Cultura – Nuove Edizioni Bohémien – Edizione Speciale Marzo 2014
A cura di Simona Ippolito
Ogni anno la primavera è sinonimo di giornate FAI, ed anche quest’anno grazie al Fondo Ambiente Italiano ed ai suoi soci è stato possibile aprire molti siti di grande interesse artistico-culturale al grande pubblico di visitatori di tutta Italia.
Uno dei luoghi aperti è stato l’ex Monastero dei Benedettini di Catania con la Chiesa di San Nicolò la Rena che magistralmente ha dato spettacolo di se con la sua imponenza e raffinatezza.
Il complesso è uno dei più grandi in Europa ed è il connubio di molti stili architettonici che convivono armoniosamente. La chiesa, con le sue mezze colonne esterne, chiusa per molto tempo per i lavori di restauro, è ancora oggi un’accanita concorrente della cattedrale catanese, che per grandezza e stile si distingue decisamente, ma che teme di essere messa in ombra da quella che per magnificenza è stata inserita nella lista del Patrimonio dell’Umanità.
Fa da base al complesso la collina di Montevergine, che ai tempi della costruzione era il punto più alto della città. Più volte ricostruito a causa della colata lavica del 1969 e del terremoto del 1693, il monastero originario è solo quello che si trova nel seminterrato, ma resta vivo ancora l’eco dei monaci che lo abitarono e di quelli successivi che si occuparono della ricostruzione. Attualmente sono presenti due chiostri, un ricco giardino insieme ad uno pensile, l’ala del noviziato, due bellissimi refettori e la colorata cucina ornata dalle ceramiche di Vetri, la biblioteca e i magazzini.
Fu scuola e caserma e successivamente Facoltà di Lettere e Filosofia la quale tutt’oggi, nelle ex scuderie, accoglie ogni giorno le folle di studenti. Il monastero e la chiesa, mete importanti per i turisti provenienti da fuori provincia e per quelli catanesi, sono simbolo di un forte radicamento religioso della città. La chiesa ospita le cappelle di alcuni Santi tra i quali, S. Euplio e la patrona Sant’Agata.
Si tratta di una forma di architettura religiosa delle più umili, con pochi affreschi e molto spazio per l’accoglienza dei fedeli. Fiore all’occhiello è la meridiana sita nei pressi dell’abside, che con magnifica precisione scandisce il tempo dell’uomo e dell’arte che lo circonda.
Oggi la ricerca della bellezza e della conoscenza, da parte dell’uomo, avviene sempre più spesso al di fuori della propria città, sottovalutando le bellezze che i grandi uomini ci hanno lasciato, pertanto lo scopo formativo delle giornate FAI è particolarmente sentito, specie dalle scuole, che ogni anno danno ai loro studenti l’opportunità di guidare i visitatori in questi luoghi del passato e partecipare ad una lezione interattiva che li coinvolga completamente. Talvolta si tratta di fanciulli alle prese con i primi anni di scuola, che tra imbarazzo e timore regalano un sorriso ai loro ascoltatori, spesso, come quest’anno, di adolescenti che con l’amore per la propria città si cimentano tra date, miti e tradizioni con una maggiore consapevolezza di farne parte. Lo sforzo è quello di ricordare che la cultura, l’arte, le bellezze sono elementi della nostra identità e viverli è importante ancor prima che conoscere le mete gettonate, ci rispecchiano, ci appartengono ci tengono legati a ciò che siamo stati e rappresentano grande motivo d’orgoglio che abbiamo il dovere etico di conoscere e trasmettere.
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