Sai che ho un nipote? Lo amo come tu amasti me fin dalla nascita. Che notte fu per te. Un miscuglio tra morte e vita.
1 Dicembre 2024
🔖
È difficile al pettine addomesticare l’ ispida barba, soprattutto quando allo specchio si è indolenti, trascinati al bagno con lenti passi. È la professionalità acquisita di chi si approssima alla vecchiaia.
2 dicembre 2024
🔖
C’è un’ amalgama di follia con la seconda giornata decembrina. Una inattesa intesa sul percorso finale della strada. E, basta volerlo, su tutto ci si accorda. Forse è la banale residua voglia di trovare ulteriore residenza nella penultima virgola della storia.
2 dicembre 2024
🔖
E che si faccia un segno di croce sulla mia perspicacia. È lenta e appannata. Non mi consente di discernere dall’ una o l’ altra parte della scelta che sia doverosamente giusta per umana misericordia. Santificetur nomen tuum Nazareno. Poggia la mano sul mio cuore. Lascio a lui lo spoglio dell’ anima.
3 dicembre 2024
Ben venga lo stacco emozionale da tutto. Oggi è una splendida giornata di sole da condividere solo col cane di fronte. Fanculo gli avari di emozioni, i distaccati dagli entusiasmi. Ben vengano i cacciatori di scalpi.
3 dicembre 2024
🔖
Cercasi urgentemente botteghino per acquisto di biglietti per un posto panoramico dove contemplar le stelle. Ma non so se la notte è stellata o meno. Non so se è luna piena oppure è nuvolo. Mi intriga il pensarti affaccendata nella lettura di un mio libro. E naturalmente innamorata. E qui mi fermo. Taccio. Non sfido la legge del contrappasso. Temo il tuo giudizio. Ora che sono vecchio, non è tempo di abbandono.
5 dicembre 2024
🔖
E sento piovere. Altro che posto panoramico per lo stellato. Rivendo il biglietto come bagarino a prezzo modico. Della pioggia odo con goduria il ticchettio. È un segmento del mio spirito. E mi intriga il pensarti addormentata sotto le coperte, al caldo, in pieno sogno esteso di carezzare, oh infinita tenerezza, chi di te è innamorato.
5 dicembre 2024
E c’è una priorità assoluta. Scappare a tempo debito dal dramma di una sanguinante poesia che mi dilania. Fuggire dall’ underground humor a me non più adatto. Preferisco l’ humus da bar per parlare di guerra. L’ intellighenzia acese mi fa paura.
6 dicembre 2024
🔖
E il surrogato che fui di me stesso, pensò subito, appena nato, che la vita non è affatto un dono né un mistero atavico. Atroce, piuttosto, il crederci accumulando credito non risanato. E non lo vanto. Neppure nel dire ti amo c’è qualcosa di eterno. Proiezione di desiderio di un prato, di un fiore, di un cielo stellato e nulla di esclusivo. È tutta una parvenza di afflato e di un surrogato ti amo. Il dolore eccelso alla vita donato.
7 dicembre 2024
🔖
Ed è scellerato l’ ingenuo raccontarsi senza difesa alcuna, l’ aver abbassato la guardia quando tutto il mondo è in guerra. Nella vecchiaia il racconto diventa fabula, donazione mistica e esagerata per un raccolto di diffidenza.
7 dicembre 2024
🔖
Fiocchi di neve in notte d’inverno. Con te e per te stavolta il miracolo. Ma quello che promette non restituisce il cielo. Ciclo diabolico di venti contrari alla neve. E allora vorrei che fossi tu il fiocco morbido e leggero a donarmi il brivido, o meglio un fremito, tra le mie mani racchiuso. E se Dio mi prestasse i suoi angeli, come fece in quella notte d’estate, avverrerei così grande miracolo. Esultino pure gli amanti del vicolo. Per te, e con te, il maestoso spettacolo.
7 dicembre 2024
🔖
E mancava proprio la spinta alla mia supponente, saccente conoscenza di vita. Nessuno la prenda sul serio. Anche se danzo su consonanti e vocali non sono poeta. È tutto un miscuglio di decadenza. Su ogni entusiasmo la pietra al collo tanto per stabilire come stanno le cose. E non vi è decenza sul comando impartito dopo ogni alzata di testa. Questa è la notte dell’ Immacolata. Bersaglio è il petto. La mia disfatta, la mia Caporetto.
8 dicembre 2024
🔖
Perché questo vento di fronda mi fa allegria, mi esalta? A chiedermelo scopro l’ acqua calda. Sempre in simbiosi con la magica energia scatenata e pazza. E più sbattono le imposte, più è pura la sacra follia di radunare a me angeli dalla affaticata faccia. La fola attorno alla conca calda e riprendere la via dell’ innevata Etna. Rifugio di Dio nell’ angoscia. Oh magnifica montagna, raduno di angeli in preghiera. Non raggeliamo al gelo della mia stanza. Usciamo a notte alta e sia in tarda mattinata che si torni al brivido della terra.
9 dicembre 2024
🔖
Non chiederò più attenuanti di sorta. Scalpita il vento freddo nelle mie ossa. Forte è l’ angustia mossa dalla mia brama di una mistica sorveglianza a perenne misericordia. Terrò gli ipocriti a debita distanza.
9 dicembre 2024
🔖
E non so se andrò a farmi fottere. Sarà un piccolo intrigo. Un piacere fugace. Scomodo Gaber. Ma se il culo è mio e me lo gestisco io a voi che ve ne fotte? Fatevi pure quattro risate. Io dò il culo alle stelle, ai campi fioriti, ai fiocchi di neve. Non abbiate paura del mio raffreddore. Io freddo gli ipocriti. Chi si sente toccato si scanzi anzi si scalzi al mio imbrunire. Ho tanto da spendere in amore, ed è lei che dentro mi giace.
10 dicembre 2024
Coricato, chiedo al soffitto un sogno gagliardo teso ad un immenso esteso futuro. Nel sonno non giungano le pastoie del passato. Oramai nulla giustificano. Oramai nulla rivelano. Vengano rinchiuse nello scantinato. A me la chiave dello scatto. Ho da fare un viaggio eterno.
10 dicembre 2024
Social Profiles