LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi
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Immagino prepotente aria notturna. La desidero, la pretendo. Non si muove foglia, tutto è silenzio. Quanti amori sbocciano in questo quartiere, quanti ne muoiono? Indifferenti dentro le case stiamo. Avvitati in noi stessi non diamo spettacolo. A nessuno si conceda lo scandalo del tutto è finito. A sconvolgermi arrivino gli immaginati tumulti dell’ aria. Tu, se vuoi, vieni pure, soffiata dal vento.
19 agosto 2024
La reclame. Il reclamare mi è d’obbligo e pure ad alta voce. Si snoda tra le patetiche ancelle d’amor cortese. Attenzione il re è nudo. Ma più che re io sono stato e sono reato. Il peccato compiuto. Il nodo in gola. Esaltato ho detto e tanto. Chi ha orecchie per intendere intenda. Fuori ancora è luce ma scende la sera. Come sempre, come ogni volta. Non voglio aspettare la notte. Non l’ attendo. Mi si rammendi ciò che in me è sdrucito. Amore, possiedi un ago?.
19 agosto 2024
Mi furria a testa comu ‘ntuppettiru di lignu giratu da lu spagu. Ci iucava di nicu ‘nsemula i nacchiri do nannu. Appoi sutta i funtani mi vagnavu tuttu assuppatu. Chiddu fu lu mo paradisu, a mo risata china di cuntentu. Ora suru tuttu paru e di la morti mi ‘nsonnu lu dispettu. Chiddu tindu. E tinda assai è la fitusa appattata cu lu ‘nfernu. Ppi chissu a notti svigghiu, fazzu u surdatu.
19 agosto 2024
Tempesta di vento stanotte. Sbatteva porte e finestre. Ovunque furoreggiava, ovunque s’incamerava sorprendendoci negli incubi. Negli estinti sogni dei poeti, negli appunti scritti sui fogli. Tutti volati. Oh vento come mi esalti! Come sai prendermi l’ anima volante tra spiriti eccelsi. Sbattano pure porte e finestre. Con te vengo sempre a spiare nei cuori altrui e in quello di lei. Il nascosto, lo scrigno di tanto mistero. Il silente. L’ esperto nel depistaggio. Hai vegliato per me stanotte, amore mio?.
20 agosto 2024
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La locuzione perfetta. Do ut des. Io dò affinché tu dia. La grammaticale esattezza. Ma cosa ti ho dato!? Assolutamente nulla per il tutto proibito. Per te ho sognato e sogno il ribollire dei mari, della lava dell’ Etna, il fiorire dei prati, dei monti, di tutto ciò che mi innamora, di ciò che in te mi dilegua. Il dileguarsi assieme per chissà dove, per il chissà come, perfino alla fine del mondo, non importa. Preghiera oscurata. L’ oscuramento della presenza. Nell’ assenza ti sveli restando muta. Non avertene amore, non prendertela mai per ciò che dico. Il mio è solo un canto.
20 agosto 2024
L’ umido di notte. Mi copro col lenzuolo. Non sono atteso da nessuno. Per me nei sogni resto. In me rimango. Il riposo dei giusti dopo lunghe elucubrazioni andate a vuoto. Ma chissenefrega, il tutto è già stato espiato, esposto al pubblico ludibrio. Lo straparlare dello spostato. Stanotte voglio il riposo calmo, la quiete finalmente. A mio favore riagguanto il cielo e lo stellato. Non so se è così ma non mi affaccio. Le stelle non interrogo. Non voglio il vaticinio. Non coltivo le pretese del futuro e non alzo attese. In serata alcuni amici ho cancellato. Per formazione e per carattere sono divisivo. Nelle vene il sangue del demone. Ma perché questo logorroico verso? Ora taglio. Chi non è con me è contro di me. Tu con chi stai amore mio?.
21 agosto 2024
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Ecco il mio canovaccio, scurrile lo estendo, lo interrompo e lo bestemmio. Disperazione sul foglio accartocciato, oltre la siepe scagliato. Se fossi giovane partirei mercenario. Se fossi ricco malavitoso comprerei un fucile già caricato. Il crimine dentro frustrato. Il glamour giovanile scomparso. Ora defettibile appaio. Ho comprato una rosa rossa. Metafora antica tra le mani come la filastrocca da cantare col ghiaccio in bocca e nel cuore. Un bouquet di rose e un canto. A forza in quell’ indirizzo.
22 agosto 2024
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Ho inventato un lago. Ampio, azzurro, mio. A volte spumose a volte leggere le onde. Mi somigliano. Vi nuoto, con barca a sette vele vi navigo. Vi ho allestito un giaciglio. Nelle notti di vento sul guanciale mi fiondo e sulle acque alto, solenne, il Figlio di Dio. Per due, per me per te è il giaciglio. Non temporeggiare, dai sali a bordo.
22 agosto 2024
Sopporto il tuo silenzio acuto. Tra noi c’è un comunicare cifrato fatto di cuori e rose rosse. Leggo Alda Merini e mi innamoro. Esistono trappole e fosse per certe vite eccelse e solitarie. Da sempre i destini amari, da sempre non esistono i cuori e le capanne. Per te stanotte ho costruito una barca a sette vele. Ma tu non sai e non vuoi salire.
22 agosto 2024
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