LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi
Stringo il tempo audace la notte. La banderuola delle ore è iniziata su se stessa a girare. E allora scrivo. Scrivo tanto, senza ritegno, senza pudore. Avessi il talento del narrare forse avrei scritto capolavori. Ironia della sorte. Chi legge non se la prenda se sottilmente ironizzo. Non se ne abbia a male se sottilmente l’ incastro. Chi legge mi sia amico. Abbiamo ancora tanto di cielo da sopportare o contemplare secondo i destini. Secondo gli umori residui. Secondo i danni da perpetrare.
15 settembre 2024
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Fiocchi di neve in notte d’estate. Mia metafisica astrazione. Li immagino, li dipingo gli amanti infreddoliti. Lo stupore dei miracoli. Un po’ per noia, un po’ per celia, come s’usa dire, li lievito nel cuore. Alla fine posso miracolare chiunque sieda al mio tavolo a quest’ ora della notte. Chiunque sia disposto ad andare a caccia di stelle portandosi dietro gli amanti. In fondo nei vicoli ciechi non sono mai mancati tali miracoli. Non siano dunque sorpresi gli amanti. Ho tanto parlare d’amore da farli ulteriormente stupire. Se Dio mi prestasse i suoi angeli metterei in scena un grande spettacolo. Il dolce sorriso prima di andare a dormire.
15 settembre 2024
🎄
Bisogna che io resti nella logica dei vinti. Dei santi in declino spogliati dagli abiti. In questo mattino di incertezza di passi bisogna che io torni alle sorti da altri decise. Non un grido al cielo rischio, non un’ urlo a richiamo del fato. A nessuno l’ azzardato rimprovero. Vicino al mio anno zero non alzo la voce. Voglio solo indossare i miei umili panni. Della causa effetto le scaturigini.
15 settembre 2024
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Il tout court dei miei morti. Si alternano i turni. Me ne parla il cielo grigio di oggi. Prendiamo ad esempio i soldati restii alla morte. Nel teatro di guerra non esistono pause. Dietro le quinte non c’è turnazione. Stamani assemblee nelle chiese: Dio ha sostituito se stesso. L’ incarico all’ intelligenza artificiale.
15 settembre 2024
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Datemi un dito di cielo. Di certo non lo nascondo. Mai veramente studiato vorrei fosse un libro pronto allo sfoglio senza alcun smacco. Datemi un po’ di saggezza per meditarlo. Più che altro sul mare l’ ho visto riflesso. Ma questo riguarda il passato. Datemi una agenda per appuntare il mezzogiorno. Vicina è la svolta del giorno e il suo cambio. E delle ore il chiacchiericcio.
15 settembre 2024
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Laddove ieri c’era il sole oggi è ombra e il cane al fresco disteso. Mi sento estraneo a questo pomeriggio. Presente la realtà mi sfugge, mai veramente avvertita. Eppure sono reale in carne e ossa. Allora sarà questione di anima, di una entità che poco sa sfiorando il nulla. Allora sarà questione di cuore e del peso che porta. Se avessi avuto coscienza avrei chiesto di essere dispensato dall’ averla. Ma non sono io il decisore. Lui crea e poi si volta, lui scherza e poi ti lascia. Però è pur vero che a volte miracola. Tre volte buono è pur vero che sta nella storia, nella sua miracolandia.
15 settembre 2024
Declina il sole, si avvicina il crepuscolo. Il crimine è non dare spazio a tale avvenimento. L’ essere distratto da futili eventi, dai furti nel cuore. Tra le nostre mani stanno le ore della sera. Bisogna farne cuccioli da coccolare. Forse non c’è più tempo per le ore di addomesticarsi nei nostri orologi. Gli orizzonti lontani sono irraggiungibili e spietati nel respingere chi osa avvicinarsi. Forse siamo meteore luminose senza indirizzo né indicazioni.
