LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi
NEVE SULL’ETNA
Come non insuperbire per questa scena ad alta quota, agli Dei meraviglia e a me lusinga per non sentirmi in colpa nell’amare a fondo la mia terra nonostante i voltafaccia della vita?.
Imploro la misericordia di una nave che mi porti via da queste terre, verso lontane mete distanti dagli inverni e dalle pene, e con i cuori forti, solitari, senza storie d’amore da rimestare e le inesatte voglie ammutolite.
SINTESI INQUIETA
Quel foglio dal bianco irriverente, muto, che mette in soggezione per tutto l’oscuro dentro ristagnato. Spazientito, del nero inchiostro ora lo strazio attende. Ma ancor di piu’ dell’anima che chiama, chiama, e non si arrende.
GIOCO DI SGUARDI AL BAR
Ho perso il tempo, il passo, come in danza maciullata da bucate scarpe. Oh pascolo di pensieri inutili che al volar leggero l’anima inviti, tra poco, sbrigato il rito della sigaretta, il gusto del caffelatte mescera’, la bella, con la mia faccia.
VENTO DALLO JONIO
Narra le sue fiabe sibilando, le ancestrali storie dal mare apprese. Mi si fa ancora amico mentre l’ascolto. In fondo, mi dice, tutto e’ semplice. Tutto ha un suo riposo, anche il sorriso dato a vuoto nella finzione del non cedere.
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