LE ODI
A cura di Ludovico Anastasi
CALENDARIO SOCIALE
Quel respiro ansimante, a sera, nella fase calante della vita, ancora con la schiena dritta ma il cuore in pena…e sessant’anni fa si parlava di nuova primavera.
S. STEFANO
E si ricomincia col capitolo dei martiri, ammaestrati i fiuti all’innocente sangue, inaugurata l’era delle urlate stimmate, uzzolo per milioni di orecchie tese. E del panettone le bocche a sgranocchiare uvetta e mandorle.
CRONACHE NATALIZIE
Guerrieri che s’inseguono dell’albero le luci. Le ho allestite con cura e dovizia di particolari. Richiamo di tempi remoti il faro illumina i muri eretti ad argine dei perdoni. Vi sono solitudini millenarie partorienti anime sole e sulle nasciture il sale delle colpe. Se venisse a mancare il sole, domani farei appello alle mie nubi tempestose. Dalle vicine chiese i richiami alle novene. Una meta’ di me ama scaldarsi a queste voci.
Andro’ col primo freddo. Ho tempo per consultare altre carte, far conti e provviste, lasciare lettere in bianco con a firma una croce. Non mi sara’facile passare per la cruna dell’ago, che non e’ quello del ricco ma del sognatore deluso. Sara’ lungo il bivacco, grande il silenzio a cui restero’ appeso.
Cosa mi racconta l’ischeletrito albero che contemplo alla finestra oltre l’onta subita nella spoliazione delle foglie che giorni fa sembravano decise a non mollare i rami in beffa alla stagione? Non c’e’ volonta’ che tenga: basta una leggera spossatezza, una distrazione.
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