RECENSIONI ED EVENTI
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L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI
“La vicenda di Sarabax” (La leggenda ha inizio) è il titolo della prima fatica letteraria di Giuseppe Pennisi, editore di Carthago, presentata di recente a Catania. Un libro che affascina, avvincente, che ha il pregio di destare curiosità a quanti si accostano alla lettura. Per saperne di più, ho coinvolto l’autore ne “L’INTERVISTA”, la rubrica di Nuove Edizioni Bohémien.
1 Giuseppe, in un certo senso questa volta si sono invertite le parti. Tu, come Editore, hai seguito moltissimi autori nella pubblicazione dei loro lavori. Oggi come autore cosa provi?
In questi anni, man mano ho cercato di immedesimarmi in quelle che sono le aspettative e le esigenze di un autore che – a parer mio- per prima cosa scrive anche di sé in qualche modo. Non nascondo che essere coinvolto direttamente, trattandosi di qualcosa che è “completamente” tuo, è tutt’altra cosa: hai prima di tutto intenzione di spiegare al meglio ciò che vuoi comunicare creando realmente un collegamento con il lettore. Cerchi di condividere ciò che hai fatto. È un qualcosa di emozionante a tratti.
2 L’idea. Come ti è nata?
Diversi anni addietro la mia vita ha avuto svolte, accelerazioni e cambiamenti repentini. In certi periodi mi sono davvero sentito un marinaio intento ad attraversare le acque cosiddette pericolose e perigliose del vivere. All’epoca scelsi di affidare alla penna certi frangenti che ho voluto appunto mettere su carta per dare a me stesso e agli altri memoria del mio vissuto. Ho pensato, non senza presunzione forse, che certe cose, certe situazioni e certi stati d’animo possono attraversare la vita di ognuno di noi. Il protagonista del mio romanzo è stato invitato a dare al mare i propri pensieri e io dalla mia socia, la responsabile editoriale della Carthago Edizioni Margherita Guglielmino, a scrivere un libro e pubblicare ciò che avevo scritto. Quest’ultima è anche curatrice della pubblicazione “La vicenda di Sarabax- la leggenda ha inizio” cui ha dato una cornice letteraria ben precisa.
3 Quanta fatica?
Non è stata una vera e propria fatica anche perché gli scritti del protagonista Etram nascono e vengono fuori proprio come fiori, dunque senza alcun artificio letterario. Certo, a me, che li ho riportati su carta, il compito di interrompere ciò che man mano facevo per scrivere e non perdere nulla delle varie astrazioni lucide che mi hanno accompagnato. E poi il lavoro insieme alla curatrice che mi ha messo di fronte alla responsabilità di dare ordine alle trame che la vita e il cielo hanno voluto donarmi. Direi che è stato più faticoso vivere la vicenda piuttosto che scriverne delle parti…
4 Qualche traccia sul libro. Il genere.
Il libro potrebbe definirsi un romanzo fantastico ma è in realtà una lunga biografia o la cronaca di una parte di vita di chi non accontentandosi più di quanto vissuto attorno, volendo altro e spinto dagli eventi, si mette in navigazione verso mondi nuovi. Non è un caso né una invenzione letteraria che la mia avventura autoriale inizi attraverso una reminiscenza di stampo platonico in cui assisto alla caduta di un essere attraverso un mio spostamento che definisce al meglio Platone attraverso il mito della biga alata…a quel punto ho dato un nome a quell’essere e ho voluto scoprirne fini e scopi.
5 Quanto c’è dentro di Giuseppe da 1 a 100?
In realtà moltissimo e penso sia evidente: il protagonista è costretto per necessità, dovere o evidenze della vita a dover allontanarsi da alcuni lidi apparentemente certi dirigendosi verso l’ incerto. Una marcia sofferta verso la scoperta d’altro che comporta scelte obbligate e dolorose. Come detto prima, Etram spinto da Altapas affida le proprie memorie al mare ed io ho affidato un pezzo della mia vita alla carta. Credo che l’evoluzione della mia vita saprà spiegarmi al meglio le evoluzioni dei protagonisti Sarabax e Belyy e forse…anche delle mie.
6 Quanta emozione hai provato alla “tua” prima presentazione?
Molta. Era come se fossi passato realmente dall’altra parte; fremevo nel voler spiegarmi con tutti, con una platea numerosissima quale quella di Zo a Catania che per l’occasione era gremita. Quando scrivi vuoi condividere, vuoi che tutti possano apprezzare casa tua che è in realtà il tuo libro. Libro, liber, il proprio destino si snocciola tra le righe di un testo come in qualche modo insegnatomi dalla mia curatrice Margherita Guglielmino. Ciò non poteva non emozionarmi. In più, sempre per volontà della curatrice, il tenore Alfio Vacanti ha messo in musica un testo “Acqua, fuoco e sangue” quasi fosse una vera e propria aria.
7 Anche se è presto parlarne. Cosa hai in cantiere per la prossima pubblicazione?
Questo è il primo libro di quella che sarà una trilogia. Sui prossimi due ho chiesto alla mia socia di voler scrivere insieme pensando che le trame che coinvolgono gli esseri femminili presenti possano e debbano venir rappresentate al meglio da una voce che oltre ad essere femminile è quella di una Donna che, come Sarabax e il suo riflesso, ha una vicenda di fronte.
Nella foto Giuseppe Pennisi con Margherita Guglielmino
Nella foto l’architetto e pittore Camillo Pennisi, autore delle tavole riportate nel libro e delle quali ha parlato durante un vernissage a Firenze.
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