A cura di Filippo Morina
Questa mattina 1 agosto, i miei, caramente, mi fanno gli auguri. E’ il mio compleanno , ma sento dentro di me che manca qualcosa del mio passato.
Graziella mi ha detto che andiamo a visitare “Le Rocche” .
Ciò mi fa molto piacere in quanto è una parte di Agira a me sconosciuta. Sono reduce da un incidente in montagna e camminare mi pesa. Ma l’idea di scoprire queste “Rocche” mi fa dimenticare tutto.
Si parte alle 18 con degli amici.
Questa volta non porto la macchina io, ma un amico.
Con la sua guida calma e tranquilla mi fa assaporare il paesaggio che di solito guardo ma non vedo.
Ad Agira incontriamo altri amici che si uniscono a noi.
Andiamo alla chiesa di San Pietro.
Del gruppo sono il primo in quanto ho una forte curiosità di conoscere questo inesplorato quartiere.
Imbocco una discesa, il caldo è veramente tanto,chiedo ad una signora: dove si va per “le Rocche”? Deve andare in fondo a questa via e poi girare a sinistra. Ascolto le indicazioni della signora ma ancora non vedo alcun segno di festa.
Questa parte del paese è veramente un dedalo di viuzze.
Ad un tratto la strada si fa meno ripida e comincio a scorgere delle bandierine e poi delle bancherelle.
Devono essere queste “le Rocche”!
Mi ritrovo tra merci di tutti i tipi:dalla cartolina al grammofono antico,un vero e proprio bazar; ma non è questo che io cercavo.
All’improvviso scopro una chiesetta mai vista “Il Purgatorio”.
Che sia l’ora di scrollarsi i peccati veri o presunti!
La chiesetta è semplice ma carina.
Nell’atrio antistante la chiesa delle buone donne ci offrono di comprare i biglietti di una piccola lotteria.
Vorrei fare una buona azione ma, desisto, riproponendomi di farlo alla fine della serata.
Entro, non è una chiesetta come mi era sembrata dall’esterno, ma una chiesa dove nella prima parte vi erano esposti quadri e fotografie di artisti locali, e la seconda parte è dedicata al culto.
Comunque sia, riprendo a camminare; vi sono degli scorci che meritano di essere visitati e fotografati.
Le passate amministrazioni hanno fatto bene a valorizzare questo quartiere in quanto tutte le viuzze e cortili sono puliti e ben curati.
L’aria è diventata meno afosa e più respirabile.
Il sole comincia ad allentare la sua morsa.
La passeggiata si fa più piacevole.
Si accendono le luci della sera.
Mi è venuto appetito, cosa insolita; dai forni delle case esce un odore di pane che mi riporta indietro di 50 anni quando era mia nonna a prepararlo e doveva bastare per tutta la settimana .
Una “fruata” appena sfornata condita con olio,sale e pepe è veramente buona.
Le viuzze si inseguono e si incrociano continuamente, tra ponti e cortili senza uscita.
Sembra di essere in una kasba araba o almeno cosi me la immagino.
Vocio di bambini, chiacchiericcio della gente, sento parlare tedesco ed inglese: turisti o famiglie di emigrati ed una musica che va avvicinandosi sempre più.
Un gruppo folcloristico con tamburelli e friscaletti porta allegria nei cuori della gente .
Danzano tarantelle e cantano, scuotendo dal torpore i più sonnacchiosi turisti.
No! non è possibile che sono ad Agira!
Invece si. Sono nel paese dove sono nato.
Social Profiles