LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi
Il botto bestiale sul pavimento. Forse l’ Oscena era in agguato. Miracolato, senza sognare, per terra dormivo. Il tutto scomparso. Alle mie orecchie l’ urlo. Ma io volevo dormire comunque. Senza sogni e senza affanno. Allontanato il Processo ora mi svesto dei miei soliti panni. Il mugugno non sarà più roba mia. Ma nemmeno il sorriso.
4 settembre 2024
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E mi replico. Almeno ci guadagno qualcosa salassato individuo. Non devo niente al futuro, neanche un centesimo di rabbia. Replicante neanche un centesimo per me stesso. Di quello che ero e che fui, la stessa faccia. Non parlatemi di rovescio della medaglia. Per focale amicizia l’ho perduta, sbugiardando il desiderio. Fattuale dimostrazione di quello che sono.
5 settembre 2024
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Un’ ora di cammino dentro casa. Avanti e indietro. Tributo al corpo. Fuori andrei incontro a terribile malinteso. Il carmelitano scalzo che si converte al mondo.
30 ottobre 2024
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Nella parvenza di uomo adulto abita un ragazzo malcresciuto per voltafaccia dall’ alto ma col cuore agitato nella bottiglia dal collo lungo tracimante liquido amaro gloriosamente miscelato al grido del ti amo.
30 ottobre 2024
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C’è anche la strategia dell’ uomo raro interprete, stanotte, del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Se il tracimato è già perduto ci accontentiamo di quello interamente vuoto ché non sia mai il colmo del vano. Ho moglie e figlie e un nipote già cresciuto. Preservo me e il mio creato.
31 ottobre 2024
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