Recensioni
A cura di Maria Cristina Torrisi
“La storia raccontata ai ragazzi… e non solo!” è il libro che espone la storia dall’anno Mille al Duemila.
Una carrellata fruibile, che ha il pregio di far conoscere ai giovani le dinamiche che hanno portato all’evoluzione dell’umanità, con tanto di nuove conoscenze. E anche il pregio di illustrare l’excursus politico delle varie potenze, man mano affermatesi nei vari secoli sino ai giorni nostri.
“Tanto tempo fa – si legge dalla prefazione al testo realizzata dallo stesso autore- il mondo era popolato da gruppetti di persone che non si conoscevano tra di loro e che erano nelle stesse disperate condizioni di lotta contro la fame. Vivevano in piccoli villaggi, si spostavano spesso per seguire gli animali – il loro cibo preferito – e non gliene importava proprio nulla della terra: per la loro sopravvivenza, infatti, erano più importanti gli animali – che tra l’altro erano molto più gustosi – che la terra. Ad un certo punto ci fu una scoperta straordinaria che cambiò le sorti del genere umano: l’agricoltura. Dopo questa scoperta, piano piano le popolazioni divennero sedentarie, sorsero le città, le donne furono chiuse in casa, si moltiplicarono le guerre e soprattutto aumentarono le differenze tra i ricchi e i poveri. Infatti, visto che la terra era diventata preziosa, gli uomini si lanciarono avidamente alla ricerca di quelle più fertili, più pianeggianti e più vicine all’acqua: chi riusciva ad acchiapparne più degli altri (che poi fu chiamato “nobile”) diventava ricco”.
Adriano Di Gregorio, nell’introduzione al suo pregevole lavoro, mostra una notevole capacità di sintesi. Per conoscere meglio le pagine del libro, ne riportiamo lo scritto a cura dell’autore.
“Intorno all’anno Mille l’unica autorità che godeva di prestigio tra i popoli dell’Europa era il papa. Piano piano però gli imperatori, invidiosi, riuscirono a diventare più potenti dei papi ma, purtroppo per loro, non si godettero a lungo la vittoria perché, poco tempo dopo, furono messi in crisi da un nuovo concorrente per il primo posto: i Comuni italiani. Il successo dei litigiosi Comuni italiani fu ancora più breve di quello degli imperatori perché furono sconfitti facilmente da un’altra istituzione politica nuova di zecca, le Monarchie. Tra queste monarchie, all’inizio del Cinquecento, quella più potente era la Spagna, anche perché riuscì ad unire – tramite una serie di matrimoni d’amore… o quasi – monarchia e impero. La Spagna rimase la prima potenza d’Europa fino alla metà del Seicento, quando, dopo tre decenni di guerre, la Francia le soffiò il posto di bulletto d’Europa. Nel frattempo per la prima volta dalla caduta dell’Impero romano, l’Europa cominciò a farsi rispettare anche in giro per il mondo e scippò territori alle altre potenze. Dalla metà del Seicento alla metà del Settecento, la prima potenza d’Europa fu la Francia, ma piano piano l’Inghilterra le rubò il primato, anche in questo caso dopo una gran bella guerra. Dalla metà del Settecento fino alla Prima guerra mondiale l’Inghilterra divenne non solo il bulletto d’Europa ma di tutto il mondo, grazie ad una cosa che possedeva soltanto lei: l’industria. Negli ultimi decenni dell’Ottocento nacque una nuova potenza, la Germania, fortissima dal punto di vista militare e con un’ossessione in testa: diventare la prima potenza al mondo. Con le “Guerre mondiali” l’Inghilterra riuscì a respingere l’attacco della Germania, ma alla fine stanca morta fu scalzata da una nuova potenza, gli Stati Uniti d’America che, dopo trent’anni di guerre (1915-1945), divennero la prima potenza al mondo, però in condominio con un’altra: l’Unione Sovietica. Gli USA sono rimasti a capo del mondo fino ai giorni nostri, ma stanno per essere rimpiazzati dalla Cina che, dopo un lungo giro, tornerà ad essere la prima potenza al mondo”.
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