LE ODI

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LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

 

1 E il demerito mi assale in questo chiaro settembrino: quel che a lei chiaramente avrei dovuto dire, l’ho taciuto.

 

 

2 Giano bifronte, Acquario, mi taglio a sangue con le mondane forbici del giudizio vario a secondo degli umori che si susseguono come discenti in fila ai primi veri esami, ora terribili e quotidiani.

 

 

3 DIO ABITA IL PASSATO.

Tengo fermo il timone nello specchio d’acqua dei miei morti. Li’ non fa tempesta e se volge a nuvolo e’ per sentir piu’ intima la festa degli amori. Li’ sta la santita’ dei sorrisi, dei gesti buoni. Sta tutta li’ la meraviglia della vita e la sua grazia. Li’, nei vivi alla morte invisi, perche’ attorno, c’era da crearmi gioia. Poi, si sa, paziente la scaltra mastica l’attesa. Si, stava tutta li’ la vita, nella casa materna ora per sempre chiusa.

 

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4 UN AMORE

E dov’e’ la spada di nobile forgia, la poderosa, la vincente, la lucente dove rifrange il sole perche’ lontano porti una luce cullata dal tremore di mille ludici barbaglii a un fertile cuore?

 

 

5 E vennero. Calarono come gli unni in cerca di sciacalli. Peccato che la patetica Roma non fu rasa. E ancora tutto continua.

 

6 E il cuore si fece ombra per tentare nello scuro la sua anima gemella. Ma la preda astuta, svicola con ali di farfalla lasciando nella notte l’anima gemella.

 

7 E per professionale sacra indolenza cammino su e giu’ per la mia stanza. Cosi’ cerco di d’allenare le fragili ossa mentre penso a quella storica salita dove abita la mia adorata.

 

8 S’arriva in Novembre che sembra estate. Se potessi, andrei a bearmi a mare. Ma non posso. Resto legato ai miei impedimenti.

 

9 E la paura di restar solo, mentre il mondo e’ in rivolta, mi affligge e mi strazia profetizzando il destino dell’uomo.

 

10 E con questo miscuglio di farmaci nasce il colui che io sono ora: mescolatore di eventi passati con quelli di oggi.

 

11 E puo’ essere molto controproducente giocar di filo per farti entrare nel mio incapiente cuore.

 

12 Ancora mi sono mistero alle soglie della vecchiaia quando gli ingranaggi della vita saltano. Ma sento un amore che tiene ben saldo l’assemblaggio.

 

13 CONTRASTI

Questo viaggio duro, assurdo, viziato da irrispettoso scadenzario, che avanti mi sballotta, spietato, mentr’io passi indietro tento, verso il clima temperato della materna casa. Li’ c’era tutto: il mare con la scogliera, e la montagna, e i giochi di frontiera. E mi ci fermo, metto tenda e pure spaziosa alta capanna, lontane da ogni vista, da questa appiccicosa vita che bistura e svena.

 

14 E non sara’per caso un canzonarmi l’addolcirmi nelle consuete asprezze, l’introdurmi in inconsuete speranze l’andare lieve, quasi danzante verso il regno che non mi sia piu’ padre greve ma finalmente madre? Mi si perdoni allora questo lineare ludico ammaliarmi del grembo-morte.

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