Itinerari dello Spirito
A cura di Gabriele Allegrino
È chiamata la Domenica della Divina Misericordia la II Domenica di Pasqua. È il 27 aprile e in Piazza San Pietro vi sono presenti oltre un milione di fedeli per assistere a una festa che innalza agli onori degli altari due figure che hanno fatto la storia: Giovanni XXIII, il papa che ha indetto il Concilio Vaticano II e Giovanni Paolo II che ha difeso la dignità dell’uomo e ha amato la famiglia.
In questa domenica in cui il Vangelo ci presenta un Apostolo che ha delle remore a credere ci vengono presentati queste due figure che hanno creduto fermamente.
Forse la storia di questo Apostolo è molto simile alla nostra… anche noi dobbiamo fare i conti con il “Tommaso” presente in ciascuno di noi, quando la fede in Gesù è messa a dura prova dai ritmi vor
ticosi del lavoro, delle vicende familiari, da un fallimento, da una malattia, dalla morte di una persona cara, e non riusciamo a rileggere la nostra vita, alla luce della sua Parola, a ritrovare segni di speranza.
Tommaso esprime il dramma di quanti sono delusi e non credo
no più in un futuro migliore, di coloro che rinunciano a pensa
re, a sognare, a credere che i sogni si possono trasformare in realtà fidandoci di Lui.
Sembra quasi che questa domenica sia stata scelta per ricordarci come non essere dei Tommaso.
Il tutto ci viene offerto dalla testimonianza di questi due santi. I santi appunto sono testimoni che ciò che ci è stato annunciato è vero perché essi per primi lo hanno sperimentato. Questi due Papi come ci ricorda Papa Francesco si sono incontrati con questa realtà. Hanno amato Cristo e non si sono vergognati di Lui; lo hanno contemplato nelle creature e hanno fasciato le piaghe di coloro che sanguinavano.
Sono stati uomini in poche parole. Come tutti. Sono stati cristiani come pochi per ricordare a noi tutti che essere uomini è possibile solo se si appartiene a Cristo.
Davanti a un mondo che sembra andare male essi hanno custodito la speranza che tutto è possibile se il cuore dell’uomo si lascia trasformare da Cristo. Hanno trasmesso la fede per ricordarci che Cristo non ci ha lasciati soli. Hanno testimoniato la carità perché in ogni uomo hanno riconosciuto Cristo e non hanno avuto paura di amare.
Come a Tommaso ascoltare per noi uomini il racconto degli Apostoli che hanno visto il Signore diventa spesso insufficiente ecco perché la Chiesa ci ricorda del dono della santità. Ci ricorda che quando si ascolta che Cristo è risorto e si crede fermamente a questa esperienza le cose possono cambiare e possiamo ancora essere testimoni che tutto può cambiare.
Anche noi vogliamo toccare per credere, come Tommaso, il nostro gemello. Anzi più di Tommaso, perché in fondo lui volle toccare, ma poi di fatto non lo fece. Seppe arrestarsi alle soglie del suo folle realismo. Lasciò che i certificati di garanzia da lui pretesi gli si sciogliessero tra le dita come sigilli di ceralacca sotto la fiamma di una candela. Cadde in ginocchio, alle frontiere luminose di quegli spazi di carne che non ebbe più il coraggio di manipolare.
Per noi è diverso. Il dubbio è divenuto cultura. L’incredulità, virtù. La diffidenza sistema. Non crediamo nemmeno davanti all’evidenza delle cose.
La santità ci ricorda che il mondo è possibile cambiarlo ma che prima di cambiare gli altri dobbiamo cambiare noi stessi, che bisogna lottare per le ingiustizie ma che i primi a non essere ingiusti dobbiamo essere noi.
Abbiamo bisogno di credere ancora oggi che il mondo è in mano nostra perché eletti da Dio come custodi del creato e dei fratelli.
Beati quelli che pur non avendo visto crederanno afferma la beatitudine di questa domenica che osa contemplare le piaghe del Cristo e come questi due grandi santi che testimoniano questa beatitudine possiamo essere sicuri che la fede è capace di miracoli e di creare intorno a noi un mondo più vero, più giusto, più in pace!
Grazie Signore per aver creato la Tua Chiesa Santa. Grazie perché ci ricordi che noi siamo tuoi e che se vogliamo possiamo trasformarci in Te solo rimanendo attaccati a Te! Grazie perché ci ricordi che il peccato grazie alla tua morte e alla tua risurrezione non ci appartiene e che essere santi è solo dato da ciò che noi scegliamo!
San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II pregate per noi miserabili peccatori e fateci giungere a contemplare il volto sereno e maestoso del Signore della Vita!!!
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