Le Odi
A cura di Ludovico Anastasi
La barba bianca, più bianca del solito, allo specchio il mio vago sorriso. Sprofondo. Non c’è il dono raro, il dono prezioso. Della serie il cuore rosso inconosciuto. Il tuo. Il mio ti fa scomodo? Mi arrovello. La mente fa strano binomio col diavolo e il suo zampino. Amore, lo caccio. Libera mente. Libera. Ricordo la barca dalle sette vele per te immaginata. Senza te sopra la prua immaginala solcare mari e oceani, solitaria, vagabonda.
23 agosto 2024
Avverto un’ aria frizzantina. È un sogno ad occhi aperti? I simboli son quelli, non si scappa. Eppure clochard della notte abbondo in dubbi. Negli equivoci le trappole. E ve ne sono tanti. Non più i mi sono fatto un film. Amore, non farmelo ripetere. Il repetita iuvant stanotte non vale, non mi si addice, non sta nelle corde del mio carattere. Ma perché di notte divento logorroico io amante dell’ estrema sintesi? Sei molto bella amore, molto bella e scaltra. Online la toccata e fuga. In verità ti dico: toccata mai!!! Dimmi: sacerdotessa del tempio della poesia e innamorata? Resta l’ incognita.
23 agosto 2024
Fermati orologio!!! Fermati in questo momento in cui la esalto, la vivo, la bacio. Allucinazione di un pomeriggio caldo. Fermati lo stesso, fermati adesso. Non sii restio allo scopo. C’è un fine per tutto, un fine supremo. Ardo. Non deridermi amore. Da piazza a quartiere due cuori e un filo. Allungalo.
23 agosto 2024
Preziosi secondi guadagno per scendere al mare che immagino. Mi preparo, indosso un costume firmato e una maglietta elegante. Con l’ acciottolato lavico delle chiazzette parlo. Elucubrati comizi. Acconcio le pietre a future puerpere. Le pietre mi amano. Forse un po’ di meno le lucertole al sole distese. Anche per loro tento un discorso. Balbetto. Mi faccio amaro. Non ho più pathos. Allucinato dal caldo sul divano mi stendo. Amore, penso a quel filo.
24 agosto 2024
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