LE ODI
A cosa di Ludovico Anastasi
VIRUS
Bisognava andare, e non l’ho fatto. Ad ogni esequie partecipo con cinica indifferenza. In fondo la sfericita’ di quest’essere, me lo fa simpatico. Anche se a noi infame mortale, per vivere lui combatte la sua battaglia.
LA BANALITA’ DELLA STORIA
Si sta nel rifugio come nella tana il topo. Ad ognuno la sua trincea. E bisogna sempre lavarsi le mani dopo aver sparato. Questa e’ la banale sorte del mondo.
LA LUNA STORTA
E, quando mi si imbastardiscono i sogni e viene la piena di vivi e di morti, c’e’ da mettere in ordine, spazzare laddove fanno cumulo gli incubi. Fra i tanti vivi e morti pochi mi sono graditi. E c’e’ una fonte di parole a cui attingere per descrivere gli incubi. Ma quel che poc’anzi avevo da dire ora mi sfugge: si e’ arrugginito il catino, e’ tutto buchi e poco attenti sono oramai i morti e vivi. Trovero’ audiense fra i cani randagi: ma si, loro la sanno lunga su come tirare fino a domani, e ancora dopo e, che cazzo ne so, fino alla fine.
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