LE ODI

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Le Odi
A cura di Ludovico Anastasi

 

ESPATRIO

E quel subitaneo stare oltre confine, rotti gli argini carnali. Chi cerca trova, si diceva dalle mie parti. Ma anche in questi lidi mi sento smarrito e non trovo agganci.

 

E BIVACCO

E bivacco. Sfuggente varco la porta nell’interstizio del suo spazio semiaperto, anima in cerca di qualcosa d’infinito. Valuto il grande salto ma ragionarci sopra e’ gia’ un ritorno a passo lento attorno al caseggiato che da anni mi fa scudo. Mi chiudo nel piccolo terreno seminato da miracoli da poco. Il prodigio immenso attendo mentre e’ gia’ ora dell’archivio.

 

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E MI RIPETO

Ho finito di visionare il futuro. Da tempo e’ tutto uno scavo all’indietro. Un mio fatto remoto: a volte vi gioco. Al piu’ ne sto prigioniero. Con un triplice salto mortale come al circo, ci vuole grande coraggio per tornare al mio personale anno zero, un semplice fatto d’anagrafe, una firma sul timbro: il depistaggio.

 

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TRANSITO

Alle primaverili stelle allaccio le ombre della sera. Da infinite altezze cerco di scrutare il mondo, schema ben definito con variabili in corso. Le studio meditando un impatto meno doloroso sul gia’ tracciato. Ma non e’ detto che sia sempre il fiore reciso a far dettato. Puo’ darsi ch’era tutt’altro schizzo, un felice sfizio, tutt’altra mano.