15 settembre 2024
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C’è un leitmotiv preciso, nessun presagio oscuro, nessun preavviso neanche per prenderci in giro. Tutto è calcolato. Fuor di metafora affermo che c’è un piano di sterminio. Siamo in troppi per tenere l’ umanità sotto controllo. Bastano coloro che consumano. Vi avviso: non è una poesia che sto scrivendo. Denuncio il piano di evaporizzazione, di squagliamento di corpi mentalmente ottusi che non accettano l’ improvviso, tragico scoppio del mondo. Un impossibile evento, ma dai, lascia che si sbattano le corna tra di loro. Vi avviso, non faccio poesia. Io vi denuncio per altissima ignoranza, per omissione, per degenerazione dell’ anima, per il mancato scrupolo di pensarci sopra, per mancato soccorso ai vostri figli. Non ci sarà nessun preavviso o somme bestie, il bestiale bestemmiare dentro il placido cervello vi si ritorcerà contro. Purtroppo ahimè poesia non scrivo. L’ avviso e poi il silenzio.
15 settembre 2024
Non cerco la morte nella barberia della notte. L’ altro ieri ho accorciato barba e capelli. Sarò meno brutto se lei venisse a cercarmi. Forse, vecchio, avrà un carezzevole gesto nel prendermi, un dolce sorriso. Così la immagino. Mi porterà in spalla o sulle braccia disteso. Le chiederò se di me è già informata, se sarà giusta con la bilancia. Le bilance a volte falsano, non presentano bilanci corretti. Corretti o meno di bilanci ne ho un cumulo. Ma stanotte no, non l’ attendo. Se mi son fatto meno brutto è per stare alla pari con lo specchio. Dunque mi lasci stare un po’ vanitoso. Con me avrà sempre lei il grande vantaggio.
16 settembre 2024
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Scansati notte, da te stanotte non voglio lusinghe. Le adulazioni mi stiano lontane. Ispirato non voglio sgarrare. Ho un cuore da donare a colei che adoro, a colei che nella nostra stanza aspetta, dolcissima, bellissima come sempre è stata. Fedele compagna di vita molte volte con te sono stato avaro di spirito per arroganti libertà malpagate. Imbizzarrito, testardo più volte ho sbattuto contro il muro lasciandoti in attesa, delusa per quel che ero e sono. La pazienza della innamorata. Le tue lacrime come perle mi attirano, mi sanno di Sacro. Tra le tue braccia sempre perdonato.
16 settembre 2024
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Forse non tutto è stato ben pensato, pesato, pattuito. Questa mattina mi sveglio con questo assurdo dubbio, un peso che dentro trascino per casa, lungo il corridoio, nelle stanze ancora piene di sonno. Allora cerco il pelo nell’ uovo, se all’ inizio ci fu qualcosa di losco. Se così fosse non si tratterebbe solo di un pelo ma di un trascorso inviso a qualcuno, da bazzecola a faglia di un sommovimento dell’ anima.
16 settembre 2024
Con distacco oggi guardo il tempo. Non mi lascio prendere dal freddo o dal caldo. Con distacco vivo la strada di sotto e i passanti. Al mio non aggiungo il peso degli altri. Vade retro passato, oggi non si và mica dietro. So di essere stato sconfitto ma le generazioni a venire hanno già perso. E siamo stati noi ad allestire il misfatto. Dunque quel poco che nel quartiere c’è di natura oggi la guardo con distacco. Intingo il pane in una farsa di calma. Mi fingo sapiente. La sapienza, come dicono, è forza. Ma, appunto, è tutta una farsa.
16 settembre 2024
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Se poetare scade al mestiere di amanuense dimmelo amato Settembre. Non voglio portare per forza a convegno coloro che hanno altro da fare. C’è tutto un reale con cui fare i conti e un doloroso sbattere di ali nelle preghiere inevase. L’ inevitabile girovagare di giovani indolenti. So dei loro pesi sfogati in alzata di spalle o in imprese da forze dell’ordine. Conosco bene il quartiere, la sfortuna di esservi nati, la crocifissione di viverci. Ma oggi, amato Settembre, cogli il mio dire, l’ affannato pensare, la voglia di vivere sempre e comunque. Me lo dice il sole e lo scodinzolare del cane.
16 Settembre 2024
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Vi è un nesso profondo tra il pomeriggio e il crepuscolo. Alle prime ombre carpisco tutti gli impeti del mondo. Proditoriamente al cielo rubo le prime stelle. Oh voluttà vigorosa! Anelo al vento di fronda. Ad una certezza di frontiera aperta all’ estraneo. Lo straniero e la rivolta. Non uno sfogo lirico, non l’ ironia da nulla ma il reale dardo scagliato sull’obiettivo esatto. Non cosa da poco in questo funesto volgere del tempo. Che stia fermo! Che attenda l’ evento balsamico.
16 settembre 2024
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